15 dicembre 2008 MARIA LENTI

LUIGI BARTOLINI A SESSANT’ANNI DA “LADRI DI BICICLETTE”Nato nel 1892 a Cupramontana, dove "il sole tramonta presso la montagna della Rossa" , e morto a Roma nel 1963, Luigi Bartolini, insegnante in scuole di vario ordine e grado e in diverse località italiane dal 1912 alla seconda guerra mondiale, è incisore e acquafortista tra i massimi del secolo scorso.


Luigi Bartolini, autoritratto


Pittore, poeta, narratore, scrittore, polemista dalla vena acre e ribelle, ora sarcastica (verso la società e l’esterno) ora lirica (nell’incontro con il paesaggio, l’infanzia, la memoria, l’amore).
Ha scritto Carlo Bo: il paesaggio marchigiano trova in Bartolini il suo cantore supremo. Se dovesse scomparire, per la furia edificatoria non rara in Italia, vivrebbe in ogni caso, questo bellissimo paesaggio, proprio per le incisioni di Bartolini, in cui sono fissati anche i nudi, le lavandaie, le odalische, i pescatori, le donne, ecc.
I mille personaggi, insomma, che popolano anche i suoi libri, dalla scrittura impulsiva, irruenta spesso, impetuosa, risentita.
Come in Ladri di biciclette. Pubblicato nel 1946 il libro ha avuto fama e fortuna dopo la trasposizione in film (1948) per la regia di Vittorio De Sica. (Le trame narrative divergono, mantenendo tuttavia la sostanza di fondo. Ma Bartolini, che pure aveva dato a De Sica una sorta di “carta bianca”, se ne lamenterà: questo per dire del suo carattere non facile).
Il film porterà nel mondo il romanzo: verrà tradotto in lingue diverse (e in varie edizioni fino a oggi): francese, spagnolo, portoghese, greco, ebraico, russo, lingue slave, ecc.
Il protagonista-autore va alla ricerca, nella Roma derelitta del dopoguerra, della bicicletta rubatagli (è il terzo furto!). La cerca tra persone differenti per mestiere e occupazioni giornaliere: ricettatori, rigattieri, meccanici, morti di fame, prostitute, ecc.
E’ il quadro di una città sofferente per le ferite recenti e di secoli, sarcastica per non morire di disperazione, abitata da persone che “tirano” la loro giornata come il pittore. Il quale, però, ha due cose importanti e che lo salvano: la sua arte e la sua bicicletta. (Almeno fino a che non gli verrà rubata di nuovo: una possibilità più vera della fame; una probabilità…appostata ad ogni sosta del suo proprietario).







Scheda bio-bibliografica di Maria Lenti
È nata a Urbino e qui vive. Docente di lettere fino al 1994, anno in cui è stata eletta deputata al parlamento per rifondazione comunista, impegno continuato fino al 2001. Per questo partito oggi segue cultura e università-ricerca.
Studiosa di letteratura ed arte. Saggi, recensioni e interventi critici (su scrittori e pittori italiani contemporanei) e di politica si trovano in volumi collettanei, in riviste e su alcuni quotidiani (dal 1976 a tutt’oggi). Ha una lunga esperienza di insegnamento - lezioni e seminari di lingua, letteratura, cultura italiana - con studenti stranieri, in Italia e all’estero.
Ha pubblicato: raccolte poetiche [Un altro tempo, Albero e foglia, Sinopia per appunti, Versi alfabetici]; poesie in edizioni d’arte; un poemetto - Il gatto nell’armadio, poesie nell’ Almanacco Odradek; racconti: Passi variati, Due ritmi una voce e, su rivista, in antologie, su quotidiani, Giustina, Nostromo sull’81, Anni sessanta, Neve, Le ragazze di ieri, Alluminio e rosa fucsia, La Scrittrice, Nomen omen Andrea, Le ore di Jonella, L’estate del Gallo, Parole dolci, Un giro di sale un giro di sarde, Ago e filo. Mettici un punto. All’inizio del prossimo anno uscirà Cambio di luci (poesie).
Ha curato, con Gualtiero De Santi e Roberto Rossini, il volume Perché Pasolini (1978).
Sulla sua poesia il regista Lucilio Santoni ha realizzato nel 2002 il film-video A lungo ragionarne insieme. Un viaggio con Maria Lenti.



11 dicembre 2008 VALENTINO AMBROSINI

GIOVANNI BELLINI
ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE


Sessanta opere alle Scuderie del Quirinale per riscoprire Giovanni Bellini, e proporre una nuova chiave di lettura che individua nell’artista veneto il personaggio cardine di un rinnovamento stilistico che renderà celebre e inconfondibile l’arte lagunare.



Le pagine più belle della letteratura artistica dedicata a Giovanni Bellini le scrisse lo storico dell’arte Roberto Longhi mentre risale al 1949 l’ultima sostanziosa monografica di prestigio dedicata al Maestro. “Prima bizantino e gotico, poi mantegnesco e padovano, poi sulle tracce di Piero e di Antonello, in ultimo fin giorgionesco”, così lo definiva il Longhi nel suo Viatico. L’esordio di Giovanni Bellini, detto il Giambellino, era avvenuto, secondo le più accreditate interpretazioni critiche, dapprima in chiave tardo gotica per poi risentire degli influssi del cognato Mantegna inequivocabilmente presenti, secondo la storiografia artistica, nell’Orazione nell’orto della londinese National Gallery. Un cambiamento di stile lo avrebbe avvicinato, da ultimo, a quella sintesi di luce, forma e colore che risentirebbe, secondo molti critici, delle contaminazioni pierfrancescane e che si sarebbe palesata nella Pala Pesaro, opera della maturità.


Di Mantegna riprese il plasticismo, da Piero Della Francesca avrebbe assorbito la concezione dello spazio e da Antonello da Messina assimilò il volume e il naturalismo delle forme. Questo è quanto la storia dell’arte ci ha trasmesso fino ad oggi.
Con questa mostra queste valutazioni vengono riviste. L’esposizione, frutto finale di indagini scientifiche, intende mettere in luce la vera peculiarità del maestro veneziano rispetto agli illustri colleghi, soprattutto nel rapporto tra Bellini e Piero della Francesca, proponendo inoltre anche una revisione dell’intera cronologia e delle opere, dal momento che i curatori tendono a posticipare la data di nascita dal 1425 al 1440. Giovanni Bellini è considerato, a giusto titolo, una stella polare della storia dell’arte italiana poiché attraverso il suo stile inconfondibile fatto di naturalismo, luce forma e colore è riuscito a compiere una sintesi dello stile pittorico dell’arte del Quattrocento italiano. Ma queste preziose contaminazioni le elaborò a modo suo, reinterpretandole, sganciandosi e aprendo la strada a quel tonalismo tipico della pittura veneta. Giovanni Bellini è dunque il personaggio di spicco di quell’originale rinnovamento che ha investito la Venezia del suo tempo e che lo ha reso, senza ombra di dubbio, il più importante esponente della pittura veneta.

RAFFAELLO SANZIO
IL RESTAURO DELLA MADONNA DEL CARDELLINO
La Madonna del cardellino fu dipinta a Firenze dal giovane Raffaello per le nozze di Lorenzo Nasi intorno al 1506. Si tratta di uno straordinario capolavoro della storia dell’arte italiana particolarmente “sfortunato”, perché appena quarant’anni dopo la sua creazione venne coinvolto, come testimoniato dal racconto di Giorgio Vasari, nel crollo del palazzo in cui era conservato (1548). L’incidente portò l’opera a spaccarsi in più parti, che furono poi rimontate in un antico restauro, mentre due inserti nuovi vennero messi a colmare due mancanze. La sua storia conservativa da allora è stata caratterizzata costantemente da una sovrammissione di materiali, tesa per lo più a nascondere gli antichi guasti. Per accordare infatti alla pittura raffaellesca le integrazioni frutto dell’antico restauro (attribuite da Carlo Gamba a Ridolfo del Ghirlandaio), la tavola è stata via via patinata e verniciata, con l’aggiunta di materiali sempre nuovi, senza che mai fosse eseguita una pulitura.


prima del recente restauro


Il delicato e difficile intervento di restauro sulla Madonna del Cardellino di Raffaello, compiuto oggi dall’Opificio delle Pietre Dure, è stato supportato da una lunga fase iniziale di studio e da continue indagini scientifiche volte a chiarire quali fossero i materiali pittorici usati da Raffaello, quali da Ridolfo del Ghirlandaio, che verosimilmente ha restaurato l’opera gravemente danneggiata nel 1547, e le stratificazioni degli interventi successivi. La consistente massa di questi materiali nel tempo si è alterata al punto da nascondere completamente la policromia raffaellesca.
durante il restauro
La lunga e delicata fase di pulitura ha consentito il recupero della policromia raffaellesca ancora protetta dalla verniciatura stesa dall’artista. Anche il supporto ligneo è stato oggetto di un intervento di risanamento volto al consolidamento delle fratture che nel tempo si erano riaperte e al parziale miglioramento dell’andamento della superficie, segnata da una serie di deformazioni. La stuccatura delle lacune, il trattamento della superficie e la reintegrazione pittorica, hanno permesso di coniugare il miglioramento strutturale a quello di una corretta fruizione dei valori espressivi del dipinto.
dopo il restauro


La domanda sorge spontanea - si chiede Roberta Scatena su TuttoFlaminia n° 234 del 13 Giugno 2008 - è il ponte medievale di Apecchio quello che appare nel paesaggio della Madonna del Cardellino?


Analizzando attentamente l´opera di eccezionale raffinatezza, sul lato sinistro del paesaggio si puo´ notare un ponte nel quale si riscontrano analogie con quello medievale di Apecchio, dove tuttora scorre il fiume Biscubio. L´arcata del ponte, confrontandola con la foto scattata da un´altra angolazione, e´ leggermente diversa, inoltre dobbiamo ricordare che l´opera e´ stata restaurata in seguito al crollo di casa Nasi, quindi potrebbe aver subito dei piccoli cambiamenti rispetto all´originale. Con i mezzi di cui disponiamo oggi basterebbe sottoporla ad uno scrupoloso e approfondito esame radiologico. Che Raffaello si sia ispirato a luoghi poco lontani da Urbino non e´ da escludere.

A tutti gli studiosi delle opere d´arte lancio un appello affinche´ si possa far luce su questa mia ipotesi che non trovo del tutto infondata.
Nell´opera appaiono altri due indizi. Quali secondo voi?
Attendo una risposta.

