14 novembre 2011 - Piero BENEDETTI

USO ED ABUSO DEI FARMACI


DESTINO DI UN FARMACO NELL’ORGANISMO

I farmaci sono quasi sempre composti estranei all'organismo. Come tali, a differenza delle sostanze endogene, essi non vengono prodotti ed eliminati in modo continuo. L'assorbimento, la biodisponibilità, la distribuzione e l'eliminazione di un farmaco sono quindi fattori determinanti per l'inizio, la durata e l'intensità della sua azione.
L'assorbimento dei farmaci è determinato dalle loro proprietà fisico-chimiche, dalle loro formulazioni e dalle vie di somministrazione. I prodotti farmaceutici, cioè le effettive preparazioni (p. es., compresse, capsule, soluzioni) costituite dal farmaco e dagli eccipienti, sono formulate per essere somministrate per varie vie, tra le quali l'orale, la buccale, la sub-linguale, la rettale, la parenterale, la topica e l'inalatoria. Un requisito essenziale per l'assorbimento è la dissoluzione del farmaco. I prodotti farmaceutici solidi (p. es., le compresse) si disintegrano e si disgregano, ma l'assorbimento può avvenire solo dopo che i farmaci sono entrati in soluzione.
DEFINIZIONE DI FARMACO
Si chiamano farmaci quelle sostanze o combinazioni di sostanze che mediante somministrazione all’uomo o ad animali mirano ad ottenere vantaggi terapeutici, diagnostici o profilattici.
PROCESSO DI SVILUPPO DI UN FARMACO
MOTIVAZIONI PER LO SVILUPPO
Non sono le istituzioni dello Stato, bensì le iniziative della ricerca farmaceutica effettuata dall’industria che raccolgono e mettono in pratica le motivazioni della società e della scienza.
MOTIVAZIONI DELLA SOCIETA’
Il bisogno può essere definito sotto vari profili:
- sociale
- finanziario
- etico
La concorrenza farmaceutica:
- vantaggi
- svantaggi
USO ED ABUSO DEI FARMACI
L’abuso dei farmaci è oggi di moda per il condizionamento della propaganda martellante che ne magnifica i presunti pregi ed anche per causa di medici che con faciloneria li prescrivono.
I farmaci non sono tutti uguali, alcuni sono realmente utili ed essenziali e vanno presi scrupolosamente. Altri sono scarsamente utili od a volte del tutto inutili per le malattie per cui sono consumati. Ma non sono mai completamente inerti ed hanno sempre degli effetti che in certi casi possono essere negativi e pericolosi.
Il farmaco non è sempre l’unica risposta ad uno stato di malattia.
ALCUNI CONCETTI GENERALI DI TERAPIA
La cura delle malattie con le medicine si può distinguere in 5 categorie:
- eziologica
- patogenetica
- sostitutiva
- sintomatica
- genica
I principali fattori della terapia farmacologica sono:
- società
- paziente
- medico
- industria farmaceutica
Le interazioni positive su di essi sono:
- la prestazione sociale della terapia
- l’azione terapeutica sul paziente
- il mezzo terapeutico a disposizione del medico
- il profitto per l’industria farmaceutica
Le interazioni negative sono:
- la spesa sanitaria sociale
- gli effetti tossici sul paziente
- gli effetti non desiderati dal medico
- i costi per l’industria farmaceutica
L’EVOLUZIONE DELLA FARMACOLOGIA
La rivoluzione farmacologica può essere distinta in 5 fasi:
- scoperta dei sieri e vaccini (fine ‘800)
- scoperta degli antibiotici e chemioterapici (seconda metà del ‘900)
- scoperta degli anticoncezionali, degli anti tumorali e di farmaci vari (periodo attuale)
- scoperta della terapia genica, dei cosiddetti farmaci intelligenti, dei farmaci contro l’impotenza maschile, della terapia con cellule staminali (ultimo periodo e prossimo futuro)
PROCESSO DI SVILUPPO DI UN FARMACO
Si distinguono le seguenti fasi:
A – Sintesi (eventualmente anche brevetto)
B – Esame farmaco-tossicologico su animali sani e su modelli di malattia – analisi più approfondita su differenti specie di animali per farmacodinamica – farmacocinetica (ADME) – tossicità acuta e subacuta – ricerche di lunga durata per accertare se esistono tossicità cronica, teratogenicità, mutagenicità,ed alterazioni della fertilità.
C – Esperimenti sull’uomo. Lo studio ha luogo in 4 fasi:
fase 1 – sperimentazione su volontari sani oppure su un gruppo ristretto di pazienti diretta ad accertare la tollerabilità, l’efficacia e la farmacocinetica;
fase 2 – sperimentazione controllata su un gruppo ristretto di pazienti
fase 3 - sperimentazione su un grande numero di pazienti per fornire l’indispensabile base statistica per la valutazione della efficacia e della sicurezza del farmaco, specialmente per quanto riguarda effetti collaterali;
fase 4 – farmacovigilanza. Farmaci già in commercio subiscono controlli continuati per quel che concerne azione terapeutica, effetti collaterali ed analisi del rapporto costo/effetto terapeutico.
D – Registrazione con un nome di proprietà riservata.
E – Il Ministero della Sanità autorizza la messa in commercio del farmaco.
