Mostra di Giovanni Santi alla Galleria Nazionale delle Marche - Urbino

Giovanni Santi. “Da poi … me dette alla mirabil arte de pictura”

A testimonianza del contesto culturale nel quale operò Giovanni Santi, il Dott. Alessandro Marchi, storico dell'arte, ci ha mostrato, dopo iSan Girolamo proveniente dal Vaticano, le altre opere del Santi provenienti dalla National Gallery di Londra, dal Museo Puškin di Mosca e la quasi totalità delle opere presenti in loco e nel territorio, le opere coeve, come l’Annunciazione di Fano del Perugino o l’Angelo Musicante di Melozzo da Forlì del Vaticano, che affiancano i capolavori di Piero della FrancescaGiusto di GandPedro Berruguete, etc., già presenti nelle collezioni della Galleria Nazionale delle Marche. Ed ancora, opere di scultura, come la Madonna con Bambino dalla Pinacoteca Civica di Jesi di Domenico Rosselli, già attivo nel cantiere del palazzo urbinate per il Duca Federico, o l’inginocchiatoio intarsiato proveniente dalla Cappella Oliva nella chiesa di S. Francesco di Montefiorentino a Frontino – della quale si esporrà anche la pala del 1489 – che affiancherà gli straordinari intarsi dello Studiolo e delle preziose porte dell’appartamento ducale.























Ha destato notevole interesse sui visitatori il frammento di affresco del San Sebastiano proveniente dai depositi del Museo Civico di Cagli.



La poliedrica personalità umanistica di Giovanni Santi – dimostrata dall’ampia produzione letteraria –  è testimoniata dal manoscritto originario del suo capolavoro, la Cronaca rimata, proveniente dalla Biblioteca Apostolica Vaticana 





L’intero ciclo pittorico concepito originariamente per il Tempietto delle Muse, otto tavole – sette rappresentanti le Muse ed una Apollo – opera di Giovanni Santi e Timoteo Viti, è stato gentilmente concesse in prestito da Palazzo Corsini in Firenze, per essere ricollocato all’interno del loro ambiente originario.