4 dicembre 2008 ALESSANDRO CIOPPI

ARCHITETTURA MODERNA
DALL'ART NOUVEAU AL FUTURISMO ITALIANO


La prima vera rivoluzione in architettura si attua con il fenomeno Art Nouveau, che si caratterizza sin dall'inizio come una reazione all'accademismo dell'Ottocento e con un rifiuto degli stili storici. Si fa avanti in architettura il concetto di unità progettuale, come coerenza stilistica tra l'interno e l'esterno.
L'Art Nouveau, che vede inizialmente come protagonisti Horta e Van de Velde in Belgio, si diffonde con diverse varianti linguistiche in tutta Europa pur presentando una comune matrice, caratterizzata da un esuberante decorativismo fatto di linee sinuose, eleganza e trasformazioni economiche, sociali e di pensiero, insieme alla citata alla possibilità di utilizzo dei materiali prodotti dall'industria, come il ferro e il cemento armato (nel 1847 si attestano già le prime produzione di travi profilate, mentre il cemento armato fu scoperto nel 1849), si posero alla base di un nuovo evolversi dell'agire in architettura.
L'Art nouveau si chiamerà:
Liberty in Italia
Modernismo in Spagna
Modern Style in Inghilterra
Jugendstil in Germania
e avrà in alcune singole personalità dei referenti precisi:
a Londra, vedremo emergere la figura di Mackintosh
a Parigi di Hector Guimard
a Bruxelles si distingueranno gli architetti Horta e Van De Velde
in Catalogna Gaudì, genio isolato, che produsse opere dal carattere definibile proto-espressionista
in Italia spiccherà la personalità di E. Basile, architetto di Palermo che aderì al movimento realizzando opere come Villa Igea, villino Basile, e lo scomparso villino Deliella, per citare solo parte della sua produzione.
Un esempio del Liberty italiano e il noto villino di Pesaro dell’arch. Oreste Ruggeri.

In Italia, tra il primo decennio del 1900 ed il secondo, un linguaggio fortemente innovativo sarà espresso dalla corrente del Futurismo, che si contraddistinguerà sin da subito, per il desiderio di rottura con il passato ed un frenetico slancio verso il futuro. L'esaltazione della macchina e del senso del movimento, la programmaticità degli intenti e la fusione con alcuni ideali politici del tempo costituiranno per il futurismo delle linee dominanti. Il Futurismo, venne divulgato attraverso la pubblicazione dei cosiddetti "manifesti"; le riviste mostreranno le attività e le produzioni degli artisti e si utilizzeranno strumenti divulgativi anche inediti come i proclami e i convegni. Nel 1914 venne diffuso su Le Figaro a Parigi il primo manifesto Futurista nel campo letterario da parte di Marinetti e nello stesso anno, nel 1914, Antonio Sant'Elia curò il manifesto futuristico inerente l'architettura predisponendo i disegni della città futurista, in cui si manifesterà come una volontà, il creare una nuova città diretta espressione delle esigenze più attuali. In tutti i suoi progetti, che per altro furono destinati a restare tali, si ripete l'archetipo della centrale elettrica, simbolo della produzione dell'energia della nuova società moderna. Una idea non statica dell'architettura sta la base della concezione architettonica ed urbanistica futurista. L'architettura del futurismo si dichiarava contraria ad ogni forma di decorativismo per cui “soltanto dall'uso e dalla disposizione originale del materiale greggio o nudo o violentemente colorato, dipende il valore decorativo dell'architettura futurista”.
La personalità di Sant'Elia lo condusse ad una quasi totale coerenza tra la concezione "futurista" e l'agire da "futurista". Come Boccioni, esponente futurista di rilievo del movimento artistico corrispondente, Sant'Elia parteciperà alla I Guerra mondiale. Se la sua vita fosse stata meno breve, probabilmente avremmo avuto modo di osservare delle sue opere non solo dei disegni....

La fondazione del Deutscher Werkbund in Germania, che accetta il concetto di standardizzazione edilizia come elemento di possibile espressione artistica, sarà determinante per la formazione di una nuova concezione della architettura in senso moderno. Determinante la figura di P. Behrens, che proviene da una formazione all'interno della Secessione viennese. All'interno del Werkbund si riscontravano due opinioni: una che tendeva alla tipizzazione delle forme, l'uso di tipi standardizzati e riproducibili; un'altra, che sosteneva che l'originalità del manufatto artistico e la libertà di progettazione. Nello studio di Behrens si formeranno alcune tra le maggiori personalità del panorama architettonico moderno come Mies Van Der Rohe, Le Corbusier e Gropius. Il Bauhaus fondato da Gropius nel 1919 riassume le potenzialità di innovazione insite nel Movimento Moderno grazie all'ordinamento dei principi costruttivi generalizzabili che saranno il fondamento progettuale di molte successive costruzioni.
In questa scuola si definirà anche la figura del designer come oggi la concepiamo, e si elaborerà una metodologia di progettazione comune a tutte le arti.

Organo di diffusione del Neoplasticismo. fu la rivista “de Stijl”, Il programma neo-plastico prevedeva fosse estetico il puro atto costruttivo, cioè introduceva il concetto che nessuna forma esiste a priori, ma si produce con l'atto del costruire. Rietveld aveva ideato una casa le cui superfici delle pareti sembravano essere piani in movimento, così come i balconi e i parapetti. L'architettura non deve cadere, a detta di Oud, in un arido razionalismo, ma deve mostrare la seduzione del materiale di qualità, la chiarezza del vetro, lo scintillio e la levigatezza della superficie, lo splendore e la luce del colore... solo così l'architettura potrà superare, quella purezza classica, eliminando ogni elemento di poca importanza.

Con "Movimento Moderno" si vuole generalmente indicare un complesso svilupparsi di fenomeni architettonici ed evoluzioni teoriche che ebbero luogo tra le due guerre mondiali. La personalità di Le Corbusier sarà determinante per il Movimento Moderno anche se, pur concorrendo allo sviluppo di tale movimento, il personale percorso di questo architetto assumerà via via connotazioni anche diverse.

1 dicembre 2008 MARCELLO FAGIOLI

LA COSTITUZIONE ITALIANA
I SUOI VALORI E LA SUA ATTUALITÀ


La nostra costituzione è un vero e proprio gioiello. Un esempio di modernità e di attaccamento ai valori più profondi della nostra Nazione. La Costituzione è la norma principale del nostro ordinamento giuridico. Tutte le altre norme, del parlamento e delle regioni, devono rispettarne i contenuti e i principi.
La Costituzione italiana è stata approvata il 27 gennaio 1947 ed è entrata in vigore il 01 gennaio 1948. E’ stata elaborata e scritta da una assemblea costituente eletta a suffragio universale (maschile e femminile) il 2 giugno 1946. In quella data il popolo italiano scelse peraltro, con referendum, la forma di governo repubblicana sancendo la fine della monarchia sabauda.
Prima della entrata in vigore della Costituzione, la norma più importante dell’ordinamento del Regno era lo Statuto Albertino (concesso dal Re Carlo Alberto il 3 marzo 1848).
Lo Statuto era “flessibile” in quanto poteva essere modificato da una semplice legge ordinaria.
I costituenti optarono invece per una Costituzione rigida.
Costituzione rigida significa due cose: a) non può essere modificata (meglio revisionata) da una legge ordinaria del parlamento ma solo da una legge costituzionale di revisione soggetta ad una procedura più complessa e difficile ai sensi dell’art 138 (doppia deliberazione da parte di ciascuna camera ad intervallo non superiore di tre mesi e approvazione con la maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna camera in seconda votazione; se poi in seconda votazione la legge di revisione non ottenga la maggioranza dei 2/3 può essere sottoposta a referendum); b) le leggi ordinarie devono rispettarne i contenuti, in mancanza possono essere annullate dalla Corte costituzionale.
La Costituzione di divide in due parti tra loro strettamente collegate.
Nella prima parte (artt da 1 a 54) sono contenuti i principi generali; nella seconda parte (artt da 55 a 139) sono contenuti i principi ordinamentali, cioè le norme che regolano il funzionamento delle Istituzioni e i loro collegamenti.
Nei primi dodici articoli troviamo i principi fondamentali (democrazia, solidarietà, uguaglianza, unità della repubblica nel decentramento politico e amministrativo, diritto al lavoro, diritto alla pace). Questi principi sono stati definiti dalla Corte Costituzionale “supercostituzionali” cioè non assoggettabili alla revisione costituzionali in quanto costituiscono l’”ossatura” della nostra repubblica. Ma anche altre norme della prima parte della costituzione contengono principi fondamentali. A titolo di esempio ricordo gli artt 13 (libertà come diritto inviolabile) 14, (inviolabilità del domicilio), 15 (segretezza della corrispondenza), 18 (libertà di associazione e di riunione), 25 (irretroattività della norma penale), 36 (giusta retribuzione), 37 (uguaglianza dell’uomo e della donna nel lavoro), 41 (funzione sociale della produzione).
Nella seconda parte vi sono le norme che regolano la procedura di formazione della legge, il funzionamento e la composizione del Parlamento, la formazione e le competenze del governo, i rapporti tra parlamento e governo, il referendum, abrogativo, il ruolo e le competenze del Presidente della Repubblica, la composizione e le competenze della Corte costituzionale, le competenze delle regioni a statuto ordinario e a statuto speciale, i rapporti tra le regioni e lo Stato. Infine l’art 139 prevede che “La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale; è questo un limite esplicito alla revisione.
Dicevo all’inizio che la Costituzione è un “gioiello”, soprattutto perché non si limita ad affermare i diritti e i doveri dei cittadini in astratto, ma li rende effettivi assegnando alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli economici e sociali che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori alla vita sociale, economica e politica della nazione. Ciò prevede la seconda parte dell’art 3 che contiene il principio di uguaglianza sostanziale.
Sono passati sessanta anni dalla approvazione della Costituzione e il mondo è cambiato, è cambiata la politica e son cambiati i rapporti sociali. Allora una domanda è d’obbligo: la nostra Costituzione è ancora attuale? Io rispondo di sì, categoricamente, anche se, ovviamente, degli aggiustamenti (revisioni) sono auspicabili, ma dentro il quadro generale disegnato dai costituenti.
La costituzione incarna il patto nazionale che contribuì a sconfiggere la dittatura fascista. Fu il frutto di un grande compromesso civile tra le grandi componenti della cultura italiana, la cattolica la liberale e la marxista. Le costituzioni non durano “una legislatura” ma secoli. La nostra contiene quei principi della convivenza civile dai quali non si può prescindere per un equilibrato e giusto progresso civile. Teniamocela stretta.

Brevi note biografiche.

