6 dicembre 2010 LUIGI MARRA

MATTEO RICCI - UN GESUITA ALLA CORTE DEI MING


La dinastia dei Ming regnò in Cina dal 1368 al 1644 con la capitale prima a Nanchino e poi a Pechino, dopo che il primo imperatore Chu-Yaun-Chang aveva abbattuto il regime oppressivo del Mongoli ricacciandoli oltre la Grande Muraglia.
Matteo Ricci nacque a Macerata il 6 ottobre 1552 da Giovan Battista e Giovanna Angioletti.
Primogenito di 12 figli fu affidato alle cure della nonna Laura. Dopo aver compiuto il ciclo di studi elementari, fu alunno del Collegio gesuita da poco aperto a Macerata. Nel 1568, appena sedicenne, il padre lo inviò a Roma per frequentare un corso di studi universitari di giurisprudenza, ipotizzando per il primogenito una carriera presso l'amministrazione pontificia. All'epoca in cui Matteo Ricci entrava nell'Urbe, l'Italia era un mosaico di staterelli soggetti alla Spagna che, con il Portogallo, si contendeva il predominio sugli oceani, dopo che i loro navigatori erano stati protagonisti delle più importanti imprese marinare nel secolo precedente: la scoperta del Nuovo Mondo, lo sbarco in India e la circumnavigazione del globo. Lungo le rotte aperte da navigatori e mercanti viaggiavano i missionari pronti a convertire gli "infedeli" in ogni angolo del mondo per riconquistare in terre lontane parte del potere perso dalla Chiesa in Europa a causa della Riforma protestante.
Matteo Ricci che da tempo sentiva un vivo desiderio di diventare missionario, prese la decisione di lasciare il corso di giurisprudenza per entrare nella Compagnia di Gesù e, appena ventenne, il 17 settembre 1572 dopo un anno di noviziato e aver pronunciato i voti semplici, fu ammesso al Collegio Romano dei gesuiti per frequentare i corsi di teologia, previsti per gli aspiranti all'ordine. Il giovane maceratese si dedicò anche allo studio della geometria e cartografia, discipline allora in pieno sviluppo in seguito all'opera di Copernico sulla nuova teoria Eliocentrica dell'universoj con il Sole al centro del sistema planetario invece della Terra. Studiò i meccanismi degli strumenti per le osservazioni astronomiche, apprese il funzionamento e le tecniche degli orologi solari e acquisì anche nozioni sui meccanismi degli orologi meccanici, un bagaglio di conoscenze indispensabili per entrare in contatto con la civiltà cinese aperta ai contributi di altre culture.
Mentre stava studiando e concentrato sul suo percorso spirituale, Matteo Ricci presentò domanda per diventare missionario, ma dovette attendere a lungo prima che la sua richiesta fosse accettata, perche la selezione era molto accurata e severa. Il 18 maggio 1577 si trasferì a Lisbona, porto da cui partivano le navi per l'Oriente. Dopo una lunga sosta a Coimbra, il 20 marzo 1578 si imbarcò con altri tredici missionari per Goa, avamposto portoghese in India, dove sbarcò il 13 settembre.
Matteo Ricci, dopo essere stato ordinato sacerdote e aver celebrato la prima messa il 26 luglio 1580 a Cochin, lasciò l'India per la Cina, paese nel quale i gesuiti desideravano recarsi, e sbarcò a Macao il 7 agosto 1582. Qui si dedicò all'apprendimento della lingua cinese e allo studio dei costumi locali e produsse la prima opera cartografica “Grande mappa dei diecimila Paesi..” che univa le conoscenze geografiche dei cinesi a quelle degli occidentali. Impiegò diversi anni per raggiungere la capitale imperiale Pechino. Il 10 settembre 1583 ottenne il permesso di stabilirsi a Shoa-ch'ing dove operò vestito a bonzo (prete buddista), approfondendo lo studio della lingua e dedicandosi allo studio del mandarino, la lingua della classe colta cinese.
La sua convinzione dell'importanza del "SAPERE" si era rafforzata a Goa, dove aveva verificato che i metodi impiegati dai portoghesi per conquistare i mercati e convertire gli indigeni causavano diffidenza, paura e odio. Era quindi necessario adottare una strategia diversa per conciliare l'opera missionaria con le usanze e i costumi locali. Per questo volle farsi "cinese" e assunse il nome di Li Ma dou che associò a quello attribuitogli dai cinesi Xitai che significava "il maestro del grande Occidente". Pertanto per i cinesi sarà Xitai Li Ma dou.
