1 febbraio 2010 GHERARDO GNOLI

Le Marche e l’Oriente

Rilevante è il contributo che nei secoli i Marchigiani hanno dato alla conoscenza dell’Asia e straordinario e generoso è l’impegno, di religiosi o di studiosi, nell’incontro dell’Italia, e dell’Europa con l’Oriente, da Matteo Ricci (1552 – 1610) ai missionari cappuccini (XVIII sec.), a Giuseppe Tucci, (1894 – 1984), e finalmente all’attuale ricostituzione di una Sezione marchigiana dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente.

* * *
Matteo RicciMatteo Ricci nasce a Macerata nel 1552. Compiuti sedici anni, il giovane Matteo inizia a frequentare l'Università della sua città per poi recarsi a Roma, sotto suggerimento del padre. Contrario alla volontà di quest'ultimo Matteo decide di entrare nella Compagnia di Gesù.Non ha neanche diciannove anni. Studia e si forma presso il Collegio Romano, dove entra in contatto con i più autorevoli studiosi del tempo. A venticinque anni Matteo Ricci scopre la sua vocazione missionaria e nel 1577 viene destinato in Oriente.


Emmanuele Yu Wen-Hui (detto Pereira), Ritratto di Matteo
Ricci, 1610, Olio su tela, cm 120 x 95

Nel 1582 Matteo Ricci arriva in Cina. Sbarca in Cina vestito da bonzo, con la testa rasata, in tre anni ha già imparato il cinese.
A Zhaoqing Matteo e un suo confratello trovano accoglienza dopo essersi presentati presso il governatore Wang Pan, ma i problemi non mancarono in quella città e i due gesuiti furono accusati ingiustamente di alcuni reati e per questo dovettero cambiare città.

Andrea Sacchi (Nettuno? 1599 - Roma 1661)
Ritratto di Matteo Ricci, Olio su tela, cm 107 x 88
Navi Ligure, collezione privata

Matteo Ricci, Mappamondo, 1602
Stampa; 3 pannelli di cm 173 x 66,5; 174 x 66,8; 173 x 67,2
Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Fondo Barber.-Orient. 150


Matteo Ricci, Mappamondo, 1602
Stampa; 3 pannelli di cm 177 x 67; 174,2 x 66; 174 x 67
Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Fondo Barber.-Orient. 150



Matteo Ricci, Li Zhizao, Mappamondo, 1608, particolare di sei pannelli
Stampa e acquerello su carta
Boston, Wyling Museum


Sono gli anni in cui Ricci studia da vicino la cultura e la filosofia cinese, il Confucianesimo, prima di tutto. Pubblica il primo catechismo cinese facendolo derivare da Confucio.




"Incipit" dei CC. I e II del "Catechismo" del Ricci (Cf. n.709)
con indicazione del suono e del senso delle prime
tre o quattro linee di mano del Ricci.
I superiori del gesuita di Macerata lo incoraggiavano ad entrare sempre più all'interno della Cina, per questo Ricci arrivò fino a Pechino, passando per Nanchang, nel 1601. Ma qui non ebbe vita facile, perchè Ricci entrato in contatto con gli eunuchi della Corte imperiale rimase rinchiuso in prigione per mesi. Trascorso questo periodo ebbe il permesso di vivere a Pechino a spese del pubblico erario. Muore nel 1610, a 58 anni. Negli anni della missione convertì, nel regno del drago, circa tre mila fedeli.
* * *

Sempre nelle Marche, la città di Pennabilli diede i natali a Padre Francesco Orazio della Penna (1680-1745), il missionario cappuccino che giunse a Lhasa il 1° ottobre 1716 insieme a Padre Domenico da Fano, Prefetto della missione evangelica in Tibet. E non furono i primi. Infatti, altri padri cappuccini della provincia della Marca erano partiti per Lhasa: Giovanni Francesco da Camerino, Domenico da Fano, Giovanni da Fano, Gregorio da Lapedona, Giovanni Francesco da Lapedona, Orazio da Pennabilli, autore del primo dizionario tibetano, Cassiano Beligatti da Macerata, autore di una fondamentale grammatica tibetana, Tranquillo da Apecchio, Costantino da Loro, Floriano da Jesi. È come se , per arcane simpatie operose nella levità dell'etere o vibranti nel mondo degli spiriti, certi figli di questa terra dolcissima abbiano risposto al richiamo di remote civiltà; o sarà stato, come direbbero in india, impensato ritorno ad una patria lontana, perduta e ritrovata nel tortuoso cammino del continuo morire e rinascere.
* * *

Giuseppe Tucci nacque a Macerata il 5 giugno 1894. Frequentò le scuole elementari e medie nella sua città natale; poi si iscrisse alla Università di Roma. I suoi studi furono interrotti dalla prima guerra mondiale; mobilitato il 1° dicembre 1915, fu combattente al fronte, dal 1917 col grado di tenente. Congedato nell’ottobre 1919, nello stesso anno si laureò in Lettere presso l’Università di Roma. Negli anni seguenti lavorò per qualche tempo presso la Biblioteca della Camera dei Deputati.

