Mostra di Giovanni Santi alla Galleria Nazionale delle Marche - Urbino

Giovanni Santi. “Da poi … me dette alla mirabil arte de pictura”

A testimonianza del contesto culturale nel quale operò Giovanni Santi, il Dott. Alessandro Marchi, storico dell'arte, ci ha mostrato, dopo iSan Girolamo proveniente dal Vaticano, le altre opere del Santi provenienti dalla National Gallery di Londra, dal Museo Puškin di Mosca e la quasi totalità delle opere presenti in loco e nel territorio, le opere coeve, come l’Annunciazione di Fano del Perugino o l’Angelo Musicante di Melozzo da Forlì del Vaticano, che affiancano i capolavori di Piero della FrancescaGiusto di GandPedro Berruguete, etc., già presenti nelle collezioni della Galleria Nazionale delle Marche. Ed ancora, opere di scultura, come la Madonna con Bambino dalla Pinacoteca Civica di Jesi di Domenico Rosselli, già attivo nel cantiere del palazzo urbinate per il Duca Federico, o l’inginocchiatoio intarsiato proveniente dalla Cappella Oliva nella chiesa di S. Francesco di Montefiorentino a Frontino – della quale si esporrà anche la pala del 1489 – che affiancherà gli straordinari intarsi dello Studiolo e delle preziose porte dell’appartamento ducale.























Ha destato notevole interesse sui visitatori il frammento di affresco del San Sebastiano proveniente dai depositi del Museo Civico di Cagli.



La poliedrica personalità umanistica di Giovanni Santi – dimostrata dall’ampia produzione letteraria –  è testimoniata dal manoscritto originario del suo capolavoro, la Cronaca rimata, proveniente dalla Biblioteca Apostolica Vaticana 





L’intero ciclo pittorico concepito originariamente per il Tempietto delle Muse, otto tavole – sette rappresentanti le Muse ed una Apollo – opera di Giovanni Santi e Timoteo Viti, è stato gentilmente concesse in prestito da Palazzo Corsini in Firenze, per essere ricollocato all’interno del loro ambiente originario.
















INAUGURAZIONE


Giovedì 25 ottobre 2018 si è svolta nel Salone degli Stemmi del Municipio di Cagli l’inaugurazione dell’anno accademico dell’UNILIT Sede di Cagli. 
La lectio magistralis dal titolo “SISTINA EXPERIENCE” Dalla copia della realtà alla realtà della copia è stata tenuta dal Prof. Paolo Belardi, Direttore dell’Accademia di Belle Arti 'Pietro Vannucci' di Perugia e Presidente del Corso di Laurea in Design del Dipartimento di Ingegneria civile ed ambientale Università degli Studi di Perugia.





SISTINA EXPERIENCE
Concept della replica multimediale itinerante della Cappella Sistina di Paolo Belardi, Simone Bori
tratto da L'INGEGNERE UMBRO - PERIODICO DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI PERUGIA - Giugno 2018