Marcello Fagioli è nato a Cantiano il 01 settembre 1955. Laureatosi in giurisprudenza il 26 giugno 1978 con una tesi in filosofia del diritto dal titolo “Il diritto e la politica nel pensiero di Antonio Labriola” - relatore prof. Italo Mancini. Ha iniziato a fare pratica legale a Cagli nello studio del compianto avvocato Luigi Bacchiocchi. Nel 1984 ha superato l’esame di abilitazione per l’esercizio della professione di avvocato. Nello stesso anno ha vinto la cattedra per l’insegnamento del diritto ed economia politica negli istituti superiori. Ha insegnato nel 1985 a Cagli diritto ed economia presso l’ITC A. Celli (da lui stesso frequentato in gioventù) e socio-economia presso l’istituto statale d’arte. Successivamente ha insegnato a Fabriano le stesse discipline presso l’ITC “Morea” e, dal 1987, presso l’Istituto commerciale “Della Rovere” di Urbania.
Esercita la professione di avvocato insieme al fratello Domenico a Cagli e Urbania, città nella quale vive dal 1987 insieme alla famiglia composta dalla moglie Silvia e dalla figlia Marta, studentessa del primo anno di matematica presso l’università degli studi di Bologna.

27 novembre 2008 CECILIA MUGNAI

Sistemi di allevamento e qualità dei prodotti di origine animale


Negli ultimi anni la ricomparsa in Europa di alcune patologie negli allevamenti intensivi ha determinato un forte allarmismo nei consumatori, che sono diventati piuttosto diffidenti nei confronti degli alimenti prodotti con sistemi intensivi. Stampa e televisione hanno dato la sensazione che casi illeciti e pericolosi per la salute umana, peraltro verificatisi all’estero, avessero interessato interi settori zootecnici del nostro paese, con conseguenti gravi ripercussioni economiche e di immagine.

Va d'altra parte posto l'accento sul fatto che sempre più spesso si verifica una delocalizzazione produttiva, ovvero lo spostamento dell'attività produttiva in zone del mondo dove i costi di produzione sono più bassi rispetto a quelli europei. La delocalizzazione è entrata a piena forza sia nel settore zootecnico (polli, conigli, bovini, suini), sia perché in alcuni paesi sono consentiti interventi vietati dall'Unione Europea (uso di promotori di crescita, di granaglie O.G.M., farine di carne e di sangue, ecc.), che per il minor costo del lavoro e per le opportunità offerte dalla legislazione sui dazi che consente, attraverso la dizione di “carni salate”, di non avere praticamente costi doganali. Tutto questo mette a rischio non solo le produzioni locali, che hanno costi maggiori anche perché offrono garanzie di qualità e solubrità del prodotto, ma anche la salute dei consumatori, oltre che il posto di lavoro di migliaia di dipendenti in Italia e in altri paesi della Comunità Europea.

Le tecniche di allevamento sono per lo più orientate a massimizzare la produttività e la redditività, trascurando spesso quelli che sono gli aspetti legati al benessere degli animali, alla qualità delle produzioni ed al rispetto dell'ambiente. L’allevamento intensivo è infatti caratterizzato da sistemi gestionali standardizzati che prevedono:
- l’uso di ibridi commerciali a rapido accrescimento ed elevata capacità riproduttiva, ma allo stesso tempo suscettibili a malattie e stress metabolici;
- l’utilizzo di mangimi commerciali pellettati ad elevata densità energetica differenziati per età e stato fisiologico;
- l’uso sistemi di stabulazione e gestione degli animali che per tipologia e dimensione delle gabbie e densità di allevamento spesso costituiscono un fattore di forte stress ambientale con conseguente riduzione delle difese immunitarie e quindi aumento della mortalità.

Per rispondere alle crescenti richieste dell’opinione pubblica e delle istituzioni a livello europeo, dopo aver puntato per decenni a migliorare le prestazioni produttive e la redditività dell’allevamento, la ricerca nel settore è attualmente impegnata a definire nuovi sistemi di allevamento finalizzati a:
- ridurre gli stress ambientali attraverso la definizione di protocolli legati a ritmi riproduttivi più estensivi, a minori densità e ad una maggior cura dei parametri di allevamento;
- migliorare il benessere animale riducendo lo stress delle fasi di svezzamento e ingrasso e aumentando il contatto tra consimili e la probabilità di sopravvivenza dei coniglietti;
- studiare interventi gestionali, con particolare attenzione alla selezione genetica, che permettano un miglioramento delle condizioni generali degli animali ed in particolare del loro sistema immunitario;
- accrescere il valore nutritivo e garantire la salubrità della carne prodotta, individuando le relazioni tra i sistemi di allevamento, alimentazione e le proprietà nutrizionali, sensoriali e tecnologiche della carne.

L’agricoltura biologica può giocare un ruolo rilevante per la soluzione dei numerosi problemi che influenzano ambiente, salute ed economia, a patto che si superi l’attuale approccio politico-burocratico e si ponga maggiore attenzione ad alcuni aspetti tecnici, che al momento vengono trascurati. Il sistema biologico andrebbe valutato non in base a quanto atteso “a priori”, ma sul reale impatto sull’ambiente, sui prodotti e, nel caso degli animali, sul loro benessere. Fino ad oggi il settore biologico è risultato orientato principalmente agli aspetti di sicurezza alimentare ed in particolare all’assenza di residui, tralasciando molti altri elementi. Le filiere biologiche sono impegnate a rispettare le regole cogenti e a ridurre il costo di produzione, piuttosto che puntare su prodotti che abbiano anche caratteristiche qualitative differenti. L’agricoltura biologica ha bisogno sia di aumentare la propria sostenibilità ambientale ed economica, che di produrre alimenti di indiscusso valore superiore dal punto di vista nutritivo/salutistico e organolettico. Dal punto di vista nutrizionale, i prodotti ottenuti da animali allevati al pascolo presentano qualità indiscutibili e sono caratterizzati da ridotti tenori energetici e lipidici e da un’elevata densità proteica. Risultano inoltre ricchi di acidi grassi polinsaturi e segnatamente di ω-3, che esplicano ruoli positivi nello sviluppo di importanti tessuti ed organi e nel contenimento di malattie cardiovascolari. Lo studio e l’applicazione dei sistemi alternativi di allevamento hanno evidenziato che, con specifiche tipologie di ricoveri e di management, è possibile ottenere un prodotto di alta qualità, migliorando al contempo lo stato di salute degli animali. Dallo studio di queste ricerche si può evincere che, in accordo con quanto riportato nel Reg. 1804/99, relativamente all’accesso al pascolo, l’assunzione di erba e la possibilità di espletare tutto il repertorio comportamentale influenzano fortemente il benessere, il ritmo di accrescimento, il raggiungimento della pubertà e le caratteristiche dietetico-nutrizionali, migliorandone i contenuti di acidi grassi polinsaturi, ω-3, vitamine e antiossidanti.

La disponibilità di erba rappresenta quindi l’elemento caratterizzante le produzioni animali biologiche/alternative: la sua assunzione influenza positivamente anche lo stato di salute degli animali e ciò ha grande importanza nel contesto della zootecnia biologica in cui è proibito l’utilizzo di molecole di sintesi (antibiotici, coccidiostatici, ecc.). A tal proposito, l’applicazione di tale modello permette di garantire agli animali elevati standard di benessere etologico; infatti, è emerso in precedenti sperimentazioni che l’etogramma degli animali allevati al pascolo e all’interno di strutture progettate in funzione del loro comportamento in natura, è, rispetto all’allevamento intensivo , assai più vario ed esente da stereotipie. Quest’ultime sono definite come “modelli di comportamento fissi e ripetitivi che non hanno finalità o funzioni evidenti”. Tali sistemi di allevamento, oltre ai sopraccitati vantaggi sul benessere animale e dietetico-nutrizionali, offrono sicure garanzie in termini di sostenibilità ambientale. Va ricordato in tal senso che in Italia pascoli e prati rappresentano risorse territoriali estremamente importanti sia per la loro ampia diffusione, sia perché sono sempre più chiamati a svolgere ruoli extraproduttivi quali difesa del suolo, protezione e conservazione del paesaggio e della biodiversità, attrazione per il turismo, ecc. Il loro utilizzo diretto, tramite pascolamento, può portare a vantaggi sia per la conservazione della risorsa foraggera che per il benessere dei conigli allevati. Si può quindi affermare che l’utilizzo diretto del cotico erboso attraverso il pascolamento permette la valorizzazione economica dello stesso, grazie al suo contributo in termini di valore alimentare, nutrizionale (acidi grassi polinsaturi della serie w-3, a-tocoferolo, carotenoidi e polifenoli) e di sanità dell’animale.
bio-bibliografia di Cecilia Mugnai
Cecilia Mugnai nasce a Cagli (Pesaro-Urbino). Attualmente è residente a Perugia. Il giorno 24 Aprile 2000 consegue la Laurea in Scienze della Produzione Animale presso la Facoltà di Agraria dell’ Università degli Studi di Perugia con voti 110/110 e lode. Nel 2003 vince la selezione per un Dottorato senza borsa XIX ciclo in Scienze Zootecniche. Maggio 2004 participa al corso “I Sistemi di Gestione Ambientale (SGA): nuove opportunità per le donne”. L.125 – N. 361/Apr/02. Loc. Maccarese – Fiumicino (Roma) dal 31 Maggio al 14 Giugno 2004, organizzato da Ambi.ter s.r.l. – Società di consulenza e servizi per lo sviluppo del territorio, conseguendo il titolo di auditor per la certificazione EMAS. In data 22/02/08 consegue il titolo di Dottore di Ricerca in Scienze Zootecniche discutendo una tesi dal titolo: Produzione di uova biologiche: performance, welfare e qualità.