F – Impiego esteso. Introduzione del nome generico.
IL PROBLEMA DELLA COMPLIANCE ALLA TERAPIA
La compliance può essere definita: “quanto e come la reale assunzione della terapia da parte del paziente coincide con la prescrizione del medico”.
Negli ultimi 20 anni è risultato sempre più evidente che il fattore di maggiore ostacolo ad una buona riuscita dela terapia prescritta dal medico è dato dalla mancanza di compliance da parte dei pazienti.
- Controllo dell’ipertensione arteriosa.
- Controllo dello scompenso cardiaco.
- Controllo della cardiopatia ischemica.
La mancanza di compliance alle terapie è responsabile di oltre il 10% del totale dei ricoveri ospedalieri. Di 300.000 ricoveri e 125.000 decessi annui nei pazienti con malattie cardiovascolari secondo una ricerca americana si calcola che la compliance alle terapie prescritte si aggiri al 40-50% per tutte le fasce di età.
FATTORI CHE CONDIZIONANO LA COMPLIANCE
Fattori relativi alla malattia
- Malattie croniche
- Malattie asintomatiche
Fattori relativi alla terapia
- La complessità dello schema terapeutico
- Gli effetti indesiderati
Altri fattori
- età (vista, udito, facoltà mentali)
- stato sociale (risorse economiche)
- appoggio famigliare
- fattori psicologici
- grado di struzione
STRATEGIE PRATICHE PER I MIGLIORAMENTO DELLA COMPLIANCE
Approcci focalizzati sul paziente
Approcci focalizzati sul regime farmacologico
Approcci focalizzati sul medico
- essere pragmatici
- curare il paziente, non la malattia
- coinvolgere attivamente i pazienti nel processo di educazione
- verificare il grado di comprensione del paziente
ALLERGIA DA FARMACI
Le allergie da farmaci sono una forma particolare di effetti collaterali nei quali il sistema immunitario ha un ruolo patogenetico predominante. Esse possono essere distinte dagli effetti tossici da farmaci in base a:
- decorso cronologico
- dipendenza dalla dose
- quadro clinico
- predisposizione individuale
FARMACI ALLERGENICI PIU’ IMPORTANTI
- penicilline e cefalosporine
- barbiturici, pirazoloni, sulfamidici, tireostatici
- insulina ed altri ormoni proteici o peptidici
- farmaci del gruppo “para” come gli anestetici locali, coloranti anilinici, ecc.
Il rischio di reazioni allergiche cresce con la forma di somministrazione del farmaco
orale < iniezione parenterale < cutanea
SINDROMI ALLERGICHE
- La reazione anafilattica
- La malattia da siero
- Febbre da farmaci
- Reazioni cutanee
- Reazioni ematologiche
CLASSIFICAZIONE DEGLI EFFETTI COLLATERALI
1. Effetti collaterali apparenti (da placebo)
2. reazioni allergiche
3. effetti collaterali farmaco-tossicologici per
- iperdosaggio assoluto
- iperdosaggio relativo conseguente a:
§ ridotta funzionalità di organi
§ ipersensibilità individuale
§ interazioni con altri farmaci, con alcool o con sostanze presenti negli alimenti.
Effetti collaterali rari possono essere riconosciuti solo esaminando un grande numero di pazienti.
Il sistema migliore per scoprirli è sempre quello di ricerche a carattere prospettico. Si è calcolato che per poter riconoscere con circa il 95% di probabilità un effetto collaterale sono necessari:
- circa 400 pazienti per una frequenza del 1%
- circa 4.000 pazienti per una frequenza dello 0,1%
- circa 40.000 pazienti per una frequenza dello 0,01%
EFFETTI INDESIDERATI DELLA TERAPIA FARMACOLOGICA
Non esiste, e non può esistere, una innocuità assoluta dei farmaci. Si deve tendere ad una “non pericolosità”: il rischio sempre inerente all’uso di un farmaco deve essere in un rapporto accettabile col beneficio atteso dalla sua somministrazione.
Gli effetti dei farmaci sono classificati in effetti principali (desiderati) ed effetti collaterali (indesiderati). Questa classificazione risulta dall’uso terapeutico dei farmaci.
Gli effetti collaterali sono frequenti: circa il 2 - 4% dei ricoveri in reparti ospedalieri di medicina interna sono dovuti ad effetti collaterali gravi da farmaci ed alcuni hanno esito letale. Essi sono perciò la causa più prevalente di malattie iatrogene. Le malattie iatrogene possono simulare ogni tipo di malattia e di sintomi. Con l’avanzare dell’età si fanno ancora più frequenti perché sono assunti più farmaci, le condizioni farmacocinetiche sono meno favorevoli e le possibilità di controllo più limitate. Statisticamente i farmaci causali più frequenti sono:
- gli analgesici – antipiretici
- i glicosidi cardiaci
- gli anticoagulanti orali
- i glucocorticoidi
- i diuretici
- i citostatici
- gli antibiotici
COME EVITARE I DANNI IATROGENI
1. La maggior parte degli effetti collateraliè prevedibile; solo pochi dipendono da specifica reattività individuale
2. con farmaci “difficili” tenere il paziente sotto attenta osservazione
3. migliorare le conoscenze mediche sulle prescrizioni
La responsabilità della maggior parte dei danni iatrogeni ricade sul medico.

