24 febbraio 2011 Agostino MARINI

Le mie esperienze da paleontologo (1990-2006): rivisitazione degli studi o ricerche sui fossili ( Ammoniti) presenti nelle nostre montagne.
La scorsa estate a Cagli, con la collaborazione dell'Assessore Alberto Mazzacchera, ho organizzato la presentazione di un libro sulle Ammoniti Giurassiche dell'Appennino Umbro Marchigiano, svoltasi nell'atrio del Comune (Sala Gran Consiglio). Relazionavano gli Autori Prof. Federico Venturi università di Perugia.
Era presente anche il prof. V. Ambrosini che ha colto subito l'occasione per propormi una relazione sull'argomento.
PPPTT .
Nel libro in questione sono riportati in forma divulgativa i lavori e le scoperte geo-paleontologiche avvenute tra gli anni ‘90 e 2010 dal gruppo di ricerca a cui io ho partecipato con continuità.
Al gruppo partecipavano Paolo Faraoni, Prof. Giovanni Pallini , Prof Patrizio Cecca , Prof, Federico Venturi , Prof. Francoise Baudin e tanti altri giovani laureandi in Geologia dell'Università La Sapienza di Roma .
Noi abbiamo studiato la distribuzione Biostratigrafica delle Ammoniti (Periodo Giurassico e Cretacico) nelle rocce dei nostri monti , la loro distribuzione negli strati , gli habitat in cui vivevano, la loro distribuzione nelle varie aree geografiche di quel tempo e il clima del passato ( Tafonomia , Biostratigrafia , Paleogeografia, Paleoclima).
Abbiamo pubblicato circa 15 lavori a partire dal ‘93 in varie riviste e questo ci ha permesso di farci conoscere a livello scientifico europeo e mondiale e ha portato nelle nostre zone gruppi di studiosi che, oltre a confrontarsi in Workshop, hanno visionato i nostri dati e le sezioni studiate.
Ricordo
Piobbico 93, workshop Toarciano Prof Cresta; Piobbico 95, workshop IGCP Cretacico Prof Cecca; 5°Congresso Internazionale di Granada, in cui io e il Prof Venturi abbiamo presentato un Poster sulla Sez. lecceti;
nel ‘99 Robin Hood Bay, Yorkshire UK, IGCP Sinemuriano basale, mio e del Prof. Venturi; nello stesso anno a Secchiano seconda sessione IGCP Sinemuriano Basale, Sezione Bosso River e Bosso Stirpeti, a cui si collega nel fine settimana anche una escursione della Società Paleontologica Italiana;
nel 2002, 6° Congresso Internazionale di Palermo, organizza una escursione ai congressisti ed il nostro gruppo guida le escursioni nell'Appenino.

PPTT escursioni
Quando è nata questo mio interesse per i fossili e perchè da semplice collezionista sono diventato un paleontologo-ricercatore non strutturato , collaboratore di varie Università Italiane Roma, Perugia e Urbino.
(Parentesi: tutti noi abbiamo raccolto degli esemplari di questi modelli fossili di guscio di cefalopodi vissuti milioni di anni fà, così abbondanti nelle rocce della formazione del Rosso Ammonitico, presente in tante localita' dei mostri monti. Questi reperti ci affascinano, ci parlano di un mondo perduto che è lo stesso di quello tanto celebrato dai più famosi Dinosauri ).
Io mi sono laureato in Scienze Naturali a Perugia nel ’73, Tesi in Cristallogarfia e tesina sulle Ammoniti del Furlo con Prof Venturi. Dopo la tesina ho smesso di collezionare le ammoniti , ne avevo compreso la loro importanza scientifica e il danno che si fa raccogliendole . Ho ripreso questa antica e non sopita passione nel ’90, quando un sabato libero dalle lezioni ho deciso di assistere ad un convegno internazionale che si teneva a Pergola, Liceo scientifico, il terzo FOSSILI ED EVOLUZIONE Organizzato dal Pallini, Cresta, Cecca e Santantonio, prof Univ. La Sapienza di Roma.
Foto Pergola.
Dopo 18 anni , l'occasione per riprendere questo studio mi si è riproposto quel sabato, tra i relatori della mattina c'era un mio alunno Paolo Faraoni ( Ragioneria di Cagli, ‘75). Relazionava sulla scoperta e presenza di ammoniti svolte del Cretacico basale nell'Appennino, mai sentite nominare, presenti abbondantemente in Francia nella Provenza. Sino ad allora tutti i testi di geologia davano per sterile in macrofauna le formazioni Cretaciche italiane.
Parlando con lui mi raccontò che da dieci anni raccoglieva e collezionava le Ammoniti del Bosso del Nerone e negli ultimi tempi, dopo aver conosciuto dei geologi olandesi, aveva rivolto la sua attenzione alle formazioni della Maiolica.
Le stesse ammoniti del cretacico erano già state trovate nei primi del ‘900 dal parroco di Secchiano don M. Mariotti (ho visionato personalmente delle scatole di cartone auto-costruite dal parroco, contenenti i cartellini che ne dichiaravano la provenienza dalla Montagnola di Secchiano ).
Foto Montagnola e faglia Via Stratta.

