seguito di Edoardo VIRGILI - IV




Mnemotecniche

• Le mnemotecniche sono delle tecniche utilizzate per aumentare la capacità di memorizzazione. Il temine mnemotecnica deriva dal nome della dea greca Mnemosine, la madre di tutte le muse, generatrice di creatività e conoscenza. Per tutto l’arco del medioevo e del rinascimento l’arte della memoria ebbe una grande importanza, la sua padronanza veniva considerata segno di cultura ed intelligenza.

• I greci già usavano delle tecniche di memorizzazione, secondo Cicerone fu Simone di Cheo (555 a.c.- 467 a.c.) a inventare l’arte della memoria basata sul ricordo visivo, di immagini.

Cicerone stesso memorizzava tutte le sue orazioni associandole

alle immagini di luoghi conosciuti. Egli spiega questa tecnica

nel suo trattato De Oratione.

Questa mnemotecnica che consiste nel collegare le cose da ricordare con immagini visive note, come la nostra casa, la città in cui viviamo è chiamata Tecnica dei Loci, dei luoghi.

E’ da questa tecnica che deriva il modo di dire comune, usato quando si fanno dei discorsi: in primo luogo, in secondo luogo.

Grandi personaggi del passato hanno utilizzato tale tecnica mostrando capacità di memorizzazione diventate leggendarie, o scrivendo opere sull’arte della memoria:



Raimondo Lullo (1235-1315): filosofo catalano, le sue idee influenzarono Cartesio, Leibniz e contribuirono alla nascita della scienza moderna.

Nella sua opera Ars magna primitiva (1274) espone degli insegnamenti sulla memorizzazione: servendosi di schemi e figure, si potevano collegare tutti i concetti fondamentali in modo di arrivare a un sapere universale, a una enciclopedia totale. Questa tecnica poteva anche essere utilizzata come una forma di mnemotecnica, in quanto facilitava la memorizzazione delle nozioni.



Nel rinascimento si sviluppò il concetto dei Teatri della memoria: si utilizzò l’immagine del teatro con tutti i suoi particolari (ordini di palchi, posti a sedere, ecc.) per favorire la memorizzazione.



Giulio Camillo Delminio (1480-1544) umanista e filosofo concepì l’idea di un teatro ligneo destinato a conservare tutta la conoscenza universale, codificata e organizzata attraverso schemi di memoria associativa.



Pico della Mirandola (1463-1494): filosofo umanista difensore della dignità e della libertà umana, noto soprattutto per la sua prodigiosa memoria, si dice che sapesse recitare tutta la Divina Commedia al contrario.



Giordano Bruno (Nola 1548-Roma 1600): frate dominicano grande filosofo e scrittore condannato al rogo dall’inquisizione.

Giordano Bruno fu anche uno studioso delle tecniche di memoria, le sue opere sull’arte della memoria e le sue dimostrazioni contribuirono molto alla sua notorietà, gli valsero le accoglienze calorose sia del re di Francia Enrico III come della regina d’Inghilterra Elisabetta I.

Il libro principale dove espose le sue arti di memoria è De umbris idearum: le ombre delle idee (Parigi 1582) dove espone il suo pensiero sullo stato"umbratile" del sapere e della condizione umana, cioè sui limiti della condizione umana. In tale libro c’è una sezione intitolata l’Ars Memoriae, in cui Giordano Bruno presenta le sue tecniche di memoria basate sul ricordo di immagini: ruote di memoria da lui costruite.



Giordano Bruno: ruote di memoria



Menemotecnica dei Loci (diversi studi hanno evidenziato la sue efficacia su studenti adulti, ma anche su anziani: De Beni et al., 1992; De Beni, 1995)



1.Prima di tutto si richiama alla mente un luogo, un ambiente che conosciamo molto bene che è ricchissimo di particolari: la nostra abitazione, il posto in cui lavoriamo, la nostra via. Si devono collegare le nuove informazioni a queste immagine molto consolidate, indelebili.



2. Attraverso una parola chiave dobbiamo associare ad ogni parte del testo da ricordare un luogo noto: esempio, si deve ricordare un testo che inizia parlando di mass media, a questa parola chiave associo l’immagine della televisione nel salotto. Questa parte del testo viene tutta associata a particolari visivi del mio salotto. Poi cambio argomento, questa nuova parte del testo la associo ad altre parole chiave che fanno riferimento ai particolari di un’altra stanza. Percorriamo mentalmente tutte le stanze della nostra casa memorizziamo l’intero testo.