PROGETTI:
1. 2001, COST 848 “Alternative breeding systems & meat quality”.
2. PRIN 2002, “Sistemi innovativi per il miglioramento dell’efficienza riprodutiva e del benessere animale in coniglicoltura”.
3. ARUSIA 2002, “Produzione biologica di carne avicola:effetto dei protocolli alimentari e di allevamento sulle caratteristiche qualitative del prodotto”.
4. ARUSIA 2002, “Produzione biologica di uova: effetto dei protocolli alimentari e di allevamento sulle caratteristiche qualitative del prodotto”.
5. ARUSIA 2003 - Programma di ricerca "Pollo biologico". GAL Valle Umbria Sud "Fattorie didattiche".
6. IZS dell’Umbria e delle Marche 2003, “Sviluppo di un modello di valutazione dello stato di benessere nell’allevamento intensivo”.
7. PRIN 2003, "Inseminazione post-svezzamento della coniglia fattrice: prestazioni produttive, cause di ipofertilità e stato di benessere".
8. Parco 3-A 2004, “Progetto di Filiera Pollo d’Erba”.
9. Progetto Interregionale Zootecnia Biologica 2004, “Efficienza, qualità e innovazione nella zootecnia biologica”.
10. PRIN 2005, “Ritmi riproduttivi adattati alla condizione corporea della coniglia fattrice: prestazioni produttive e stato di benessere”.
11. Strep program UE 2005, Poultryflourgut, "Control of the Intestinal Flora Ecology in Poultry for Ensuring the Products Safety for Human Consumers".
12. PRIN 2006, “Valutazione del benessere in differenti razze avicole italiane mediante parametri genetici e metabolici”.
13. IZS dell’Umbria e delle Marche 2006, “Valutazione del benessere negli allevamenti estensivi di coniglio: correlazioni tra stato ossidativo e immunitario e qualità della carne”.
14. Regionale Marche 2007, “Condizioni per la valorizzazione della razza avicola Ancona attraverso l’allevamento di tipo estensivo”.
15. IZS dell’Umbria e delle Marche 2007, “Valutazione degli effetti di ocratossina a sulle performance e sulla qualità dei prodotti in avicoltura”.
16. Regione Umbria 2007, “Conservazione della biodiversità del patrimonio avicolo italiano”.
17. IZS dell’Umbria e delle Marche 2007, “Valutazione del benessere negli allevamenti estensivi avicoli: correlazioni tra stato ossidativo e immunitario”.
18. PLASMON 2008, “Studio delle relazioni esistenti tra livello di contaminazione da ossitetraciclina nel mangime e quelli riscontrabili nelle carni di conigli destinate all’alimentazione dell’infanzia”.
19. Denkavit 2008, “Effetto dell’integrazione alimentare di acidi organici ed oli essenziali microincapsulati sull’immunità aspecifica e sulle fermentazioni ciecali”.
20. Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA) 2008, “Agricoltura biologica avi-cunicola”.

PARTECIPAZIONE A GRUPPI DI LAVORO INTERNAZIONALI:
2001, COST 848 “Alternative breeding systems & meat quality”.
2006 COREorganic, “Quality health and safety of organic poultry and rabbit meat”.
2007 FP7- Project KBBE: “OLIBREED - Breeding for Organic and Lowinput Animal Production”.

ELENCO PUBBLICAZIONI:
Articoli su riviste internazionali con referees:
1. DAL BOSCO A., CASTELLINI C., MUGNAI C. (2002). Rearing rabbits on a wire net floor or straw litter: behaviour, growth and meat qualitative traits. Livestock Production Science, 75: 149-156.
2. CASTELLINI C., MUGNAI C., DAL BOSCO A. (2002). Effect of organic production system on broiler carcass and meat quality. Meat Science, 60: 219-225.
3. CASTELLINI C., MUGNAI C., DAL BOSCO A. (2002). Meat quality of three chicken genotypes reared according to the organic system. Italian Journal of Food Science, 4, 401-412.
4. CASTELLINI C., DAL BOSCO A., MUGNAI C., BERNARDINI M. (2002). Performance and behaviour of chickens with different growing rate reared according to the organic system. Italian Journal of Animal Science, 1: 291-300.
5. CASTELLINI C., DAL BOSCO A., MUGNAI C. (2003). Comparison of different reproductive protocols for rabbit doe: effect of litter size and mating interval. Livestock Production Science, 83, 131-139.
6. CASTELLINI C., LATTAIOLI P., DAL BOSCO A., MUGNAI C., MINELLI A. (2003). Oxidative status and semen characteristics of rabbit bucks as affected by dietary vitamin E, C and n-3 fatty acids. Reproduction Nutrition and Development, 43, 1, 91-104.
7.
DAL BOSCO A., CASTELLINI C., BIANCHI L., MUGNAI C. (2004). Effect of dietary a-linolenic acid and vitamin E on the fatty acid composition, storage stability and sensory traits of rabbit meat. Meat Science, 66: 407-413.
8. CASTELLINI C., DAL BOSCO A., MUGNAI C., PEDRAZZOLI M. (2005). Oxidative stability and sensory attributes of poultry meat during display according to age and rearing system. Italian Journal of Animal Science, 5, 355-365.
9. CASTELLINI C., DAL BOSCO A., MUGNAI C., PEDRAZZOLI M. (2006). Comparison of two chicken genotypes organically reared: oxidative stability and other qualitative traits of the meat. Italian Journal of Animal Science, 5, 29-42.
10. DAL BOSCO A., MOURVAKI E., ROSSETTI E., MUGNAI C., CECCONI M. CASTELLINI C. (2007). Oxidative stability and health assessment index of rainbow trout (Oncorhynchus mykiss L.) farm reared in the Valnerina. Italian Journal of Food Science, 4, 1-12.
11. MOSCATI L., DAL BOSCO A., BATTISTACCI L., CARDINALI R., MUGNAI C., CASTELLINI C. (2008). Native immunity and oxidative traits of growing rabbits. In press. World Rabbit Science.
12. MUGNAI C., DAL BOSCO A., CASTELLINI C. (2008). Effect of pre-kindling handling on behaviour and performance of colony reared rabbit does. In Press Applied Animal Behaviour Science.
13. PERELLA F., MUGNAI C., DAL BOSCO A., SIRRI F., CESTOLA E., CASTELLINI C. (2008). Effect of dietary Faba bean (Vicia Faba minor) on the productive performance of slow-growing organic chickens. Submitted Poultry Science.
14. MUGNAI C., DAL BOSCO A., CASTELLINI C. (2008). Effect of rearing system and season on the performance of Ancona laying hens and characteristics of eggs. Submitted Italian Journal of Food Science.

Articoli su riviste nazionali:
1. MUGNAI C., DAL BOSCO A., CASTELLINI C. (2001) – Robusta maculata, una razza per il biologico. Rivista di Avicoltura, 3, 23-27.
2. CASTELINI C., DAL BOSCO A., MUGNAI C. (2001) - Ruspante? No, biologico. Umbria Agricola, Novembre: 28-36.
3. DAL BOSCO A., CASTELLINI C., MUGNAI C., MASOERO G. (2003). Le alternative alla coniglicoltura intensiva - tecniche produttive e qualità delle produzioni. Riv. di Coniglicoltura, 1: 43-47.
4. DAL BOSCO A., CASTELLINI C., MUGNAI C. (2003). Le alternative alla coniglicoltura intensiva - un esempio di valorizzazione. Riv. di Coniglicoltura, 1: 48-50.
5. CASTELLINI C., MUGNAI C., DAL BOSCO A., PALOZZO M., SCUOTA S. (2004). Aspetti comportamentali, prestazioni produttive e qualità dell'uovo in galline allevate con il metodo biologico. Riv. di Avicoltura, (3) 41-44.
6. CASTELLINI C., DAL BOSCO A., MUGNAI C., CARDINALI R. (2004). Ottimizzazione della gestione riproduttiva della coniglia fattrice e dei metodi di svezzamento. Riv. di Coniglicoltura, 1: 40-44.

Articoli in Proceedings di congressi nazionali ed internazionali:
1. CASTELLINI C., DAL BOSCO A., MASOERO G., MUGNAI C., BERGOGLIO G. (2001) – Caractéristiques biochimiques et discrimination par analyse en spectrométrie dans la proche infrarouge des differents muscles de lapin soumis au jeûne. 9èmes JOURNEES DE LA RECHERCHE CUNICOLE EN FRANCE, Paris, 28-29/11/2001.
2. DAL BOSCO A., CASTELLINI C., MUGNAI C. (2001) – Effect du mode d’élevage (cage ou parc) sur les paramètres de chute du pH et sur les caractéristiques de la viande de lapin. 9èmes JOURNEES DE LA RECHERCHE CUNICOLE EN FRANCE, Paris, 28-29/11/ 2001.
3. DAL BOSCO A., MASOERO G., CASTELLINI C., MUGNAI C., BERGOGLIO G. (2002). Effect of rearing system and strain on rabbit behaviour, performance, carcass and meat quality and NIRS related traits. Proc. 2nd Meeting of the COST Working Group 5 in Meat Quality and Safety, 11-14/04/02 Athens.
4. CASTELLINI C., DAL BOSCO A., MUGNAI C. (2003). Effect of reproductive rhythm on the ovarian status and reproductive performance of rabbit does. Atti XV Congresso ASPA, Parma, 426-428.
5. MASOERO G., DAL BOSCO A., CASTELLINI C., MUGNAI C., BERGOGLIO G., PAVINO D., ABETE M.C. (2003). FT-NIR spectroscopy of freeze-dried plasma in poultry to appreciate experimental effects linked to ROM status. Proc. 54th Annual Meeting of the European Ass. for Animal Production, 181.
6. CASTELLINI C., DAL BOSCO A., MUGNAI C. (2004). Effect of pre-slaughter rearing conditions on the meat quality of organic chickens. 39° Simposio Internazionale di Zootecnia - Meat Science and Research - ROMA 10 Giugno 2004 281-288.
7. CASTELLINI C., DAL BOSCO A., CARDINALI R., MUGNAI C. (2004). Effect of dietary a-linolenic acid on semen characteristics of rabbit bucks. Proc. 8th World Rabbit Congress, Mexico, 245-250.
8. CASTELLINI C., DAL BOSCO A., CARDINALI R., MUGNAI C., SCIASCIA E. (2004). Effect of dietary n-3 fatty acids on the composition of doe’s milk and tissues of suckling rabbits. Proc. 8th World Rabbit Congress, Mexico, 771-777.
9. DAL BOSCO A., MUGNAI C., CASTELLINI C., LAUDAZI S. (2004). A prototype of colony cage for improving the welfare of rabbit does: preliminary results. Proc. 8th World Rabbit Congress, Mexico, 1229-1234.
10. CASTELLINI C., DAL BOSCO A., MUGNAI C., PEDRAZZOLI M., MENGHINI L., PAGIOTTI R. (2006). Effetto della disponibilità di pascolo su alcuni componenti bioattivi delle uova. V° Convegno Nazionale dell’associazione Italiana di Zootecnia Biologica e Biodinamica “La Ricerca, Motore di Sviluppo della Zootecnia Biologica”, Arezzo 31 Marzo 2006.
11. CASTELLINI C., PERELLA F., MUGNAI C., DAL BOSCO A. (2006). Welfare, productivity and qualitative traits of egg in laying hens reared under different rearing systems. European Poultry Conference, Verona 2006.
12. CASTELLINI C., MUGNAI C., DAL BOSCO A. (2006). Productive performance and carcass traits of Leghorn chickens and their crosses reared according to organic farming system. European Poultry Conference, Verona 2006.
13. DAL BOSCO A., MUGNAI C., MOURVAKI E., CASTELLINI C. (2007). Effet de la disponibilité du pâturage sur le state oxydatif et sur le profil d'acides grasses de la viande de lapin. Mem. 12émes Journées de la Recherche Cunicole. Le Mans 27-29/11/07.
14. MUGNAI C., MOURVAKI E., DAL BOSCO A., CASTELLINI C. (2007). Effect of pasture availability on the fatty acid profile and oxidative status of rabbit meat. Atti 6° CONVEGNO NAZIONALE: “Acidi grassi polinsaturi ω-3, CLA e Antiossidanti”, Ancona 21-23 giugno.
15. DAL BOSCO A., CARDINALI R., MUGNAI C., CASTELLINI C. (2007). Assessment of a reproduction rhythm based on the body condition of rabbit doe: preliminary results. Proc XVII ASPA Congress. Alghero, 29/05-01/06.
16. MUGNAI C., MOURVAKI E., DAL BOSCO A., CASTELLINI C. (2007). Effetto del tipo genetico e della disponibilità di pascolo sulle prestazioni produttive e sulle caratteristiche delle carne di coniglio. Atti Congr. Naz. ASIC. Forlì, 27-29/09/07.
17. MUGNAI C., CASTELLINI C., DAL BOSCO A., CARDINALI R., MOURVAKI E., ZAMPARINI C., CECCONI M. (2007). Effetti dell’integrazione alimentare di semi di lino su galline ovaiole. Atti “La filiera del lino in Umbria”, Umbertide (PG), 14/011/07.
18. ZAMPARINI C., CECCONI M., MOURVAKI E., MUGNAI C., DAL BOSCO A., CASTELLINI C. (2008). Effetto dell’ozonizzazione sulle caratteristiche qualitative di uova biologiche: risultati preliminari. VI Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana di Zootecnia Biologica e Biodinamica, Arezzo, 23 Maggio, 2008.
19. CARDINALI R., REBOLLAR P.G., MUGNAI C., DAL BOSCO A., CUADRADO M., CASTELLINI C. (2008) . Pasture availability and genotype effect in rabbit: 2. development of gastro-intestinal tract and immune function of vermiforme appendix. Proc. 9th World rabbit Congress, Verona 10-13/06/08, 1159-1164.
20. CARDINALI R., REBOLLAR P.G., DAL BOSCO A., CAGIOLA M., MOSCATI L., FORTI K., MAZZONE P., SCICUTELLA N., RUTILI D., MUGNAI C., CASTELLINI C. (2008). Effect of dietary supplementation of organic acids and essential oils on immune function and intestinal characteristics of experimentally infected rabbits. Proc. 9th World Rabbit Congress, Verona 10-13/06/08, 573-578.
21. MUGNAI C., DAL BOSCO A., MOSCATI L., BATTISTACCI L., MOURVAKI E., CARDINALI R., CASTELLINI C. (2008). Pasture availability and genotype effects on rabbits: 1. health and welfare. Proc. 9th World Rabbit Congress, Verona 10-13/06/08, 1207-1212.
22. MUGNAI C., FINZI A., ZAMPARINI C., DAL BOSCO A., MOURVAKI E., CASTELLINI C. (2008). Pasture availability and genotype effect in rabbit: 3. performance, carcass and meat characteristics. Proc. 9th World Rabbit Congress, Verona 10-13/06/08, 1405-1410.