Accessibilità, esperienzialità, immersività: tre qualità sempre più necessarie per garantire il coinvolgimento del grande pubblico nella fruizione dell’arte e/o del patrimonio storico-artistico. E che, a ben guardare, coinvolgono di per sé il concetto di replica. 
Perché la replica di un’opera d’arte e/o di un monumento, soprattutto se realizzata con tecnologie avanzate (laser scanner, stampanti 3D ecc.,) può risultare utile da molti punti di vista: ad esempio per ricostruire l’ambientazione di opere sottratte (così come è avvenuto nell’oratorio di San Lorenzo di Palermo con la replica della Natività di Caravaggio) o dimenticate (così come è avvenuto nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria con la replica dell’Auriga di Delf), ma più ancora per aumentare l’accessibilità fsica (così come è avvenuto nel duomo di Milano con la replica della Madonnina) e sensoriale (così come è avvenuto nelle Gallerie degli Uffzi con la replica in scala de La Nascita di Venere di Sandro Botticelli), ampliando lo spettro dei possibili utenti. 
Nondimeno può risultare utile l’adozione di tecnologie multimediali  avanzate quali le applicazioni di realtà aumentata messe a punto da Samsung per le Gallerie dell’Accademia di Venezia e da Epson per il Museo Santa Giulia di Brescia. Ma soprattutto, pensando alla vastità e all’eterogeneità del patrimonio artistico italiano, le repliche delle opere d’arte, se concepite come itineranti, potrebbero costituire delle vere e proprie ambasciate culturali, volte ad attrarre verso le nostre città d’arte un turismo meno “mordi e fuggi”, perché più preparato e, quindi, più interessato e coinvolto. Basti pensare alla Cité de l’architecture et dupatrimoine di Parigi, in cui i visitatori, grazie ai supporti multimediali e alle riproduzioni plastiche a grandezza naturale, possono fare un viaggio ideale nell’architettura francese di ogni tempo e luogo, transitando sotto il portale dell’abbazia di Moissac, accarezzando le ali dell’Angelo sorridente della cattedrale di Reims e soggiornando in un appartamento dell’unità d’abitazione realizzata da Le Corbusier a Marsiglia. 
Ed è proprio nel senso più profondo del museo parigino, che peraltro è tra i più frequentati dagli stessi francesi, che affonda le proprieradici costitutive l’idea di “Sistina Experience”: una replica multimediale e itinerante della Cappella Sistina che ha preso le mosse dagli esiti di una sofsticata campagna di rilievo laser scanner e fotogrammetrico eseguita da Archimede Arte, divisione della ditta perugina Archimede srl, di tutti gli spazi espositivi dei Musei Vaticani. Esiti che da subito sono stati utilizzati tanto negli affascinanti tour virtuali a 360° dei Musei Vaticani, che permettono ai fruitori di ammirare i dettagli di affreschi, marmi, decori e molte altre preziose opere, fruendo così del patrimonio artistico in tutto il suo unico splendore, quanto nelle indispensabili attività di catalogazione, gestione e cura delle opere ivi custodite che il personale e gli studiosi potranno utilizzare attraverso una piattaforma grafca e georeferenziata che consentirà attività che spaziano dal monitoraggio dei visitatori al restauro delle opere d’arte. 
Ma tale documentazione acquisita per le fasi di conoscenza e salvaguardia non poteva non ispirare una qualche forma di valorizzazione. Da qui le ragioni per cui Archimede Arte, dopo la fase di digitalizzazione e di modellazione 3D di tutte le principali aree espositive, si è affdata a un’articolata équipe interdisciplinare (Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Perugia, Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia, Tecla srl di Gubbio) per avanzare la proposta di un concept della replica multimediale itinerante (ovvero smontabile e rimontabile liberamente in ogni parte del mondo, da Pechino a Mosca fno a Rio de Janeiro) della Cappella Sistina. Un concept altamente sperimentale che peraltro, così come tradisce lo slogan Sistina Experience, incarna un’idea solo apparentemente insolita, ma in realtà assolutamente coerente con le tendenze espositive contemporanee più avanzate, in quanto, in virtù di una regia di alto proflo dedicata agli aspetti comunicativi e metodologicodidattici, prevede la possibilità di vivere in modo multisensoriale e multifunzionale uno dei luoghi artistici più celebri a livello planetario. 
Dal punto di vista compositivo lo schema grafico concettuale è caratterizzato da uno scrigno prezioso (costituito dall’apparato artistico della Sistina) che viene inglobato in una teca che lo protegge (il volume della Sistina) per dar luogo ad una nuova architettura. Le caratteristiche geometriche della teca che protegge la replica della Cappella Sistina nascono dall’analisi del suo volume reale fornito dal rilievo effettuato da Archimede Arte: la sezione reale è stata regolarizzata generando una sezione ideale simbolica, che diventa il segno architettonico distintivo del nuovo volume, il cui proflo viene ripetuto serialmente dando luogo all’inviluppo del volume stesso. All’esterno Sistina Experience si presenta come un volume elementare candido, segnato da una successione ritmica di telai in legno lamellare che misurano un volume che presenta le dimensioni reali della Cappella Sistina (15 metri di larghezza, 42 metri di lunghezza e 33 metri di altezza all’esterno) e che protegge come uno scrigno la replica delle opere d’arte interne, realizzate con un mix di tecnologie tradizionali e innovative volte a garantire il carattere programmaticamente multimediale. 
Infatti, a una serie di riproduzioni in stampa diretta ai raggi UV, viene affancata una scenografa di videowall (schermi ad alta risoluzione pari a 250K pixel al metro quadrato) per replicare “il ciclo dei Quattrocentisti”, mentre, attraverso tecniche di videomapping architetturale (di cui sono state verifcate le caratteristiche relative alle ottiche e alla potenza d’illuminazione dei proiettori), la volta è prevista riprodotta con sistema di retroproiezione (utilizzando lo spazio a disposizione posto tra l’estradosso della volta stessa e l’intradosso della copertura) e la parete del Giudizio Universale è prevista riprodotta con proiezione diretta (proveniente dalla parete opposta). Queste tecniche consentiranno ovviamente anche di organizzare dei veri e propri percorsi visivi esperienziali, che potranno ingrandire i dettagli degli affreschi fno a occupare intere pareti per consentire di apprezzare particolari altrimenti impercettibili o potranno far vivere al visitatore l’esperienza percettiva di come appariva la Cappella Sistina con il cielo stellato pittato da Piermatteo d’Amelia precedentemente all’intervento di Michelangelo o con gli arazzi realizzati da Raffaello per il registro inferiore. 
È possibile, inoltre, toccare riproduzioni di affreschi realizzati con tecniche innovative che, oltre ad amplifcare le potenzialità tattili e quindi multisensoriali della visita, esaltano la componente materica del dipinto. 
Per quanto riguarda la caratteristica di multifunzionalità l’interno, oltre che per le più frequenti e usuali funzioni educative, didattiche, di studio e divulgative, potrà essere organizzato in maniera fessibile per ospitare convegni e conferenze (si è stimata una capienza di circa 500 posti) oppure come auditorium per concerti o ancora come sala per eventi di formazione e workshop e, infne, anche come spazio pe r ulteriori allestimenti espositivi (un vero e proprio museo nel museo). 
La scelta di una struttura portante in legno lamellare, in questa specifca occasione, valorizza ulteriormente le caratteristiche prestazionali, energetiche, di tutela del clima e dell’ambiente ed esecutive del legno. L’impiego di sistemi d’incastro con nodi di collegamento in acciaio a scomparsa, inoltre, facilita le fondamentali attività legate all’aspetto itinerante della struttura che, in tal senso, deve risultare facilmente montabile e smontabile, oltre che facilmente trasportabile, mantenendo nel tempo le stesse caratteristiche meccaniche. Completano tali aspetti le pareti strutturali a telaio coibentate con fnitura esterna pre-assemblata. 
Un basamento zavorrato a cui sono incastrati i telai lignei, infine, rende autoportante l’intero volume e consente il passaggio degli impianti tecnici necessari al funzionamento di tutte le tecnologie applicate e dei sistemi di regolazione e controllo del microclima interno. Ciò che ne risulta è un concept soft-tech fortemente sostenibile e, soprattutto, fortemente accessibile nel senso più ampio dell’universal design. 
In tal senso, come ha scritto su “il Venerdì di Repubblica” Tomaso Montanari, parlando del rapporto tra arte e tecnologia nell’epoca “dell’“arteinment”, “una riproduzione della Cappella Sistina in scala reale […] potrebbe avere un senso. Come ne ha ogni tentativo di aumentare la conoscenza e l’esperienza dell’arte”. Assolutamente in coerenza con lo spirito ideativo del concept di “Sistina Experience”: un’esplorazione immersiva che promuove modalità digitali innovative per educare alla conoscenza del patrimonio artistico. 


Visita guidata alla Fano romana

giovedì 22/11/2018 TRASFERTA A FANO
               
               Visita guidata alla Fano sotterranea
              con la Dott.ssa Manuela Palmucci


Fano è una città d’epoca romana: con il suo tempio dedicato alla dea Fortuna, con il suo Arco d’Augusto risalente all’anno 9 d.C., realizzato in candidi blocchi di pietra d’Istria, maestosa porta d’accesso all’antica Fanum Fortunae e alla via Flaminia che la collegava direttamente a Roma. Romana è anche la denominazione più antica della città: Fanum Fortunae, Tempio della Fortuna, intorno al quale si sarebbe sviluppato l’abitato intorno al 49 a.C.
La Fano Romana è ben rappresentata dalle possenti Mura Augustee che si conservano ancora oggi per circa i due terzi del circuito originario.
Da vedere, per la posizione suggestiva e romantica, la deliziosa porta secondaria: la “Porta della Mandria”
Una parte poco conosciuta della Fano Romana, ma di grande suggestione è rappresentata dalle imponenti strutture murarie rinvenute sotto la Chiesa e il Convento di S.Agostino e a due passi da questa, sotto la Memoteca. Un percorso che si snoda tra cunicoli e gallerie sotterranee e che porta alla scoperta di luoghi insoliti e suggestivi alla ricerca di una Fano di oltre duemila anni fa.
Nell’area, situata a due metri sotto il livello della strada attuale, affiorano un grosso muro perimetrale esterno lungo trenta metri ed alto quattro, articolato in pilastri e finestre, archi, coperture a volta. La tecnica edilizia con cui sono state realizzate le murature è estremamente curata ed omogenea: si tratta di muratura a sacco (l’interno è di malta cementizia e scaglie di lavorazione) con rivestimento esterno di blocchetti di arenaria gialla estratta dalle cave locali.
Oltre ai numerosi siti ipogei di epoca romana, Fano vanta grotte sotterranee in quasi tutti i palazzi del centro storico, risalenti per lo più al periodo della dominazione malatestiana. Si racconta che queste gallerie collegavano un palazzo con l’altro per poi raggiungere la rocca malatestiana. In caso di sommossa popolare o altre gravi calamità, servivano come via di fuga.

Si ringraziano gli amici Brigitte Fabri Dorlies e Oscar Marchetti per il bel servizio fotografico messoci a disposizione.