Mnemotecnica della parola chiave

• Si è dimostrata particolarmente adatta ed efficace nell’apprendimento di termini in una lingua straniera (Levin e Pressley, 1985). Consiste nel trovare nella nostra lingua una parola fonologicamente simile a quella da imparare nella nuova lingua, poi creare una immagine interattiva che colleghi la parola chiave (nella nostra lingua) con quella nuova ricordare.

• Devo imparare la parola horse (cavallo), cerco una parola italiana che ha lo stesso suono e che è facilmente immaginabile è orso (parola chiave). Ora associo in un immagine le due parole e immagino un orso con un cavallo in groppa.



Ricerche sull’uso delle immagini mentali per memorizzare

• Questo fenomeno è stato studiato in modo sistematico da Paivio (1971; 1986). Questo autore ha rilevato che i nomi concreti vengono ricordati meglio dei nomi astratti. Secondo Paivio i nomi concreti si ricordano meglio perché sono oggetto di una doppia codifica: verbale ed immaginativa.

• Numerose ricerche sperimentali in cui si chiedeva di immaginare materiale verbale hanno mostrato l’efficacia di questa tecnica sul ricordo (Richardson, 1980).

• Tutte le persone possono trarre vantaggio dall’uso delle immagini mentali. In particolare, numerosi studi hanno mostrato che l’immaginazione può potenziare il ricordo anche di categorie specifiche di soggetti: bambini e anziani, soggetti con difficoltà di apprendimento o con danno cerebrale (De Beni e Cornoldi, 1985).

• Le immagini mentali non solo portano ad un ricordo migliore, ma anche più duraturo. (Erderly et al., 1976).

• Cosa immaginare per ricordare meglio: una prima distinzione, utile nello studio della memoria, è quella tra immagini singole e interattive. L’immagine singola è quella in cui un unico oggetto viene rappresentato, mentre nell’immagine interattiva due o più oggetti sono posti in relazione tra loro. Immagini interattive sono più utili di immagini singole nel promuovere il ricordo di liste di parole (Richardson, 1980).

• Ad esempio, se il compito consiste nel ricordo ordinato di una lunga lista di parole come “cane, pavimento, ciliegie, lampadario”, potrò evocare l’immagine di un cane, disteso su un pavimento, intento a sgranocchiare ciliege sotto la luce di un lampadario.

• Una seconda distinzione considerata tradizionalmente importante per la memoria è quella tra immagini comuni e bizzarre. Le immagini bizzarre sono immagini di cose impossibili da vedere nella realtà. Poniamo di voler mettere in relazione in un’unica immagine bizzarra gli item fantino e cavallo. Si potrebbe immaginare che un cavallo, con tanto di pantaloni alla cavallerizza e caschetto in testa, cavalchi un uomo. L’utilizzo di immagini bizzarre per migliorare il ricordo è stato vivamente raccomandato fin da tempi molto antichi, e anche Cicerone ne fa menzione.

• In realtà la ricerca sperimentale ha notevolmente ridimensionato questa credenza, dimostrando che la maggiore efficacia mnestica di immagini bizzarre a confronto di immagini comuni è piuttosto dipendente da una serie di variabili: esempio, l’efficacia aumenta quando il soggetto è lasciato libero di creare un’immagine bizzarra particolarmente congeniale, in quanto ciò che è bizzarro per uno non lo è per altri (Cornoldi et al., 1988).

• Dimensioni delle immagini; generica vs specifica; personale vs impersonale:

generica vs specifica: devo ricordare la parola ombrello posso formare l’immagine generica del classico ombrello nero o quella specifica di un ombrello pieghevole giallo a fiori con il manico non ricurvo.

Dimensione personale vs impersonale: essenzialmente data dai riferimenti autobiografici dell’oggetto immaginato. Ad esempio devo ricordare la parola cane, posso immaginare l’immagine del mio cane o quella di un altro cane.



Ricerca di Helstrup, Cornoldi e De Beni (1997), i soggetti partecipanti avevano in modo spontaneo evocato e quindi classificato le loro immagini in base ai parametri: generale-specifico e personale-impersonale, le immagini che portavano ad un migliore ricordo dei nomi erano state valutate significativamente come più specifiche e personali.