Stesura manuali:
C. CASTELLINI, P. CASAGRANDE, A. CLEMENTE, L. CONCEZZI, A. DAL BOSCO, M.P. FRANCIOSINI, S. MACERI, C. MUGNAI, M. OCCHIPINTI, M., F. PERELLA. Manuale di produzione del pollo d’erba. In collaborazione tra Dipartimento di Biologia Vegetale e Biotecnologie Agroambientali e Zootecniche, Sez. Scienze Zootecniche, Dipartimento di Scienze Biopatologiche ed Igiene delle Produzioni Animali ed Alimentari, AIAB e 3A–PTA.

Attività didattica:
Ottobre 2000, svolge una lezione "Il Regolamento EEC 1804/99", nell’ambito di un corso TAMAT per gli allevatori biologici.
Maggio 2001, svolge una lezioni nell’ambito del corso di Zooculture del Prof Cesare Castellini presso la Facoltà di Agraria del Università di Perugia: "Adattabilità di diversi genotipi avicoli all’allevamento biologico".
Giugno 2002, svolge alcune lezioni nell’ambito del corso di Zooculture del Prof Cesare Castellini presso la Facoltà di Agraria del Università di Perugia: "Effetto del sistema di produzione biologico su uova e carni avicole" e "Allevamento alternativo del coniglio".
Aprile 2003, svolge alcune lezioni nell’ambito del corso di Zooculture del Prof Cesare Castellini presso la Facoltà di Agraria del Università di Perugia: “La valutazione del welfare nell’azienda avicola”, “Il sistema di allevamento avicolo biologico”, “La qualità della carne avicola biologica”, “La fisiologica della deposizione” e “Qualità dell’uovo”.
Aprile 2004, svolge alcune lezioni nell’ambito del corso di Zooculture del Prof Cesare Castellini presso la Facoltà di Agraria del Università di Perugia: “La valutazione del welfare nell’azienda avicola” e “Il sistema di allevamento avicolo biologico”, “La qualità della carne avicola biologica”, “La fisiologica della deposizione” e “Qualità dell’uovo”.
Aprile 2005, svolge alcune lezioni nell’ambito del corso di Zooculture del Prof Cesare Castellini presso la Facoltà di Agraria del Università di Perugia: “La valutazione del welfare nell’azienda avicola” e “Il sistema di allevamento avicolo biologico”, “La qualità della carne avicola biologica”, “La fisiologica della deposizione” e “Qualità dell’uovo”.
Maggio 2005, svolge 4 ore di lezione presso l’ITC di Narni nel contesto della preparazione agli esami di maturità, “Il sistema di produzione biologico”.
Aprile 2006, svolge alcune lezioni nell’ambito del corso di Zooculture del Prof Cesare Castellini presso la Facoltà di Agraria del Università di Perugia: “La valutazione del welfare nell’azienda avicola” e “Il sistema di allevamento avicolo biologico”, “La qualità della carne avicola biologica”, “La fisiologica della deposizione” e “Qualità dell’uovo”.
Aprile 2007 svolge alcune lezioni nell’ambito del corso di Zooculture del Prof Cesare Castellini presso la Facoltà di Agraria del Università di Perugia: “La valutazione del welfare nell’azienda avicola” e “Il sistema di allevamento avicolo biologico”, “La qualità della carne avicola biologica”, “La fisiologica della deposizione” e “Qualità dell’uovo”.
Maggio 2007 svolge alcune lezioni su “Sistemi di allevamento avicunicoli alternativi” e “Effetto dell’attività fisica sulla qualità della carne” e 2 visite guidate presso l’azienda avicola biologica della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Perugia e presso l’azienda cunicola di Migni Giovanni, per un totale di 14 ore, nell’ambito del corso “Caratteristiche qualitative delle produzioni avicunicole ottenute con sistemi di allevamento estensivi e relativa analisi economica” dei Prof. Alessandro Dal Bosco e Gaetano Martino presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Perugia.
Aprile 2008, svolge alcune lezioni nell’ambito del corso di Zooculture del Prof Cesare Castellini presso la Facoltà di Agraria del Università di Perugia: “La valutazione del welfare nell’azienda avicola” e “Il sistema di allevamento avicolo biologico”, “La qualità della carne avicola biologica”, “La fisiologica della deposizione” e “Qualità dell’uovo”.
Maggio 2008 svolge alcune lezioni su “Sistemi di allevamento avicunicoli alternativi” e “Effetto dell’attività fisica sulla qualità della carne” e 2 visite guidate presso l’azienda avicola biologica della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Perugia e presso l’azienda cunicola di Migni Giovanni, per un totale di 14 ore, nell’ambito del corso “Caratteristiche qualitative delle produzioni avicunicole ottenute con sistemi di allevamento estensivi e relativa analisi economica” dei Prof. Alessandro Dal Bosco e Gaetano Martino presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Perugia.

24 novembre 2008 GIUSEPPE AGUZZI


Applicazione-utilizzazione di energie integrative rinnovabili nell'ambito delle attività civili e quindi domestiche.

Anche il Sole si trasformerà velocemente a seguito dell’esaurimento del combustibile atomico con conseguente contrazione, raggiungendo all’incirca le dimensioni attuali del nostro pianeta con una densità spaventosa e nascerà quella che gli astronomi chiamano una “Nana Bianca”.

Lasciando però da parte queste visioni apocalittiche e pensando a noi e a tutto il periodo lunghissimo, ancora qualche miliardo d’anni, in cui il sole brillerà immutato, sorgendo ogni giorno a Est e tramontando romanticamente ogni sera a Ovest, continuerà a dotare la Terra di:
- Luce
- Calore
- Energia pulita.

La tecnologia per l'utilizzo termico dell'energia solare ha raggiunto maturità ed affidabilità tali da farla rientrare tra i modi più razionali e puliti per scaldare l'acqua o l'aria nell'utilizzo domestico e produttivo. La radiazione solare, nonostante la sua scarsa densità (che raggiunge 1kW/m² solo nelle giornate di cielo sereno), resta la fonte energetica più abbondante e pulita sulla superficie terrestre.

Solare Termico
Il rendimento dei pannelli solari è aumentato di un buon 30 % nell'ultimo decennio, rendendo varie applicazioni nell'edilizia, nel terziario e nell'agricoltura commercialmente competitive.
L'applicazione più comune è il collettore solare termico utilizzato per scaldare acqua sanitaria. Un metro quadrato di collettore solare può scaldare a 45÷60 °C tra i 40 ed i 300 litri d'acqua in un giorno a secondo dell'efficienza che varia con le condizioni climatiche e con la tipologia di collettore tra 30 % e 80%.Le tecnologie per utilizzare l'energia solare per produrre calore sono di tre tipi: a bassa, media ed alta temperatura.Le applicazioni più comuni sono relative ad impianti per acqua calda sanitaria, riscaldamento degli ambienti e piscine; sono in aumento casi di utilizzo nell' industria, nell'agricoltura e per la refrigerazione solare.
I collettori solari ad aria calda si differenziano da quelli ad acqua per il fatto che in essi il fluido termovettore è costituito da aria. I campi d'applicazione per tali impianti sono tipicamente quelli di riscaldamento dell'aria per la climatizzazione ambientale e, in campo industriale, per i processi d'essiccazione di prodotti alimentari.I collettori solari per piscina possono fornire fino al 100% delle necessità termiche delle piscine. Sono inoltre i più semplici da installare della categoria. La combinazione di un sistema di riscaldamento solare e l'utilizzo di una copertura notturna può accrescere sensibilmente la lunghezza della stagione balneare con un incremento dei costi gestionali molto contenuto.
Le tipologie di collettori solari termici variano molto in termini di costo e di prestazioni. Per di più, essendo l'energia solare una fonte aleatoria sulla superficie terrestre, i collettori solari termici vanno realisticamente considerati integrativi rispetto alle tecnologie tradizionali; essi vanno quindi considerati capaci di fornire direttamente solo parte dell'energia necessaria all'utenza, energia che altrimenti dovrebbe essere prodotta dalla caldaia tradizionale. La percentuale di energia termica prodotta annualmente da un collettore solare termico prende il nome di fattore di copertura del fabbisogno termico annuo. A Roma, per un sistema che ottimizzi il rapporto costi/energia prodotta, questo fattore non supera il 65%.
Questo limite è comune a moltissime tecnologie basate su fonti rinnovabili, il più delle volte caratterizzate da disponibilità aleatoria o periodica. A causa di ciò, con il crescere delle dimensioni dell'impianto, cresce il fattore di copertura del carico termico, ma la relazione tra il costo dell'energia e l'energia prodotta resta lineare fino al 55%÷60%. Superato questo valore, il costo continua ad aumentare linearmente con le dimensioni dell'impianto, mentre l'energia prodotta aumenta meno rapidamente, il che si traduce in un maggiore costo dell'unità di superficie di collettore. E' per questo motivo che un collettore solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria dimensionato correttamente viene progettato per soddisfare il 60÷65% del fabbisogno termico.
In ambito urbano l'acqua calda sanitaria è per la maggior parte dei casi prodotta con scaldabagni elettrici o caldaie a gas. La produzione di acqua calda sanitaria, con l'uso di energia elettrica dissipata dalla resistenza presente nello scaldabagno, risulta un processo costoso dai punti di vista energetico, ambientale ed economico, se confrontato con la produzione di acqua calda con caldaie a gas. L'introduzione aggiuntiva di un collettore solare termico, che sostituisca parte della produzione di calore, comporta benefici ancora maggiori.
Di seguito vengono analizzati brevemente gli effetti energetici, economici ed ambientali che l'introduzione di tre diverse tipologie di impianti per il riscaldamento per acqua sanitaria possono conseguire, in relazione all'introduzione di un sistema solare termico attivo, in particolare si analizzeranno le seguenti possibili soluzioni:
1. sostituzione dello scaldabagno elettrico con un sistema integrato solare/gas
2. integrazione del sistema gas preesistente con impianto solare
3. integrazione del sistema elettrico con impianto solare (per impossibilità di sostituzione con sistema gas).
Il primo caso interessa molte utenze domestiche e pubbliche, di piccola taglia, che non hanno ancora affrontato la questione e, di conseguenza, potrebbero essere incentivate, in analogia con i provvedimenti sulle rottamazioni, ad una sostituzione dello scaldabagno elettrico. Nel secondo caso l'integrazione del sistema gas preesistente con impianto solare, prevede un costo di integrazione ridotto al minimo; si tratta di fatto di utenze che hanno già scelto il gas e potrebbero, con sistemi solari termici, risparmiare il 60 % annuo di gas combusto. Il terzo caso è relativo a realtà in cui il sistema di riscaldamento non può che essere elettrico, per ragioni urbanistiche o per la particolarità dell'utente; per esempio campi nomadi o altre strutture di accoglienza. Per le tre soluzioni impiantistiche verrà eseguito, a scopo indicativo, un bilancio energetico ed ambientale (in termini di emissioni di CO² evitate).
Si osserva allora che, nel passaggio dalla soluzione con scaldabagno elettrico a quella con caldaia a gas integrata da collettori solari, il consumo energetico pro-capite passa da 4,93 a 0,87 kWh. E' il caso più interessante, dunque, che porta ad Vantaggi ambientali una riduzione dell'82% del consumo energetico, a parità di servizio reso.Nel confronto tra il sistema basato sull'integrazione di collettore solare con una caldaia a gas e la caldaia stessa, si nota come il consumo passi da 2,18 kWh, per il caso della sola caldaia, a 0,87 kWh, per il sistema integrato. Nel passaggio dal solo scaldabagno elettrico ad uno scaldabagno integrato da collettori solari, il consumo energetico scende da 4,93 a 1,97 kWh.

Costi
Nel caso dei collettori solari il costo al metro quadro è, in realtà poco indicativo, poiché il vero costo deve essere correlato alla quantità di acqua calda prodotta in un anno. Una famiglia di 4 persone che consuma 50÷60 litri di acqua calda a persona ogni giorno, per un totale di 80÷100 mila litri annui spende circa 500,00 Euro per riscaldare l'acqua con energia elettrica e 380,00 Euro se la scalda con caldaia a metano. Se l'impianto solare integra la caldaia per un 60÷70% il risparmio annuo oscilla tra 250,00 e 350,00 Euro ed in 5 anni si ammortizza una spesa di 1300,00-1800,00 Euro Le agevolazioni statali consentono, inoltre, di detrarre dalle tasse parte delle spese di acquisto e di installazione.

Vantaggi ambientali
Con uno scaldabagno per la sola acqua calda sanitaria, una famiglia immette quotidianamente nell'ambiente una media procapite di 1,125 kgCO²/giorno.
Nel caso di una caldaia a metano, una media procapite di 0,435 kgCO²/ giorno.
Nel caso di impianti ibridi solare /gas, ossia impianti solari posti ad integrazione della caldaia a gas, la stessa famiglia produrrà una media procapite di 0,174 kgCO²/ giorno.

FotovoltaicoIl funzionamento dei dispositivi fotovoltaici si basa sulla capacità di alcuni materiali semiconduttori, opportunamente trattati, di convertire l’energia della radiazione solare in energia elettrica in corrente continua senza bisogno di parti meccaniche in movimento. Il materiale semiconduttore quasi universalmente impiegato oggi a tale scopo è il silicio. Il componente base di un impianto FV è la cella fotovoltaica, che è in grado di produrre circa 1,5 Watt di potenza in condizioni standard, vale a dire quando essa si trova ad una temperatura di 25 °C ed è sottoposta ad una potenza della radiazione pari a 1000 W/m².
La potenza in uscita da un dispositivo FV quando esso lavora in condizioni standard prende il nome di potenza di picco (Wp) ed è un valore che viene usato come riferimento. L’output elettrico reale in esercizio è in realtà minore del valore di picco a causa delle temperature più elevate e dei valori più bassi della radiazione. Più celle assemblate e collegate tra di loro in una unica struttura formano il modulo fotovoltaico.
Il modulo FV tradizionale è costituito dal collegamento in serie di 36 celle, per ottenere una potenza in uscita pari a circa 50 Watt, ma oggi, soprattutto per esigenza architettoniche, i produttori mettono sul mercato moduli costituiti da un numero di celle molto più alto e di conseguenza di più elevata potenza, anche fino a 200 Watt per ogni singolo modulo.
A seconda della tensione necessaria all’alimentazione delle utenze elettriche, più moduli possono poi essere collegati in serie in una “stringa”. La potenza elettrica richiesta determina poi il numero di stringhe da collegare in parallelo per realizzare finalmente un generatore fotovoltaico.
Il trasferimento dell'energia dal sistema fotovoltaico all'utenza avviene attraverso ulteriori dispositivi, necessari per trasformare ed adattare la corrente continua prodotta dai moduli alle esigenze dell'utenza finale. Il complesso di tali dispositivi prende il nome di BOS (Balance of System). Un componente essenziale del BOS, se le utenze devono essere alimentate in corrente alternata, è l’inverter, dispositivo che converte la corrente continua in uscita dal generatore FV in corrente alternata.
Data la loro modularità, i sistemi fotovoltaici presentano una estrema flessibilità di impiego. La principale classificazione dei sistemi fotovoltaici divide i sistemi in base alla loro configurazione elettrica rispettivamente in:
sistemi autonomi ("stand alone")
sistemi connessi alla rete elettrica ("grid connected") I sistemi connessi alla rete elettrica si dividono a loro volta in:
Centrali fotovoltaiche
Sistemi integrati negli edifici
CostiIl prezzo del kWp installato, prossimo agli 8000,00 Euro, è ancora tale da rendere questa tecnologia non competitiva dal punto di vista economico con altri sistemi energetici, se non in particolari nicchie di mercato o in presenza di meccanismi di incentivazione.
Vantaggi ambientali
Per produrre un chilowattora elettrico vengono bruciati mediamente l'equivalente di 2,56 kWh sotto forma di combustibili fossili e di conseguenza emessi nell'aria circa 0,53 kg di anidride carbonica (fattore di emissione del mix elettrico italiano alla distribuzione). Si può dire quindi che ogni kWh prodotto dal sistema fotovoltaico evita l'emissione di 0,53 kg di anidride carbonica.

EolicoLe macchine eoliche sono classificabili in diversa maniera e cioè in funzione della tipologia di energia sfruttata, della posizione dell'asse di rotazione, della taglia di potenza, del numero di pale etc.Abbiamo così:
I. in funzione dell'energia sfruttata
II. in funzione della posizione dell'asse di rotazione
III. in funzione della taglia di potenza
IV. in funzione della velocità del rotore
V. in funzione del numero di pale
VI. in funzione della regolazione
Altre variabili utili alla classificazione riguardano per esempio la tipologia della torre (metallica tubolare o a traliccio, in cemento) ed il tipo di progetto delle macchine soft o hard in funzione della rigidezza del rotore, ma riguardano in genere le macchine ad asse orizzontale. Esiste oggi una ulteriore classificazione in macchine a velocità variabile o a velocità fissa ed, inoltre, in funzione del tipo di generatore elettrico:In questa ultima ripartizione esistono macchine che posseggono due generatori e macchine con generatori a numero di coppie polari variabili.Ancora, esistono macchine dotate di inverter e macchine che ne sono prive.Dal punto di vista della linea d'assi: con o senza moltiplicatore del numero di giri.
La bassa densità energetica, dell'energia eolica per unità di area della superficie di territorio, comporta la necessità di procedere alla installazione di più macchine per lo sfruttamento della risorsa disponibile. Questo ovviamente non costituisce una preclusione agli impianti con macchina singola.L'esempio più tipico di impianto eolico è costituito dalla wind farm (cluster di più aerogeneratori disposti variamente sul territorio, ma collegati ad una unica linea che li raccorda alla rete locale o nazionale).La concezione della wind farm è legata allo sfruttamento della risorsa eolica e deve commisurarsi ad alcuni concetti base: risorsa accessibile, tecnicamente ed economicamente sfruttabile.Ma soprattutto deve strutturarsi sulla base delle esigenze dell'utenza cui si riferisce. Gli impianti possono essere sostanzialmente delle tipologie che seguono:
A. Isolati
B. In Cluster (in genere collegati alla rete di potenza o ad una rete locale con sistemi diesel);
C. Combinati o Integrati
Gli impianti eolici di potenza sono sostanzialmente costituiti dalle wind farm con cluster più o meno densamente popolato.Dall'esame di diversi esempi di parchi eolici, diversi per disposizione delle macchine e per densità di popolazione del cluster delle stesse, risulta un gran numero di tipologie possibili che, tuttavia possono raggrupparsi in un insieme discreto di cui quelle che seguono sono le principali componenti:
A. disposizione su reticolo quadrato o romboidale;
B. disposizione su una unica fila;
C. disposizione su file parallele;
D. disposizione su file incrociate (croce di S. Andrea);
E. disposizione risultante dalla combinazione e sovrapposizione delle precedenti tipologie;
F. apparentemente casuale;
la prima tipologia è caratteristica delle installazioni più vecchie (specie in USA), mentre l'ultima è caratterizzata da disposizioni in pianta secondo linee e figure molto articolate e si presta alle installazioni in ambiente "complex terrain" (cioè con orografia complessa).

