5 marzo 2012 Paolo ERCOLANI

La società post-umana. La religione, il mercato, internet: anatomia di un omicidio.





Liberalismo e liberismo coincidono? Quale il ruolo della religione oggigiorno nel costruire una società di cui non sono soggetti gli individui, relegati piuttosto a strumeti dei poteri? Viviamo in un'epoca in cui regna il processo di virtualizzazione,...poiché virtuale è l'economia, virtuale è l'entità cui facciamo riferimento per trovare consolazione, virtuale la seconda vita che ci è offerta dal web. Ma ben reali sono i danni per l'essere umano, per quell'individuo sempre più deprivato del ruolo di soggetto della sua storia...




E' questa l'epoca del "virtuale", in cui è virtuale l'economia, virtuale l'entità trascendente in cui riponiamo le nostre speranze ultraterrene, virtuale buona parte del nostro fare esperienza della vita, una vita sempre più mediata da quei......... meccanismi impersonali, fagocitanti e pervasivi che sono i nuovi media. Eppure, proprio questa epoca del virtuale totalizzante, produce dei danno ben reali sull'essere umano, stravolgendo le sue facoltà di percezione, pensiero e azione. Un'epoca sempre più post-umana...




Perché si è arrivati all'11 settembre? Qual è l'origine del crollo improvviso dell'economia internazionale? In cosa consiste oggi il ruolo delle religioni? Internet è un mezzo, oppure noi ne siamo gli schiavi inconsapevoli? La nostra è l'epoca in cui siamo informati su tutto ma non sappiamo nulla, incontriamo virtualmente milioni di persone ma siamo chiusi nella realtà di uno schermo piatto, ci crediamo onnipotenti proprio mentre cerchiamo disperatamente un nuovo Dio. Forse l'ultimo, prima che accada il "Terribile", l'eclissi totale della dimensione umana del vivere...poiché virtuale è l'economia, virtuale è l'entità cui facciamo riferimento per trovare consolazione, virtuale la seconda vita che ci è offerta dal web. Ma ben reali sono i danni per l'essere umano, per quell'individuo sempre più deprivato del ruolo di soggetto della sua storia...








"L’ordine spontaneo che regolerebbe in maniera virtuosa i rapporti economici e sociali fra gli individui, così come la divina provvidenza che non avrebbe avuto altro scopo che quello di crearci, assisterci e proteggerci nella vita terrena e...... infine riaccoglierci nella beatitudine del regno dei cieli, sono tutte creazioni di quell’essere angosciato e in fuga costante dal proprio mondo che è l’uomo, inebriato da un «desiderio infinito» di trovare una dimensione (in questo mondo o in un aldilà, trascendentale o trascendente) in cui qualcuno o qualcosa d’altro garantisca coi suoi poteri di arrivare là dove le limitate forze dell’uomo non riescono. Da questo punto di vista possiamo dire che la Rete rappresenta l’ultima illusione, o ultimo Dio, che l’uomo si è dato per coltivare la speranza di essere onnipotente, onnisciente e, nell’interconnessione con tutti gli altri individui, partecipe di una forza cosmica fornita di senso e significato".




Paolo Ercolani (Roma 1972), insegna materie storiche e filosofiche presso l’Universtà degli studi di Urbino. Allievo di Domenico Losurdo, studia da anni il pensiero e le società liberali dell’Otto e Novecento. E’ autore di saggi per riviste di livello nazionale (“Filosofia politica”, “Fenomenologia & Società”, “Reset”, “InOltre” etc.), oltre che di volumi molto discussi dalla comunità scientifica quali “Il Novecento negato. Hayek filosofo politico” (Morlacchi 2006), “System Error. La “morte dell’uomo nell’era dei media” (Morlacchi 2007) e “A. de Tocqueville. Un Ateo liberale” (Dedalo 2008), che è stato al centro di un acceso dibattito sulla stampa nazionale. Di questi giorni è la pubblicazione del suo nuovo lavoro dal titolo "L'ultimo Dio", una riflessione su internet, il mercato, la religione, responsabili di costruire una società definita post-umana. Ed anche questa volta il dibattito sta già dando segnali di vivacità, con evidente soddisfazione dell'autore. Iscritto all’Ordine Nazionale dei giornalisti è membro del Comitato di redazione di “Critica Marxista” e “Critica Liberale”, entrambe edite da Dedalo.


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