Savant Syndrome (www.savantacademy.org )

La sindrome del Savant è una condizione rara, ma straordinaria per cui alcune persone con gravi disabilità mentali, soprattutto con disturbo autistico, o disturbi simili, come la sindrome di Asperger hanno delle isole "di genialità", cioè dei talenti speciali nel campo dell’arte (disegno, scultura), della musica, della matematica. Inoltre hanno una memoria prodigiosa.



In media il 10% delle persone con autismo presenta delle abilità notevoli di vario livello. Ma la sindrome del Savant si verifica anche in seguito a danni cerebrali, a ritardo mentale, 1 persona su 2000 con ritardo mentale o danni cerebrali presenta questa condizione. Questa situazione interessa soprattutto i maschi, in una proporzione sei volte superiore a quella delle femmine. Nel mondo ci sono circa 50 Savant con doti eccezionali.

• Tali capacità settoriali straordinarie sono in contrasto con la generale condizione di handicap, queste persone infatti non sono autonome, spesso hanno problemi di linguaggio, di relazioni sociali, rimangono immaturi, bambini. Il loro handicap, dovuto prevalente a danni cerebrali, è anche all’origine del loro specifico talento.



Memoria dei Savant: è prodigiosa ma è ristretta nell’ambito del loro specifico talento. Diversi autori la descrivono come automatica, esagerata dall’abitudine. Mishkin e Petri (1984) la definiscono come inconscia, non consapevole. Essi ipotizzano che sia una memoria non semantica, non mediata dai circuiti superiori cortico-limbici, ma una memoria di tipo implicito mediata da circuiti neurali più primitivi, cortico-striatali (nuclei della base: putamen, globo pallido, ecc.).



Ipotesi sull’origine delle speciali abilità dei Savant

Disfunzione dell’emisfero sinistro: la teoria più plausibile circa l’origine delle abilità dei Savant, ipotizza che tale sindrome sia dovuta a lesioni cerebrali dell’emisfero sinistro che determinano una compensazione a livello dell’emisfero destro. Questa ipotesi deriva da diverse osservazioni empiriche.



1. I Savant sviluppano abilità che sono mediate soprattutto dall’emisfero destro: abilità artistiche, di natura spaziale e visiva, pittura, scultura, musica.

2.Lateralizzazione cerebrale: (Geschwind e Galaburda, 1987) neurologi dell’Università di Boston hanno fornito una spiegazione secondo la quale, tale condizione sarebbe dovuta al fatto che l’emisfero sinistro del feto maschile durante la gravidanza può essere sottoposto all’azione di livelli troppo elevati di testosterone che ne rallentano lo sviluppo e le funzioni, pertanto si ha una compensazione e l’emisfero destro diventa dominate con un potenziamento di tutte le sue funzioni.

3.Studi di neuroimmagine: ricerca di Hauser , DeLong e Rosman, (1975) 15 pazienti con autismo, 4 con abilità da Savant, tramite tecniche encefalografiche ha evidenziato anomalie nell’emisfero sinistro. Una ricerca di DeLong (1995) con PET, ha evidenziato in soggetti con autismo bassi livelli dell’attività serotoninergica nell’emisfero sinistro. Un’altra ricerca (Boddaert, 2003) ha studiato la percezione di suoni in 5 autistici e in 8 bambini normali. Maggiore attivazione dell’emisfero destro nei bambini autistici, nei bambini normali una maggiore attivazione dell’emisfero sinistro.

4.Persone normali che hanno sviluppato successivamente abilità da Savant, in seguito a danni cerebrali provocati da incidenti e malattie. Una ricerca di Brink (1980) caso di un bambino di 9 anni che era normale, dopo un colpo di pistola accidentale che lo aveva ferito all’emisfero sinistro era diventato muto, sordo e paralizzato. Questo bambino aveva sviluppato grandi abilità spaziali, meccaniche. Ricerca di Bruce Miller (1998) dell'Università della California ha esaminato 5 pazienti anziani affetti da una forma di demenza frontotemporale sinistro (FTD). Costoro avevano sviluppato doti artistiche con l'instaurarsi e la progressione della malattia: erano diventati capaci di eseguire copie precise di opere d'arte e di dipingere splendidamente. La PET dimostrò che le loro lesioni si concentravano per lo più nell'emisfero cerebrale sinistro. Questi fenomeni suscitano grandi interrogativi sulle potenzialità nascoste del cervello.



