23 febbraio 2009 NINEL DONINI

Sibilla Aleramo
Sibilla Aleramo, pseudonimo di Rina Faccio, può essere considerata la rappresentante più significativa delle scrittrici italiane del ventesimo secolo, definito il secolo delle donne. Nacque il 14 agosto del 1876 ad Alessandria. Scrittrice e poetessa, ha fatto della propria esistenza la fonte principale di ispirazione, in un continuo interrogarsi e riflettere sul ruolo della donna. La sua vita fu segnata da una serie di eventi negativi, come la forte depressione della madre, la violenza sessuale subita ( che la costrinse a sposare il suo seduttore, dal quale ebbe un figlio, Walter, che poi abbandonò e non riuscì mai più ad avere in custodia) e il tentativo di suicidio. Stabilitasi a Roma da sola, ricostruì la sua vita, intensificò l'attività letteraria, producendosi sia in poesia che in prosa, e s'impegnò anche in politica. La sua prima opera, "Una donna", il testo femminile del ' 900 più tradotto nel mondo, ha messo a nudo le sofferenze di una unione matrimoniale senza amore.
Nelle poesie, tema dominante e' l'amore vissuto con appassionata dedizione.
Morì a Roma il 13 gennaio del 1960.
La poesia di Sibilla Aleramo s' inserisce nella tradizione ottocentesca; romantica ma non languida, antiletteraria, fortemente autobiografica, giacché attinge all'angoscia individuale, essenzialmente parla d'amore .
L'amore fu la ragione della mia esistenza e quella del mondo, così scrisse, e fondamentale nella sua vita fu l'amore, e tutte le sue storie, con Cardarelli, Campana, Papini, Matacotta, furono romantiche passioni.




Ninel Donini
Docente di Lettere per molti anni presso gli Istituti superiori di I e II grado fino al primo settembre 2003. Laureata in Psicologia, frequenta il penultimo anno di un corso di specializzazione in Psicoterapia Sistemico-Relazionale presso la sede di Falconara (Ancona).
Ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali. E’ stata Consigliere provinciale della Provincia di Pesaro e Urbino e Capogruppo dal 1975 al 1990, Assessore provinciale alla Sanità dal 1978 al 1980, Consigliere regionale e Capogruppo dal 1995 al 2000.
Organizza eventi di poesie e come critico letterario ha recensito numerosi testi di poesie ed ha presentato nuovi e famosi poeti.
E’ impegnata come relatrice in numerose iniziative culturali. Fa parte del direttivo dell’Associazione Culturale “Contemporaneo” di Cagli (Pesaro e Urbino).
Coltiva un appassionato interesse per la politica.
Nel 2003 ha pubblicato un libro di poesie “Note a margine”.


12 febbraio 2009 LEONE PANTALEONI

Edipeide: enigmi e calembours a ruota libera da Adamo ed Eva a Totò, passando per ...Cagli.

E' tornato "Leone da Cagli" a proporre un caleidoscopio di enigmisticherie, alcune delle quali incentrate sulla sua città natale. Con gli estemporanei giochi di parole di Totò ("Sono un uomo della foresta, un forestiero"), han trovato posto Adamo ed Eva ("Loro erano nudi e non se ne vergognavano, noi adesso però esageriamo nel vantarcene", "Loro di frutto proibito ne avevano uno; noi, coi prezzi che corrono, tutti"), la famiglia monovocalica (un brano di 10 righe dove la vocale, che compare 181 volte, è sempre e solo la "a"), e "Pasqua con chi vuoi" ( Un dialogo fra marito e moglie di 30 righe dove tutte le parole del brano cominciano con la "p"); e quindi il menu anagrammato di tutte le portate del pranzo di nozze di Briatore dove ad esempio "Risotto alle verdure di stagione con fiori di zucca e/o scampi", per riposizionamento di lettere, diventa "Due vermi zitti; cacca di pitone furioso al sole; grande sorcio". Tra gli anagrammi dedicati ai cagliesi citiamo il sindaco Domenico Papi (Mendica Oppio) e lo scultore Eliseo Mattiacci (Ma te, sei alticcio?). Infine il Vaccabolarietto (dizionario riveduto e corretto) di Leone dove "addiaccio" viene definito un brutto addio e "arcigno" il Gioacchino Rossini quando non gli girava. In conclusione Leone ha annunciato che Biancaneve sta per morire. Perché ... ha i minuti contati, visto che compare sempre con i 7 nani, che in quanto tali sono piccoli (minuti) e sette (non uno più, non uno meno e cioè contati). Superfluo aggiungere che nella sala gremita non di rado si è riso di gusto.

A fine esposizione Valentino Ambrosini, responsabile dell'UNILIT cagliese ha consegnato a Leone un'acquaforte dell'artista cattolichino Carlo Migani.
Nato a Cagli nel 1945, Leone Pantaleoni vive a Pesaro dal 1969. Nonno di Matteo e sposato con Loredana, coltiva il cosiddetto Nobilgiuoco (nel 1991 a Modena pareggia con il campione del mondo russo di scacchi Anatolij Karpov e dal 1995 è presidente del Circolo Scacchistico Pesarese) e l’enigmistica (collabora da oltre trent’anni con la diffusissima “Settimana”). Del settimanale che vende mezzo milione di copie a numero, nel 1985, vince il premio più ambito riservato agli ideatori di rebus. La soluzione del suo gioco, letteralmente definito capolavoro dagli esperti, sarà curiosamente oggetto di sfida tra Umberto Eco e Roberto Benigni, entrambi notoriamente appassionati di scienza edipica. Lavori di Leone trovano ospitalità in antologie, libri e pubblicazioni varie, anche all’estero, a cominciare dal Dizionario Enciclopedico di Enigmistica e Ludolinguistica edito dallo Zanichelli. Sulle orme di “babbo Mario”, prematuramente scomparso nel 1964, si appassiona al mistero legato alla Sindone di Torino e dal 1985, grazie al Sindonologo di fama internazionale Mons. Giulio Ricci, se ne fa studioso, attingendo a molteplici fonti. Nel 1998, poco prima di raggiungere Torino per annoverarsi tra i milioni di visitatori della ostensione di quell’anno, durante una sosta in autogrill, s’imbatte e fa conoscenza con Mario Trematore, il pompiere che mise in salvo la Sindone nel furioso incendio del 1997.