Le file possono risultare con un minor numero di elementi in larghezza nella forma detta di "pine-tree array". La centrale di Alta Nurra (Sardegna) appartiene alla tipologia "E" ("C" con sovrapposizione di "D").La interdistanza fra gli aerogeneratori può variare da (3-5)D a (5-7)D a seconda se si tratti della distanza entro la fila o tra file diverse. Al fine di completare l'excursus sulle macchine eoliche, vale la pena di elencare, con un approccio da "teoria dei sistemi", le componenti dell'intero aerogeneratore, guardando ai sistemi e sottosistemi dello stesso.
Ne risulta l'elenco che segue:
A. sistema della "Torre" e delle fondazioni o struttura di sostegno;
B. sistema "Navicella" o struttura di alloggiamento o contenimento;
C. sottosistema di orientamento;
D. sottosistema di protezione esterna;
E. sistema "Rotore";
i. sottosistemi del rotore:
ii. il moltiplicatore di giri;
iii. il generatore elettrico;
iv. il sottosistema di regolazione;
v. il sistema di attuazione;
vi. il freno;
F. sistema di controllo macchina;
G. sistema connessione alla rete o sistema di collegamento.

Le principali applicazioni riguardano, nel caso delle piccole macchine, aerogeneratori o aeromotori installati come sistemi isolati a servizio di una utenza isolata (per esempio una aeropompa azionata da un motore elettrico, nel caso dell'aerogeneratore, o una aeropompa, propriamente detta, ed in genere lenta nel caso dell'aeromotore.Nel caso delle macchine di media e grande taglia, l'applicazione tipica è in cluster (in genere collegati alla rete di potenza o ad una rete locale con sistemi diesel), ed è questo il caso delle grandi wind farm americane ed europee e, più di recente, italiane.Le wind farm nel Nostro Paese, dopo qualche esempio realizzato in aree pianeggianti (Alta Nurra), si stanno sviluppando in aree appenniniche anche al di sopra di 1.000 m s.l.m. In un prossimo futuro potrebbero aversi anche centrali off-shore su fondali non oltre i 10 m e entro 1-2 km dalla linea della costa.

Costi
Attualmente, in linea di principio, può dirsi che una centrale da circa 10 MW, allacciata quindi alla rete elettrica in AT, potrebbe avere un costo di realizzazione compreso fra i 16 e i 25 miliardi di lire in funzione dell'orografia del sito. Applicazioni sempre in rete ma allacciate a quella di MT (impianti con potenza di circa 2-3 MW) potrebbero avere un costo di realizzazione compreso tra 1,8 e 2,1 miliardi di lire per MW installato. Il costo di produzione varia in funzione della taglia delle macchine e della ventosità del sito. Dopo essere stato, nel corso degli ultimi anni, a livelli di 85 - 141 £/kWh, stime più recenti lo indicherebbero in un range compreso fra 65 e 85 £/kWh. Presto il costo del kWh da fonte eolica, potrebbe raggiungere anche le 55 £/kWh divenendo così confrontabile con quello proveniente dagli impianti turbogas. Bisogna ricordare che l'energia prodotta varia con il cubo della velocità del vento, il costo del kWh prodotto dipende fortemente dalla ventosità del sito e quindi la sua scelta è fondamentale e deve basarsi su una corretta campagna anemologica.

Impatto ambientale degli impianti eolici
Gli impianti eolici producono un impatto sull'ambiente estremamente limitato e fondato sui seguenti fattori di impatto:
1. occupazione del territorio;
2. variazione al paesaggio;
3. emissioni acustiche;
4. interferenze elettromagnetiche;
5. disturbo all'avifauna stanziale e migratoria;
6. produzione di energia da immettere direttamente sulla rete locale (impatto positivo);
7. disponibilità di potenza direttamente vicino ai centri di carico locali (impatto positivo);
8. emissioni inquinanti evitate dalla sostituzione di una quota parte del parco termoelettrico (impatto positivo).
Di questi fattori solo i primi due possono in qualche modo considerarsi particolarmente significativi e provati.Tuttavia il fattore rappresentato dall'occupazione del suolo di fatto non esclude gli altri usi del territorio in quanto solo l'1-2% del territorio occupato dalla wind farm è materialmente indisponibile per l'esistenza stessa delle macchine.Gli impianti eolici, insieme agli impianti idraulici (anche di piccola taglia), sono gli unici in grado di sostituire quote significative di impianti basati su fonti fossili, per cui per ogni unità di energia elettrica prodotta verrebbero risparmiati ingenti quantitativi di emissioni.
Alcune notizie su Giuseppe Aguzzi e su alcune sue realizzazioni di maggior interesse, riguardanti l'applicazione di energia rinnovabile.
È titolare dell’omonimo noto studio termotecnico con sede in Cagli.
- Anno 1980 – Ha partecipato al corso specifico, presso la Facoltà d'ingegneria, Dipartimento di Energetica dell'Università di Ancona, sulle metodologie teoriche e pratiche atte all'utilizzo di energia termica solare.
- Anno 1981 - Progetto e di seguito realizzazione di un impianto solare per la produzione di 3.000 litri d' acqua calda per uso igienico-sanitario, in un convitto per studenti, nella città di Ascoli Piceno.
- Anno 1984 - Progetto e di seguito realizzazione di un impianto avente le stesse potenzialità di quello precedente per un Convento di Frati Domenicani a Fiano Romano (RM)
- Anni 1985 - 2006 Progettazione di impianti termici solari per riscaldamento piscine e produzione di acqua calda igienico sanitaria, in diverse ville del pesarese.
- Anno 2004 - in collaborazione con il figlio Filippo - progettazione di un impianto di riscaldamento a bassa entalpia con fonti di energia rinnovabili - solare e legna - in una villa sita su una collina sopra Fossombrone.
- Anno 2005 - Progettazione di un impianto termico solare per la gestione dell'impianto di riscaldamento, in una abitazione autonoma nel centro di Fossombrone.
- Anno 2006 – Ha tenuto un corso a Pesaro nella sede di Astranet (Sezione della Confartigianato) agli installatori di tutta la Provincia di Pesaro e Urbino, sulle metodologie teorico-pratiche per la realizzazione di impianti termici utilizzanti energia solare.
- Anno 2007-2008 – Progettazione di impianti a trigenerazione, di cui uno per un albergo di Monte Granaro (AP) in grado di produrre 1,5MW elettrici e 1,2 MW termici, utilizzante carburanti rinnovabili da filiera corta (olio di colza o di palma).
Nello stesso periodo, ha progettato per una birreria nella zona di Mombaroccio, un impianto eolico per la produzione di energia elettrica.











20 novembre 2008 FRANCESCO PIERPAOLI

GMG DA EVENTO A PROCESSO
I giovani tra grandi eventi e percorsi quotidiani

1. La GMG: un “evento ordinario”Dopo ventitre anni (1985-208) e undici incontri mondiali
- 1985 Roma: Apertura dell’anno mondiale della gioventù;
- 1987 Buones Aires: «Noi abbiamo conosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi»,
- 1989 Santiago de Compostela: «Io sono la via, la verità e la vita»;
- 1991 Czestochowa «Avete ricevuto uno spirito da figli»;
- 1993 Denver: «Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza»;
- 1995 Manila: «Come il Padre ha mandato me anch’io mando voi»;
- 1997 Parigi: «Maestro dove abiti? Venite e vedrete»;
- 2000 Roma: «Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi»;
- 2002 Toronto «Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo»;
- 2005 Colonia «Siamo venuti per adorarlo»;
- 2008 Sydney: «Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni»
Giovanni Paolo II con questa intuizione da una parte ha dato grande fiducia ai giovani perché con le loro domande e ricerca di essenzialità tengono vivo il mondo dall’altra spinge la società e la Chiesa ad essere casa accogliente dei giovani

2. Fenomeni virtuosia) Le Gmg di edizione in edizione aiutano a sentirci cittadini del mondo, ad allargare gli orizzonti, la pluralità e bellezze delle culture. (Le grandi vie dei pellegrini nella storia hanno fatto la cultura del tempo). oggi tutti abbiamo paura dell’altro, ma non facciamo nulla da un punto di vista educativo. L’unica cosa che sentiamo giusta è limitare la libertà quando questa poi non diventa pura e semplice repressione e discriminazione.
b) La Gmg chiede la necessità di riaprire il dialogo tra le generazioni per trasmettere l’essenziale della vita e fare cultura. La Gmg sta assolvendo sempre più a questo ruolo quasi di “bussola”. Pensiamo al grande sforzo di interpretare il passaggio di millennio attraverso la cifra della “traditio”: una generazione passa all’altra la consegna di far vivere la fede in un’epoca nuova; il Papa traghetta cinque giovani al di là della porta santa, rivestendo questo gesto di un altissimo valore simbolico, esplicitato poi dalle parole forti ed entusiasmanti pronunciate durante la veglia a Roma 2000. «Cari amici, voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti»
c) Le Gmg, ci aiuta ad avere fiducia nei giovani. Rendendoli protagonisti della loro storia e della loro vita. Benedetto XVI è su questa linea quando a Sydney ripete: «Cari giovani, permettetemi di farvi ora una domanda. Che cosa lascerete voi alla prossima generazione? State voi costruendo le vostre esistenze su fondamenta solide, state costruendo qualcosa che durerà? State vivendo le vostre vite in modo da fare spazio allo Spirito in mezzo ad un mondo che vuole dimenticare Dio, o addirittura rigettarlo in nome di un falso concetto di libertà? Come state usando i doni che vi sono stati dati, la “forza” che lo Spirito Santo è anche ora pronto a effondere su di voi? Che eredità lascerete ai giovani che verranno? Quale differenza voi farete?».