5.Studi condotti con TMS (stimolazione magnetica transcranica): alterando artificialmente le funzioni dell’emisfero sinistro di persone normali dovrebbero emergere le abilità tipiche dei Savant, mediate dall’emisfero destro. La disattivazione dell’emisfero sinistro, secondo Snyder e Mitchell (1999), provocherebbe la cessazione momentanea della sua più sofisticata cognizione concettuale, logica e l’accesso ai livelli più bassi dei processi cognitivi



Young e colleghi (2004), uso della TMS su 22 volontari sottoposti a test per verificare le abilità tipiche dei Savant, solo in 5 dei 17 partecipanti durante la TMS sono migliorate queste abilità. Anche nella realtà, solo 1 soggetto autistico su 10 mostra abilità particolari. Quindi lo studio conclude che si devono fare altre ricerche per riuscire a capire perché succede questo.



6.Attività cerebrale di persone non autistiche con doti eccezionali: ricerca di Pesenti e colleghi (2001) tramite la PET ha monitorato il funzionamento del cervello in un soggetto normale (non autistico) eccezionale nel calcolo a mente e quello di persone con normali abilità matematiche. Nei calcoli non complessi sia il soggetto dotato che i normali hanno usato le stesse aree cerebrali bilaterali, ma prevalentemente dell’emisfero sinistro. Nei calcoli più complessi, in cui il soggetto dotato era velocissimo, la PET ha evidenziato che egli, a differenza dei controlli, ha reclutato anche parti dell’emisfero destro come l’area frontale mediale e paraippocampale. Pertanto lo studio evidenzia che anche soggetti normali superdotati utilizzano nelle loro performance eccezionali, aree dell’emisfero destro come i Savants.



Altre ipotesi circa l’origine della sindrome Savant

1. La Weak Central Coherence theory- La teoria della debole coerenza centrale (Frith, 1989; Happe, 1999), secondo cui queste circoscritte aree di competenza nell’autismo sono dovute al fatto che tali soggetti hanno uno stile cognitivo locale, focalizzato sulle caratteristiche, sui dettagli e non sulla percezione globale gestaltica. Pertanto tali soggetti hanno dei vantaggi nei compiti basati sul ricordo di particolari.



• Alcuni studi di Baron-Cohen e colleghi (1998, 2009) sulla percezione visiva hanno evidenziato che i soggetti con autismo hanno una iperattenzione per i dettagli e una accresciuta sensibilità sensoriale per i dettagli. I soggetti con autismo hanno difficoltà a riconoscere le caratteristiche comuni degli stimoli, caratteristiche che portano a categorizzare gli stimoli. E’ come se vedessero il mondo, come realmente è, senza i filtri delle persone normali che sono portate a percepire la realtà attraverso categorie pregresse, script per semplificare la sua complessità.


Belmonte e colleghi (2004) analizzando i risultati di diversi studi hanno rilevato un maggiore livello di connessioni neurali locali nelle aree sensoriali posteriori della corteccia. Le popolazioni locali di neuroni sono fortemente connesse, ma non ben differenziate e soprattutto mancano le connessioni a lungo raggio che permettono l’integrazione e la percezione delle caratteristiche globali.


 
Kim Peek, americano di 57 anni ha ispirato il film Rain Man, in cui è interpretato da Dustin Hoffman (Raymond). Questo bianco americano ha una memoria eccezionale, ha imparato a memoria oltre 12000 libri e ha una conoscenza enciclopedica di geografia, musica, letteratura, storia, sport, e in altri settori. Ha anche una conoscenza incredibile del calendario. Di particolare interesse è la sua capacità di leggere con estrema rapidità, allo stesso tempo una pagina con l'occhio sinistro, l'altra pagina con il destro. Ma non ha la minima autonomia, viene ancora accudito dal padre. Una MRI mostra l’assenza del corpo calloso con altri danni cerebrali all’emisfero sinistro.



Stephen Wiltshire: la telecamera vivente, artista autistico inglese, nato a Londra nel 1974. Riesce a memorizzare l’immagine di una città dall'alto, senza averla mai visitata e senza averne mai studiato in precedenza le caratteristiche, per poi riprodurla graficamente con i suoi disegni con una precisione fuori dell’ordinario.