La raccolta di Paolo Faraoni si era rilevata una fonte inesauribile di dati.
Paolo, in seguito, aveva preso contatto con il Prof. G. Pallini e il Prof. F. Cecca, esperti paleontologi romani, e con loro aveva iniziato una fattiva collaborazione. Il giorno dopo la presentazione del lavoro era prevista una escursione del congresso sul monte Tenetra sopra Acquaviva. Ho chiesto se vi potevo partecipare e qui ho trovato le prime ammoniti cretaciche.
Così è iniziata la mia collaborazione con questo gruppo di ammonitologi: aiutavo nelle campionature e nella raccolta di dati sulle formazioni Giurassiche e Cretaciche Appenniniche, assieme a tanti ragazzi laureandi di geologia dell’Università di Roma.
Poi nel ‘93 si è deciso di pubblicare su delle riviste scientifiche alcuni lavori su questi ritrovamenti. Per la prima volta si dava un inquadramento biostratigrafico alle ammoniti dell’Appennino. Non ci si limitava solo alla loro classificazione tassonomica come nel primo ‘900, ma se ne indicava la posizione negli strati log (Comparsa e estinzione), le associazioni faunistiche che la accompagnavano , le località dove si potevano trovare.
Gli esperti coinvolti nei lavori furono:
il prof. F. Venturi per il Giurassico,
il prof. Fabrizio Cecca per il Cretacico,
il prof Francoise Baudin - Univ Curie di Parigi - per le analisi chimiche delle marne o argille.
A questa attività abbiamo dedicato tutto il nostro tempo libero dal lavoro, per anni ; gli esemplari, raccolti finivano per arricchire la raccolata Faraoni , erano una fonte inesauribile di nuovi dati con nuovi Generi e nuove Specie mai visti prima.

Attualità dei lavori pubblicati 20 anni fa.
Oggi sono passati 20 anni , quel gruppo di ricerca si è concluso con la (Foto Pallini) morte del Prof. Pallini nel settembre 2003, ma quei lavori continuano a produrre nuove ricerche nel mondo, altri hanno approfondito le nostre scoperte. Gli eventi anossici oceanici del Toarciano (194 mil anni) o il Livello Faraoni (134 mil anni) ci parlano di antiche crisi climatiche (Riscaldamento o Raffreddamento degli antichi oceani con estinzione delle tante forme di vita ) ci riportano nel mondo attuale.
In questi ultimi 30 anni le conoscenze e gli studi nell’Appennino si sono sviluppati anche grazie al nostro lavoro. Conoscenze che hanno permesso di ricostruire l’antico oceano tropicale che lo costituiva: la TETIDE. Qui di seguito un elenco delle scoperte che fanno di questo territorio una delle Regioni a maggiore interesse geo-paleontologico mondiale.

1. Il Livello San Nicolò o Bonarelli, Sinemuriano basale (200 mil anni)
2. L’evento a Catriceras e il Carxiano /Domeriano delle vallate Bosso e Burano (197 mil anni)
3. Le argille alla base del Toarciano ( Emersione dopo evento a Petranoceras e Secchianoceras ) Sez. Lecceti e Sez Maranghi Bosso e Burano (194 mil anni)
4. La Lacuna negli alti strutturali di 27 mil anni di emersione di monte Nerone, Cava Bugarone
5. ( Batoniano –Calloviano –Oxfordiano – Kimmeringiano ) 172/150 mil anni
6. Le biostratigrafie ad ammoniti cretracice della Maiolica Berresiano –Valanginiano –Hauteriviano –Barremiano dei nostri monti (150-120 mil anni)
7. Il Livello Faraoni, Crisi Climatica Mondiale, con deposizione di argille ricche in carbonio da il limite tra Hauteriviano e Barremiano (134 mil anni)
8. Il Livello Selli marne a fucoidi base Aptiano (120 mil anni)
9. Livello Bonarelli, scaglia bianca/Rossa, Cenomaniano-Turoniano (90 mil anni)
10. Livello K-T ad Iridio Alvarez, Limite Cretacico/ Terziario, Estinzione dei Dinosauri e Ammoniti (65 mil anni)

Presentazioni:
Liv. faraoni
Ugo - La vera storia di un Sauro - Marini
Le Argille anossiche alla base del Toarciano, Sez Lecceti
Le ammoniti del Bonarelli, San Nicolo'/Cava Morena

Conclusioni
Oggi si parla su tutti i media , con gran enfasi, di clima che cambia, di effetto serra, di trasgressione marina (cioè scioglimento dei ghiacci polari e conseguente scomparsa di km di coste basse ), causati dalla cupidigia dell’uomo moderno e super civilizzato.
Tutti questi eventi così preoccupanti ci sono già stati nella storia della nostra Terra , tante volte con una ciclicità disarmante .
Agli effetti catastrofici sugli esseri viventi, la forza dell’evoluzione ha sempre saputo rispondere. Noi , qui’ in Appennino per primi, ne abbiamo documentato diversi di questi eventi catastrofici: alla morte di un intero habitat, dopo un periodo di tempo più o meno lungo, di 15000/ 30000 anni, segue sempre un ripopolamento con forme rinnovate di vita che sostituiscono le precedenti .
Così è stato per noi uomini ( Homo Sapiens sapiens) presenti da non più di 25000 anni quando abbiamo soppiantato la specie precedente di Homo Neandertalens

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