20 maggio 2010 PIO BRACCO

ROMA NELLA CIVILTÀ OCCIDENTALE

L'eredità di Roma ed il suo influsso sulla civiltà occidentale sono ben più vasti di quanto si è portati a pensare.
Infatti al di là delle opere architettoniche e letterarie, di quelle sul diritto e degli innumerevoli reperti museali, la presenza di Roma continua nella nostra vita quotidiana in maniera diffusa e capillare ma al contempo così familiare che non viene notata.
Fu una società complessa e dinamica che affrontò meglio e prima di altre le sfide che una espansione prepotente le poneva. Ebbe problemi simili a quelli dei nostri giorni sia nel campo politico che nella sfera personale e famigliare ai quali seppe dare risposte efficaci ed innovative. Non si rintanò in un atteggiamento sciovinistico ma prese pragmaticamente dalle altre società, dagli altri popoli ciò che gli altri sapevano fare meglio e lo fece romano. Un popolo nel quale scarseggiarono i filosofi ma abbondarono onesti amministratori, arditi ingegneri e capaci generali. Ai popoli offri l'efficienza del suo Stato e li coinvolse nella realizzazione di un impero universale. La sua eredità è ancora viva sia nella urbanistica di innumerevoli città europee sia nel sistema giudiziario di moltissimi Stati entrando così nei gangli vitali degli scambi, dei rapporti interpersonali ed internazionali. Al cristianesimo, che tanto influì nella costruzione della società europea, offri la matrice organizzativa del suo Stato e ne agevolò la diffusione attraverso la sua efficientissima rete di strade ed attraverso rotte sicure e protette.
Ma la sua presenza è anche in molte delle nostre abitudini, in molti dei nostri costumi; caratterizza la nostra sfera individuale; è madre di nostri pregi e di nostri numerosi difetti. Quindi la sua non è una eredità riservata alle elites ma è compartita tra coloro che vivono in questa società, scrivono e leggono, studiano e lavorano e che inconsapevolmente ripropongono modi e riti, tecniche e prassi, valori e credenze che affondano la loro origine in quel mondo.
L’Amm. Pio Bracco è nato a Roma. Dopo il conseguimento della Maturità Classica entra nell’Accademia Navale di Livorno da cui esce nel 1969 con il grado Guardiamarina di S.M.Svolge servizio a bordo di Fregate ed Incrociatori come Ufficiale addetto alla lotta Antisom e come Capo Servizio Operazioni (1969 - 1981).Svolge tre turni di Comando Navale su Nave Brenta (1977-1978), Nave Sagittario (1986-1987), Nave San Marco (1992-1993).Dal 1981 al 2000 presta servizio in vari incarichi a terra presso il Comando in Capo della Squadra Navale come responsabile dell’Addestramento Antisommergibile, presso lo Stato Maggiore Marina nel settore Studi Armi e Mezzi Antisom, nel settore delle infrastrutture della N.A.T.O. , della Pianificazione Logistica e della Pianificazione delle Forze Anfibie. Dal 1994 al 1996 ha lavorato presso l’O.N.U. e presso lo Stato Maggiore della Difesa come Vice Presidente dell’Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze. Dal 1996 al 1999 è stato Addetto Navale presso le Ambasciate D’Italia a Mosca e a Varsavia. Dal 1999 al 2000 ha ricoperto l’incarico di Capo Reparto del Servizio Fari e Fanali nazionale.Ha frequentato L’Istituto di Guerra Marittima di Livorno, ed il Naval Command Course di Newport (R.I.) negli U.S.A..Ha conseguito la laurea in Scienze Marittime e Navali presso l’Università di Pisa, parla l’inglese, lo spagnolo ed il russo.Si è ritirato dal servizio attivo nel settembre 2000 con il grado di Contrammiraglio, vive a Smirra, frazione di Cagli ( P.U.) dove gestisce un Bed & Breakfast di sua proprietà.

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