Nel disegno sottostante è rappresentato il suo disegno generale di New York e un particolare.






La memoria degli anziani



• Intelligenza fluida e cristallizzata: l’intelligenza fluida riguarda la capacità di risolvere problemi nuovi non legati a conoscenze precedenti (alla cultura), è legata alla biologia e anche all’età: agilità mentale, velocità di elaborazione, ragionamento induttivo e deduttivo, l’efficienza della memoria di lavoro. L’intelligenza cristallizzata dipende dalla cultura e dalla esperienza personale: l’anziano conserva la capacità di risolvere problemi e questioni che ha già incontrato, legati all’esperienza. L’anziano ha un declino dell’intelligenza fluida ma conserva e aumenta l’intelligenza cristallizzata: l’istruzione è un fattore che può compensare la diminuzione dell’intelligenza fluida.



Fattori biologici, cognitivi e sociali del declino della memoria

le ricerche evidenziano che le prestazioni della memoria umana declinano con l’età. Quali sono le cause ?
• Cause biologiche: modifica del tessuto cerebrale, riduzione del numero dei neuroni, riduzione della funzionalità dei neuroni e della loro efficacia comunicativa (deficit dei neurotrasmettitori)

• Cause cognitive e metacognitive: difficoltà percettive, ridotta capacità di esaminare gli stimoli, calo delle risorse attentive e di concentrazione, difficoltà di codifica. L’anziano è meno efficace nel codificare le informazione, cioè nell’elaborazione e nell’uso di strategie valide per memorizzare. Il declino riguarda più la memoria esplicita cioè consapevole che richiede uno sforzo cognitivo che la memorizzazione implicita e automatica cioè non consapevole.



Fattori di tipo emotivo e motivazionale

• Minori richieste di impegno nella vita quotidiana: minore impegno mentale.

• Idea della vecchiaia come periodo di riposo e quindi di passività che determina un calo di motivazione e di autostima.

• Consapevolezza che con l’età senile c’è una perdita di efficienza.
• Irrealistica valutazione o supervalutazione dei deficit mnestici.

• Se la persona anziana è in salute è capace di valide prestazioni cognitive e mnestiche.



Sistemi di memoria che risentono maggiormente dell’età

• Più colpite: memoria di lavoro, memoria episodica (recenti memorizzazioni, soprattutto prospettica).

• Meno colpite: la memoria semantica (enciclopedica) e la memoria implicita (procedurale), la memoria a breve termine.

Training di Memoria



Esercizi di allenamento della memoria hanno evidenziato di aumentare le capacità mnestiche degli anziani. Le attività di questi allenamenti consistono nel:



1. Riattivare le capacità attentive e di concentrazione riscoprendo l’interesse per le cose che ci circondano (aumento interesse e motivazione).
2. Esercitarsi a selezionare e cogliere gli elementi salienti delle informazioni: migliorare la rapidità di analisi delle informazioni.
3. Imparare ed utilizzare strategie di memorizzazione: migliorare la codifica.
4. Migliorare l’autostima e l’autoefficacia attraverso la consapevolezza dei miglioramenti raggiunti.
5. Continuare le attività anche dopo il training



Come conservare o migliorare la memoria?



• Mantenendosi in uno stato di salute fisica: il movimento, la buona alimentazione, il riposo, la cura della propria salute permettono di avere una buona circolazione e quindi un buon afflusso di sangue al cervello, un buon apporto di sostanze antiossidanti (vitamine C, E, B12, ecc.)
• Mantenendo un buono stato di benessere mentale: le ricerche hanno evidenziato nelle persone con disturbi mentali schizofrenia, depressione, ansia generalizzata un calo delle prestazioni mnestiche.
• Mantenersi attivi mentalmente: la lettura, lo studio, il gioco delle carte, gli scacchi, la dama, le parole crociate, brain training, computer, gli hobbies mantengono la mente allenata.
• Avere una appagante vita sociale, una rete di relazioni sociali, avere intersessi.





"Dove vien meno l'interesse, vien meno anche la memoria".
Johann Wolfgang Goethe, Massime e riflessioni, 1833





"Il vantaggio della cattiva memoria è che si gode parecchie volte delle stesse cose per la prima volta".
Friedrich Nietzsche, Umano, troppo umano, 1878.

Edoardo Virgili



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