Nel 1589 Matteo Ricci si trasferì prima a Shao-Chou e poi nel 1595 a Nanchino da dove però fu espulso con l'accusa di tramare contro le istituzioni e di sovvertire l'ordine sociale. Solo il 24 gennaio 1601 riuscì a stabilirsi a Pechino dove inizialmente non ebbe vita facile per l'invidia suscitata negli eunuchi, la classe dirigente della corte, rischiando una condanna a morte perché accusato di aver tramato contro l'imperatore. Grazie però all'aiuto di mandarini amici riuscì a dimostrare la sua innocenza e dovette aspettare ben sei mesi prima di entrare in contatto con la corte anche se non riuscì mai a vedere l'imperatore Wan Li. Tuttavia i familiari dell'imperatore, tra cui la vecchia madre e alcuni alti dignitari di corte, si awicinarono al cristianesimo e chiesero di essere battezzati.
Il metodo seguito dai missionari gesuiti, allora considerato innovativo era indicato con il termine "accomodamento o adattamento culturale" consistente nell'adattamento alle usanze locali e nel rispetto delle tradizioni a meno che non fossero in contrasto con la morale cristiana. Matteo Ricci trattava tutti con gentilezza e dava grande importanza all'amicizia con la convinzione che attraverso l'accettazione della diversità culturale e il rispetto dell'altro era possibile vivere in armonia con tutti.
Grazie a questo metodo la religione cristiana fu riconosciuta e entrò in Cina senza sopraffare una civiltà consolidata da millenni.
Matteo Ricci, morto 1'11 maggio 1610 all'età di cinquantotto anni a Pechino e lì sepolto nel giardino di Shal, dove ancora oggi si trova la sua tomba, fu il primo straniero europeo ad essere sepolto in terra cinese.
Dopo la morte di Matteo Ricci, il metodo di "accomodamento o adattamento culturale" che aveva permesso la conservazione di certi riti in onore dei defunti, considerati puramente civili a cui nessun cinese poteva sottrarsi, anche se cristiano, senza apparire indegno, attirò l'attenzione dei missionari suoi successori. Questi però non ebbero la lungimiranza del gesuita maceratese che grazie al dialogo interreligioso era riuscito a convertire migliaia di cinesi alla religione cristiana. Nel corso del tempo nacquero dispute tra i gesuiti da una parte e i domenicani e francescani dell'altra se permettere o vietare ai cinesi convertiti di conservare le loro usanze.
I contrasti si protrassero a lungo e a nulla valsero gli interventi di papa Clemente XI Albani del 1715 e di papa Benedetto XIV Lambertini del 1742. Sarà papa Pio XII Pacelli nel 1939 a riaprire il sipario sui riti cinesi chiusosi con la morte di Matteo Ricci con il riconoscimento del valore civile dei riti cinesi.
Il 19 aprile 1984 il vescovo di Macerata ha aperto la causa di beatificazione di Matteo Ricci riproponendolo come figura esemplare per le generazioni future in un mondo globalizzato, per la ricerca dell'unità nelle diversità, con sensi di rispetto e vincoli di sincera amicizia.
Luigi Marra nato a Urbino, da oltre quarant' anni vive a Serra Sant'Abbondio (PU), laureato in Lingue e Letterature Straniere e in Filosofia e Storia presso l'Università degli Studi di Urbino, già preside di Scuola Media, iscritto all' Albo dell’Accademia "Raffaello" di Urbino come socio ordinario dal 18 ottobre 2001, impegnato in studi e ricerche storiche e archeologiche, ha curato diverse pubblicazioni tra cui:
-I Bronzi Dorati di Pergola ( 1 a edizione), Cagli 1986.
-I Bronzi Dorati di Pergola (2a edizione), Sant' Angelo inVado 1988.
-I Bronzi Dorati di Pergola: una tragica vicenda nella Roma dei Cesari, Cagli 1988.
-Serra Sant’Abbondio -un paese tra Marche e Umbria, Cagli 1996.
-I Bronzi Dorati di Pergola -Una storia infinita, Bologna 1988.
(presentato a Milano all'Esposizione Mondiale di Filatelia ITALIA '98).
-Anni Santi 1300-2000, Urbania 2000.
-Urbino- Oratorio del SS. Crocifisso di "Sirolo", Urbania 2000.
-I Bronzi Dorati da Cartoceto di Pergola - La storia continua con Viktor H. Bohm, Urbania 2003.
-San Pier Damiani (1007-1072) e il suo tempo, Urbania 2007.

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