3. Il «prima» e il «durante» la GMG
Passare dal vedere la Gmg come un viaggio e quindi dal comportarsi come “agenzia turistica”, al considerare la Giornata come una esperienza educativa ordinaria.
Un’agenzia turistica si preoccupa della qualità della sua proposta, ma non le interessa troppo sapere chi è perché vi partecipi; quando si prepara una GMG si parte invece proprio da lì, dai giovani che verranno e dai loro bisogni;
- all’agenzia turistica interessa che non ci siano posti vuoti sull’autobus o in albergo, indipendentemente da chi li va ad occupare; nella GMG si cerca l’alloggio secondo l’entità del gruppo, ed ogni posto vuoto “pesa” soprattutto da un punto di vista educativo: è un’assenza, non una perdita economica;
- un’agenzia turistica non si preoccupa di cosa i suoi clienti hanno fatto fino al giorno prima di salire sull’aereo, né di cosa faranno una volta tornati a casa; ogni GMG invece è punto di arrivo di un anno di cammino e “lancio” di quello successivo;
- l’agenzia turistica progetta le sue proposte offrendo un diversivo dal quotidiano, e per questo ricerca luoghi, contenuti ed esperienze quanto più lontane e diverse dalla vita di tutti i giorni; la GMG si progetta con finalità diametralmente opposte, per cui anche le esperienze “diverse” sono pensate in funzione della quotidianità (pensiamo ad esempio alle scalate in montagna: ne parliamo sempre riferendoci a qualche atteggiamento prezioso per l’esistenza di ogni giorno);
- un’agenzia turistica, infine, sa che, concluso il rapporto, non vedrà il proprio cliente fino alla prossima estate: deve sparare tutte le cartucce disponibili in pochi giorni, se vuole in qualche modo fidelizzarlo; deve giocare al ribasso sui prezzi e limitare al minimo i disagi, se desidera lavorare ancora con quella persona. La GMG è un momento di una relazione, nel quale alzare il tiro delle esigenze e abbassare il livello del confort, per dare spazio al rapporto interpersonale, che proprio dalle distrazioni e dai rumori viene spesso condannato alla banalità.

4. Il «dopo» GMGa) risvegliare la passione educativa di tutta la società civile
Tutta la società è impegnata in questo percorso. Recentemente il presidente della repubblica italiana parlando ai giovani a fatto sue le parole di papa benedetto quando parlava dell’«emergenza educativa»). Avere fiducia dei giovani e dare fiducia ai giovani senza che questa sia una «delega in bianco». Le frasi «i giovani sono il nostro futuro», «i giovani non sono una risorsa ma una speranza», «i giovani sono una priorità pastorale» che troppe volte, purtroppo, rimangono una enunciazione di principio sono realtà.
Credo che questa ampiezza di investimenti, che esprime una assai positiva considerazione del mondo giovanile, sia un primo stimolo da recepire in vista della continuità. Quando i giovani diventano la priorità reale della comunità, quando gli adulti (famiglie, preti, vescovi, amministratori, baristi, allenatori…) stanno con impegno vicino ai giovani e danno loro fiducia, essi rispondono con entusiasmo. Si tratta di camminare su questa strada in ogni città, diocesi e parrocchia, superando mentalità di delega e superficialità, per rendere protagoniste le nuove generazioni.
b) “parleranno lingue nuove”
Una seconda pista, complementare alla prima, è relativa alla molteplicità di linguaggi che la Gmg utilizza per parlare al cuore dei giovani (multimedialità)
c) una proposta educativa esigente
Un’ultima pista riguarda l’esigenza di presentare una vita fatta di grandi orizzonti, di sogni, a partire dalla fiducia nei confronti dei giovani (Esempio: vincitore della medaglia d’oro alle olimpiadi). Alle Gmg il Papa non si stanca di chiamare i giovani a grandi responsabilità, mentre dichiara loro tutta la sua stima. Non è difficile comprendere quanto tutto questo sia in consonanza con il cuore dei giovani, troppo spesso appiattiti su progetti di bassa caratura, per quella sorta di «mancanza di ossigeno» che è uno degli esiti della crisi delle ideologie. Non è difficile, però, intuire il rischio di fermarsi ad enunciazioni di principio o ad esaltazioni momentanee, se non si compie la fatica di indicare percorsi praticabili e quotidiani, che mettano insieme gradualità ed efficacia. In questo senso il «pensare globalmente e agire localmente» è una logica obbligata, sia per quello che riguarda il cammino di santità, che in relazione alle grandi tematiche sociali, culturali ed economiche.

5. Quasi una conclusione: Una rinnovata presenza educativa da parte degli adulti
Il “silenzio degli onesti”, che spaventava M. L. King più del chiasso dei malvagi, è fenomeno preoccupante anche se trasferito sul piano della vita e se volete della testimonianza cristiana.
Dove finiscono, al lunedì mattina, tutti i giovani che domenica sono andati a messa? Dove sparisce quel 7 o 8% di giovani che fa parte di gruppi, associazioni, movimenti? I cristiani della “comunità eucaristica” sono sicuramente una minoranza in molti ambienti di vita; una minoranza peraltro invisibile, assai ben mimetizzata e silenziosa.
Credo sia necessario pensare una nuova presenza educativa negli ambienti di vita dei giovani. E’ necessario, ma non sufficiente, educare ad “uscire allo scoperto”; c’è bisogno di una seria progettualità, per aiutare i giovani a individuare spazi di protagonismo e di azione comuni. Ciò vale per i “classici” ambienti della scuola, del lavoro, dell’università... ma anche per le nuove frontiere del tempo libero, della globalizzazione, del territorio... Sarebbe davvero importante mettere dinanzi ad ogni giovane la possibilità di essere protagonista di cambiamento, di umanizzazione, negli ambienti concreti in cui egli vive ogni giorno, ed anche di fronte alle grandi questioni del nostro tempo: la pace, lo sviluppo, la giustizia...

Francesco Pierpaoli
Don Francesco Pierpaoli è nato a Cagli (PU) l’11 novembre 1961

Alunno del Seminario regionale di Fano dal 1980 al 1985
Il 27 settembre 1986 ordinazione presbiterale, Diocesi di Fano – Fossombrone – Cagli – Pergola

Dal 1986 al 1995 Vicario Parrocchiale presso la parrocchia dei Santi Francesco e Biagio di Pergola (PU)

Dal 1989 al 1999 Assistente diocesano dei Giovani di Azione Cattolica

Nel 1990 Licenza in Sacra Liturgia presso il Pontifico Istituto Liturgico di Roma

Dal 1990 Professore di Liturgia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Fano e Ancona

Dal 1992 al 1999 Responsabile diocesano della Pastorale Giovanile

Dal 1995 al 1998 Parroco di Serra Sant’Abbondio (PU)

Dal 1998 al 2004 Vice Rettore presso il Pontificio Seminario Marchigiano «Pio XI» - Ancona

Dal 1999 Professore di Liturgia presso l’Istituto Teologico Marchigiano

Dal 2004 Incaricato per la regione Marche per la Pastorale Giovanile

Dal 2004 incaricato per la formazione al diaconato permanente della diocesi di Fano – Fossombrone – Cagli – Pergola

Dal 2004 al 2005 amministratore della Parrocchia di sant’Antonio Abate in Fossombrone

Dal 2004 al 2005 cappellano dell’ospedale civile di Fossombrone

Dal 2005 Direttore del Centro Giovanni Paolo II di Montorso

17 novembre 2008 AUGUSTO TOCCI


Dal bosco alla tavola. I prodotti del bosco: curiosità e ricette.



Frutto di un lavoro ventennale di ricerca e sperimentazione condotto dal Dr. Augusto Verando Tocci (già Direttore dell’ Istituto Sperimentale per la Selvicoltura di Arezzo) assieme alla moglie Luisa ed alle figlie Cristiana e Maria Teresa (titolare quest’ ultima dell’Agriturismo Il Casalone Loc. San Patrignano, 53 - Badia Tedalda (AR) - Tel. 339 3731825), è una prelibata e particolarissima gastronomia forestale.

Precursore, nelle trasmissioni di Linea Verde, dell’ impiego dei prodotti secondari del bosco in cucina, il Dr. Tocci ha nel tempo elaborato e pubblicato centinaia di ricette. Queste innumerevoli ed originalissime ricette hanno tutte quante in comune alcuni caratteri fondamentali, estremamente significativi per comprendere appieno la particolarità della cucina proposta, che possono essere così sintetizzati:

a) genuinità: provenendo dalle coltivazioni biologiche dell’ azienda e dai boschi aziendali i prodotti che vengono utilizzati non conoscono concimazioni, né antiparassitari o pesticidi;

b) nostralità: fatta eccezione per olio e vini - comunque rigorosamente di origine toscana - tutti i prodotti adoperati in cucina sono veramente nostrali e tipicamente locali, ossia provengono dalla terra toscana in senso stretto. Difatti la particolarissima zona di Badia Tedalda - ove non attecchiscono vite, ulivo né castagno - è eccezionalmente provvida dei più preziosi gioielli gastronomici, essendo al contempo, zona di produzione del tartufo bianco pregiato (tuber magnatum pico), dei suoi fratelli minori, dei funghi porcini e prugnòli, nonché della rinomata carne bovina di razza chianina, la quale è addirittura prodotta, macellata e commercializzata in loco;

c) stagionalità: è ovvio come una gastronomia forestale debba adeguarsi al ciclo delle stagioni, caratterizzando i menù in funzione di quelle che sono le periodiche produzioni del bosco, del sottobosco e delle coltivazioni aziendali;

d) recupero delle tradizioni: la cucina proposta non trascura mai, anzi riscopre e valorizza le antiche tradizioni gastronomiche di Badia Tedalda e dell’Alta Valmarecchia con le tipiche paste (tagliatelle, gnocchi e ravioli) fatte rigorosamente a mano e riproponendo tipici piatti medievali quali ad es. l’ agliata, il pancristiano ed il migliaccio al latte;

e) fantasia e creatività: muovendo da una solida base di conoscenza ed esperienza, sono la fantasia e la creatività gli elementi che rendono veramente uniche le proposte. Così, ad esempio, un comunissimo fiore, il tarassaco ( detto pisciacane ) si trasforma in un appetitosa salsa per crostini; allo stesso modo i frutti delle produzioni aziendali di kiwi selvatico ed olivello spinoso si combinano alchemicamente in una bevanda ottima al palato, naturalissima ed altamente energetica.

In conclusione, questa è una gastronomia originale, genuina, semplice e per certi versi povera...

ma molto apprezzata persino dai reali.