9 febbraio 2009 SERGIO PRETELLI

Tra Umanesimo e Rinascimento, alle origini dell'Europa.

Le università della terza età hanno in progetto ormai da qualche hanno l’obiettivo della formazione del cittadino europeo, il quale deve essere preparato a svolgere la sua funzione. Per questo è necessario anche che egli conosca che le sue radici affondano profondamente nell’Umanesimo e nel Rinascimento, fenomeni che poggiano sulla cultura romana, si realizzano attraverso l’evoluzione e la diffusione del cristianesimo e sono profondamente influenzati dalle culture barbariche.
A partire dall’anno mille, fino a tutto il XVI secolo, si rileva un sensibile aumento demografico, senza considerare l’interruzione nel 1348, quando a causa della peste nera si ebbe un pesante calo della popolazione. Questo aumento demografico significa che c’era in quel periodo una pari crescita economica: questa era basata sulla agricoltura. L’esplosione dello sviluppo dell’economia agricola trovò sostegno nella concessione dei terreni incolti mediante rapporti di enfiteusi: mediante il pagamento di una tassa i terreni incolti venivano concessi per essere resi coltivabili e quindi diventare produttivi. Ben presto venne introdotto il rapporto di mezzadria, con la ripartizione del prodotto fra proprietario e coltivatore. Lo sviluppo agricolo venne accompagnato dall’evoluzione tecnologica: ad esempio venne introdotto l’uso dell’aratro e di altri strumenti di ferro. Vennero organizzati i catasti agricoli, per regolare il fisco. Parallelamente all’agricoltura progredì l’artigianato e con esso nacquero le corporazioni. L’esigenza di disporre di risorse economiche per intraprendere una attività, o per sostenerla, sia essa agricola, artigianale o commerciale, condusse all’esigenza del credito. Ecco quindi la nascita dei banchieri ebraici, che prestavano ad usura; ma essendo l’usura proibita dal cristianesimo, ecco i monti di pietà, che concedevano prestiti su pegno senza interessi. A fungere da ammortizzatori sociali nacquero le confraternite, non sempre religiose, anzi più spesso laiche, ma che spesso esprimevano la loro religiosità con occasionali espiazioni di piazza.
Con lo sviluppo economico si incrementò il commercio e con esso lo scambio di merci con i paesi lontani. I grandi viaggi misero a contatto la cultura ellenistico-romana con la cultura arabo-mussulmana. In urbanistica la città chiusa medievale si trasformò lentamente nella città aperta rinascimentale, il cui modello porterà alle grandi capitali europee.
Il fenomeno del Rinascimento abbraccia tutto l’occidente, mentre in oriente si afferma l’impero Ottomano e minaccia pericolosamente l’Europa.

COMMEMORAZIONE
DELLA POSA DELLA PRIMA PIETRA
PER
L’EDIFICAZIONE DEL PALAZZO PUBBLICO
E
LA RICOSTRUZIONE DELLA CITTA’ DI CAGLI

Dopo i noti eventi che portarono alla distruzione di Cagli nel 1287, quando la città era ancora dislocata lassù, sul colle della Banderuola, si giunse, per concorde volontà dei cittadini, alla scelta della traslazione e riedificazione della città nel piano di S.Angelo, ovvero nel Mercatale. Fu così che il 9 febbraio 1289 venne posata la prima pietra del Palazzo Pubblico.
Cagli ha fatto la sua parte: la città è stata riedificata in linea con i caratteri della nuova cultura rinascimentale. Se ciò è avvenuto significa che allora a Cagli erano presenti degli uomini che avevano compreso quali scelte dovevano essere operate per essere in linea con i tempi che sono appena stati descritti.

Il prof Pretelli riceve in dono dal Prof. Ambrosini l'acquaforte-acquatinta "La rosa bianca", opera dell'artista Carlo Migani.
IN QUESTA RICORRENZA I CORSISTI DI CAGLI DEDICANO IL VOLUME
“Il ricordo del centro storico di Cagli negli anni ‘50”
AI CONCITTADINI

E' seguito un sobrio rinfresco in tono carnevalizio.











5 febbraio 2009 GIANCARLO SOLLEVANTI

Abbracci e lacrime… poi l’ignoto - cento anni di emigrazione.

“Abbracci e lacrime… poi l’ignoto - cento anni di emigrazione dall’Alta Umbria”, di Maria Vittoria Ambrogi, Giambaldo Belardi, Giancarlo Sollevanti, Massimo Bei.
E’ il racconto di cento anni di emigrazione che vanno dal 1876 al 1976. Sradicati dalla propria terra, su treni stracarichi, su vecchie carrette, le navi di Lazzaro, gli emigranti dell’Alta Umbria fuggono dalla miseria pieni di speranza, in cerca di un futuro migliore.
Vanno verso lidi ignoti, solcano un mare per procurarsi un pane.