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Il dott. Piero Benedetti è nato a Pesaro, resiede in Urbino.
.Ha conseguito la maturità classica presso il Liceo " Raffaello Sanzio " di Urbino nel 1970.
.Laurea in Medicina e Chirurgia conseguita nel 1976 presso l'Università degli Studi " La Sapienza" di Roma.
.Specialità in Gerontologia e Geriatria nel 1980 presso 1 'Università degli Studi di Firenze ( Scuola di specializzazione diretta dal Prof.F. M. Antonini. )
.Specialità in Ematologia Generale presso I 'Università degli Studi di Ancona (Scuola di specializzazione diretta dal Prof. G. Danieli ).
.Negli anni' 80 ha insegnato la materia di Gerontologia e Geriatria presso il corso di Riqualificazione, a durata annuale, per infermieri generici dell'U.S.L. di Urbino.
.Dal 1983 al 1991 ha insegnato le materie di Geriatria, Immunoematologia ed Immunologia in corsi a durata annuale presso la Scuola per Infermieri Professionali di Pesaro .
.Nel 1991 è stato docente-relatore nel " Corso di Perfezionamento in attività motoria per la terza età" presso l' I.S.E.F. dell'Università degli Studi di Urbino.
.Nel 1998 ha svolto attività didattica su argomenti di Geriatria e Gerontologia durante il corso di Formazione Professionale " Animatore del tempo libero nella terza età" in collaborazione con I.S.E.F. di Urbino e con la Provincia di Pesaro-Urbino per la durata di 20 ore.
.Il 05\05\2000 è stato relatore-docente con il tema "Diagnosi e valutazione dell'incontinenza urinaria nell'anziano" durante il corso di Aggiornamento "Incontinenza urinaria, una riabilitazione possibile" organizzato dalla U.S.L. di Urbino.
.Il 18\10\2003 ha partecipato, in qualità di docente, all'evento formativo "L'anziano fragile e percorsi riabilitativi" organizzato a Macerata Feltria dal Centro di Formazione S. Stefano di Porto Potenza Picena.
.Ha partecipato in qualità di docente con il tema " Le Anemie Emolitiche" durante il convegno sul corretto utilizzo del sistema gestionale nel Laboratorio Analisi organizzato dal 15\09\2004 al 30\11\2004 dalla Zona Territoriale N.2 di Urbino.
.Il 28\05\2005 ha partecipato in qualità di docente al corso-seminario "La nutrizione artificiale nel paziente adulto malnutrito" organizzato dalla Zona Territoriale N.2 di Urbino.
.Negli anni 2003 e 2005 ha insegnato in Urbino la disciplina di Farmacologia presso il Corso di riqualificazione O.S.A. ed O.T.A e presso il corso di formazione O.S.S. , tutti a durata annuale.
.Negli anni accademici 2005-2006 e 2006-2007 ha insegnato presso la Facoltà
di Scienze Motorie dell 'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo" la disciplina di Reumatologia per una durata di 20 ore ogni anno.
.Da molti anni è docente presso L 'Università libera della terza età di Urbino su
temi di Medicina.
.Ha partecipato in qualità di relatore-docente su temi di Medicina in convegni, seminari e giornate di formazione organizzati da Scuole, Associazioni culturali, Amministrazioni comunali, Associazioni sindacali e Associazioni sportive. Ha partecipato, sempre in qualità di relatore-docente, a corsi di Formazione per volontari della Croce Rossa di Urbino, Fermignano e di S. Angelo in Vado.
.Ha partecipato a numerosi convegni e congressi medici.
.Ha pubblicato alcuni lavori di interesse geriatrico e laboratoristico su riviste scientifiche mediche.
.Nel 1978 ha prestato servizio in qualità di assistente medico, prima incaricato,
poi di ruolo, presso la struttura ospedaliera di Mondavio.
.Dal 1980 ha lavorato presso l'U.O. di Medicina dell'Ospedale civile di Urbino fino al gennaio 2008.
.Dall° febbraio 2008 a tutt'oggi svolge il ruolo di Direttore dell'U.O. complessa di Medicina e Lungodegenza presso l'Ospedale civile di Cagli.










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