Giuseppe Tucci
passo di Bogo (distretto di Gu-ge, Tibet)
15 settembre 1933.

Incaricato di missione presso le Università indiane, risiedette in India dal 1925 al 1930, ricoprendo l’incarico d’insegnamento di cinese e d’italiano presso le Università di Shantiniketan e di Calcutta. Nel 1929 fu nominato Accademico d’Italia e nel novembre 1930 venne chiamato, per chiara fama, alla cattedra di Lingua e letteratura cinese all’Istituto Universitario Orientale di Napoli.
Nel novembre 1932 passò alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma, come professore ordinario di Religioni e Filosofia dell’India e dell’Estremo Oriente. Fuori ruolo dal 1964, fu collocato a riposo nel 1969 e nel 1970 fu nominato professore emerito. Dal 1929 al 1948 compì otto spedizioni in Tibet e dal 1950 al 1954 sei in Nepal.
Nel 1955 iniziò le campagne archeologiche nello Swat, Pakistan, nel 1957 quelle in Afghanistan e nel 1959 in Iran; campagne annuali che diresse fino al 1978.

La carovana attraversa il passo Kunzum (Spiti, India)
1° luglio 1933.

Ponte sul fiume Sutlej a Tiak (Tibet)
7 agosto 1933.

Le rovine del castello di Nü (Tibet)
13 agosto 1933.



L’accampamento della spedizione nella valle di Op (Tibet)
18 agosto 1933.

Giuseppe Tucci e Bhumananda
(vicino al fiume Shibchuling, distretto di Gu-ge, Tibet)
6 giugno 1935.


Giuseppe Tucci con Nandaranma e persone di Kho-char
(distretto di Gu-ge, Tibet)
1° luglio 1935.

La carovana in marcia sulle sponde del Manosarowar (Tibet)
8 luglio 1935.


Khyunglung (Tibet)
2 agosto 1935.


Panorama dal passo Zoji, tra Kashmir e Ladakh (India)
novembre 1935.
Promosse la fondazione dell’IsMEO [Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente] nel 1933 e ne fu Presidente dal 1947 al 1978, nel 1979 fu nominato Presidente Onorario. Diresse i periodici «Alle Fonti delle Religioni» (1921-1924), «Bollettino dell’IsMEO», dal 1936 col nuovo nome «Asiatica» (1935-1943), «Le scienze del mistero e il mistero delle scienze» (1946), «East and West» (1950-1978); di quest’ultimo rimase poi General Editor sino alla fine. Fu direttore dal 1950 della «Serie Orientale Roma», dal 1962 dei «Reports and Memoirs» del Centro Studi e Scavi Archeologici in Asia dell’IsMEO, dal 1969 della serie «Restorations» del Centro Restauri dell’IsMEO. Curò dal 1950 al 1973 la direzione scientifica della serie «Il Nuovo Ramusio», edita dalla Libreria dello Stato.
Autore di numerosissime opere scientifiche, dirette non soltanto a lettori specialisti, curò sempre le relazioni culturali tra l’Italia e i paesi asiatici, dove tenne, in India, in Pakistan, in Iran, in Indonesia e in Giappone, molte conferenze.
Morì il 5 aprile 1984 a S. Polo dei Cavalieri nei pressi di Tivoli.



Gherardo Gnoli è nato a Roma il 6.12.1937
Sposato a Cagli il 2.5.1964 con Erminia Michelini Tocci, da cui ha avuto due figli, Tommaso e Andrea.
Orientalista e storico delle religioni.
Presidente dal 1996 dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (Is.I.A.O.), ente pubblico nato dalla fusione dell’Istituto Italo Africano (I.I.A.), sorto nel 1906, con l’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente (Is.M.E.O.), sorto nel 1933.
Presidente della Società Italiana per la Storia delle Religioni dal 1995.
Professore di Filologia iranica all’Università “L’Orientale” di Napoli (1965 – 1993) e di Storia religiosa dell’Iran e dell’Asia centrale all’Università “La Sapienza” di Roma (1993 – 2008).
Già Rettore dell’Orientale di Napoli (1971 – 19978) e Membro del Consiglio di Presidenza della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (C.R.U.I.).
Già Presidente dell’Is.M.E.O. (1979 – 1995).
Socio Nazionale dell’Accademia dei Lincei e Socio Corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino.
Accademico di Francia, di Russia e di Ungheria.
Membro d’onore della Société Asiatique di Parigi e dell’Ancient India and Iran Trust di Cambridge, oltre che di altre società internazionali di studi.




















































Nessun commento: