2 maggio 2011 Marco Leopoldo UBALDELLI

L'Amore nella lettaratura greca: desiderio, follia, conoscenza.




Terminologia:
- eros / eran (= amare, desiderare intensamente)
- philia / philein (= amare, voler bene, avere caro, prendersi cura di, ma anche baciare: il bacio è il philema)
- sterghein (= amare i propri figli o i propri genitori)
- agapan (= trattare affabilmente, avere un amore di protezione, di cura, benevolenza)
- ta aphrodisia (= i rapporti sessuali, ovvero “le cose di Afrodite”)

L’AMORE NELL’EPICA: L’AMORE CONIUGALE
Elena – Paride – Menelao - Ulisse – Penelope




Elena, Dante Gabriele Rossetti

L’AMORE COME DESIDERIO
- Archiloco di Paros.
Fr.191 W
Un tale desiderio d’amore, stretto sotto il mio cuore,
molta nebbia ha versato sugli occhi,
e mi ha rubato dal petto la molle anima (trad. A.Aloni)

Fr.203 T
Giaccio nel desiderio, misero, esanime
per volere degli dei trafitto
nelle ossa da gravi dolori (trad. G.Tarditi)





Gli amori di Paride ed Elena, Jacques Louis David, 1788
Fr.196 W
Amore che fiacca le membra, amico mio caro, mi vince … (trad. G.Perrotta)

Fr.30 W
Con una fronda di mirto giocava
ed una fresca rosa;
e la sua chioma
le ombrava lieve gli omeri e le spalle (trad. S.Quasimodo)

- Mimnermo di Colofone.
Fr.1 W
Quale vita, quale gioia senza l’aurea Afrodite ?
Possa essere morto, quando a me non interessino più queste cose,
l’amore segreto, i dolci doni e il letto,
che sono i fiori attraenti della giovinezza per gli uomini e per le donne.
5 Ma quando sopraggiunge la dolorosa vecchiaia,
che rende l’uomo spregevole e brutto,
continuamente cattivi pensieri lo tormentano nell’animo,
né si rallegra vedendo i raggi del sole,
ma è odioso ai fanciulli, degno di disprezzo per le donne:
10 così dolorosa il dio ha voluto rendere la vecchiaia. (trad. L.E.Rossi)


Ulisse e Penelope, Primaticcio, 1560 ca

L’AMORE COME FOLLIA
- Saffo di Lesbo (Eresò).
Fr.16 V [la cosa più bella]
Alcuni dicono che sulla terra nera
la cosa più bella sia un esercito di cavalieri,
altri di fanti, altri di navi, io invece
4 ciò di cui uno è innamorato;

ed è assolutamente facile farlo intendere a chiunque:
perché colei che di gran lunga superava in bellezza
ogni essere umano, Elena,
8 abbandonato il suo sposo impareggiabile

traversò il mare fino a Troia,
né si ricordò della figlia e degli amati genitori;
ma Cipride la travolse
12 innamorata.



Ora mi ha risvegliato il ricordo di Anattoria
16 che non è qui;

e io vorrei vedere il suo amabile portamento
lo spendore raggiante del suo viso
più che i carri dei Lidi e i fanti
20 che combattono in armi. (trad. F.Ferrari, F.Sisti)
(seguono due versi che sembrano dire: “non è possibile agli uomini ottenere quello che bramano”)

Fr.1 V [l’ode ad Afrodite]
Afrodite immortale dal bel trono,
figlia di Zeus, tessitrice di inganni,
non affliggermi nell’animo con ansie e dolori,
4 o signora,

ma vieni qui, se mai altre volte,
udendo da lontano le mie preghiere,
le hai ascoltate e, lasciata la casa del padre,
8 giungesti avendo aggiogato il carro aureo;

begli uccelli veloci ti conducevano,
battendo fitte le ali,
sulla nera terra dal cielo
12 in mezzo all’etere.

E subito giunsero; e tu, o beata,
sorridendo nel volto immortale
mi chiedesti che cosa ancora mi accadeva
16 e perché ancora ti chiamavo qui;

e mi chiedesti che cosa più di tutto volevo accadesse
nel cuore a me folle: “Chi ancora devo persuadere
a venire al tuo amore ?
20 Chi, o Saffo, ti fa ingiustizia ?

E infatti se lei fugge, presto inseguirà;
se non accetta doni, ecco li darà;
se non ama, presto amerà,
24 anche se non vuole”.

Vieni a me anche ora,
liberami da tristi affanni,
e compi ciò he il cuore desidera si compia per me,
28 e tu stessa sii mia alleata. (trad. L.E.Rossi)

Fr.31 V [i sintomi della passione]
Mi sembra essere uguale agli dei quell’uomo
che siede davanti a te e ti ascolta da vicino
mentre parli dolcemente
4 e sorridi amabilmente;

e questo davvero mi fa sobbalzare il cuore in petto;
infatti, appena ti vedo,
subito non mi è più possibile
8 dire neanche una parola,

ma la lingua si spezza,
subito un fuoco sottile corre sotto la pelle,
non vedo più nulla con gli occhi,
12 le orecchie ronzano,

il sudore mi pervade e un tremito
mi prende tutta, sono più verde
dell’erba, e sembro a me stessa
16 poco lontana dalla morte.

Ma tutto è sopportabile, poiché … (trad. L.E.Rossi)


Saffo e Alceo, Alma Tadema, 1881
- Euripide, Medea vv.1078-80
“So quanto male sto per fare, ma la passione dell’animo
– che è causa delle sciagure più grandi –
la passione dell’animo è più forte in me della ragione”. (trad. M.G.Ciani)

- Euripide, Ippolito vv.377-383
(Fedra) “Non credo che gli uomini si trovino a soffrire a causa della loro ragione.
No. Molti di loro possiedono la saggezza,
ma bisogna tenere presente che sappiamo e conosciamo sì il bene,
ma non lo compiamo, chi per inerzia,
chi preferendo alla virtù qualche piacere.” (trad. G.Paduano)


Medea, Klagmann, 1868
- Platone, Fedra

L’AMORE COME CONOSCENZA
- Teognide di Megara.
Corpus Theognideum 27-38
E per il bene che ti voglio io ti darò,
o Cirno, i consigli che anch’io fanciullo dai buoni appresi.
Sii saggio e non inseguire onori o successi o lucro
30 con azioni basse o con soprusi.
Questo tu sappi e gente vile non frequentare,
ma tienti stretto sempre ai buoni:
bevi e mangia con loro, siedi con loro a banchetto
e cerca di piacere a chu ha potere grande.
35 Dai buoni il bene imparerai,
ma se ti mescoli ai vili perderai anche il senno che già possiedi.
Appresa questa lezione frequenta i buoni ! Potrai dire un giorno
che io ben consiglio gli amici. (trad. F.Ferrari)


Fedra, Alexandre Cabanel, 1880

- Platone, Simposio 209 e – 211 b


(Diotima) “In queste cose d’amore forse, o Socrate, avresti potuto iniziarti anche da solo; ma dubito che saresti capace di percorrere i gradi della visione suprema, in cui hanno radice le cose d’amore, se si segue una retta via d’indagine. Perciò te ne parlerò io […]
Chi si dirige per la retta via a questa impresa, deve cominciare fin da giovane ad avvicinarsi a corpi belli, e dapprima - se chi lo guida lo indirizza per la retta via - deve amare un determinato corpo e in esso generare discorsi belli e poi riconoscere che il bello di ciascun corpo è fratello al bello di un altro corpo […], quindi bisogna far sì che si innamori di tutti i corpi belli, e che allenti la veemente passione per uno solo, giungendo a disprezzarla e a considerarla meschina, e poi prenda a stimare la bellezza che è nelle anime come più preziosa di quella che è nei corpi, di modo che, se l’altro è eccellente nell’anima ma possiede un ben modesto fiore di bellezza, sia contento di lui e lo ami e ne abbia cura ricercando e partorendo discorsi capaci di rendere migliori i giovani, affinché in seguito egli sia costretto a contemplare il bello che è nelle istituzioni e nelle leggi […], e dopo le istituzioni essa lo conduca alle scienze, perché ora veda la bellezza delle scienze, e guardando a un bello ormai molteplice, non sia più un individuo gretto e meschino che servendo presso un solo padrone, come uno schiavo, agogna la bellezza di un fanciulletto o comunque di un solo individuo o di una sola istituzione, ma rivolto ormai al grande mare del bello, partorisca in virtù della speculazione molti e belli e magnifici discorsi e pensieri in un illimitato desiderio di conoscenza, finché, irrobustito e cresciuto in questa sfera, penetri in un’unica scienza siffatta, la quale è scienza di un siffatto bello. […] Perciò quando qualcuno, dopo aver amato in modo retto i fanciulli, risalga dalle singole cose belle e cominci a contemplare quel bello in sé, allora veramente si può dire che raggiunga la meta.” (trad. F.Ferrari)

Nessun commento: