Il paesaggio nella pittura italiana del Novecento.
Nel '900 la ricerca pittorica sul paesaggio italiano ha seguito un percorso ricco di suggestioni diverse e approdi i più svariati e fecondi.L 'Italia è stato il luogo dove le varie derive descrittive e le più diverse concezioni si sono incontrate dando vita ad un complesso mondo di immagini con una forte connotazione narrativa. Si potrebbe affermare che la pittura del '900 abbia liberato il paesaggio italiano dalla sua connotazione storica per immetterlo nell ' attualità facendone un "soggetto" e non più il contorno di un avvenimento.
Il paesaggio quindi come avvenimento in sé.
Nel vastissimo panorama di opere, sarebbe stata difficile una scelta esaustiva. Ho privilegiato così le opere che sono state più significative per la mia formazione d'artista.
Boccioni - MattinoNel vastissimo panorama di opere, sarebbe stata difficile una scelta esaustiva. Ho privilegiato così le opere che sono state più significative per la mia formazione d'artista.
Balla - Fallimento
Carrà - Marina
Morandi
De Chirico
Semeghini
Lilloni
Tosi
Guidi
Tomea
Licini
Licini
De Pisis
Scipione
Mafai
Stradone
Turcato
Morlotti
Chidine
D'Angelo
Peverelli
Crippa
Fontana
Marcucci
Bartolini
Ettore Sordini è nato a Milano nel 1934. Sotto la guida di A. Malerba, scultore capo della Fabbrica del Duomo, studia, disegna e scolpisce fino ai primi anni '50. Più tardi farà esperienza di pittura con A. Barchi, pittore eclettico di grande mestiere. Conosce Crippa, Peverelli, Fontana e ne diviene amico, collaboratore e discepolo. Più tardi a Roma avrà un lungo sodalizio con G. Turcato. Invitato da L. Fontana, partecipa alla Triennale del 1954 e collabora con gli architetti Porcinai e Viganò alla sistemazione del Parco di Milano insieme a Chighine, Bergolli, Crippa, Peverelli ecc. Nel '56 redige il manifesto " Per la scoperta di una zona di immagini " con Manzoni, Zecca, Corvi Mora.
Tra il '57 e il '58 redige e firma i manifesti " Per una pittura organica ", " Contro lo stile ", il Manifesto di Albissola e di Napoli. Nel '57 espone con Manzoni e Verga alla Galleria Pater con presentazione di L. Fontana. Già nelle prime opere traspare una sensibilità matura attraverso un grafismo del tutto originale e personalissimo. Sono immagini segniche intimamente complesse che trovano respiro nel campo incontaminato, "libero" della superficie.
Sordini "si avvale di una tecnica tutta grafica per costituire sulla tela. campita di un solo tono, tracce rade e sottili di colore che rimandano a memorie di immagini antropoidi filamentose ", così da arrivare " al segno già attraverso un processo di azzeramento di una matericità di origine esistenziale come conquista di libertà lirica ". Verso la fine degli anni ' 50 attua un approfondimento del rapporto tra segno-gesto- natura e l' opera acquista così una spazialità lirica maggiore accompagnata da un cromatismo tenue e delicato. Si può dire che Sordini “parte dal segno per arrivare a/la pittura servendosi del colore in funzione spaziale e luminosa". Nella nuova serie di quadri " Paesaggi ", poi nei "Campi dei Paladini ", nelle " Annotazioni " e in seguito nelle " Battaglie ", Sordini lavora in un ' area di valori elementari sia sotto il profilo cromatico che grafico, cercando di portare sia il colore che il segno alle loro costitutive proprietà semantiche. I bianchi delle tele e le trasparenti campiture monocromatiche acquistano valenze spaziali, di uno spazio dilatato da una luce assoluta su cui vivono segni deputati, sequenze ritmiche orizzontali o ascendenti a significare presenze musicali, allusioni favolistiche, abbandoni intimistici.
Traduzioni grafiche di meditazioni e letture, crittogrammi collegabili anche alla cultura Zen. Nel 1962-63 tende a limitare, nei suoi quadri, la personale "corrività scritturale" e individua serie di lemmi variamente raggruppati e in rapporto tra loro e con la tela. Nel 1962 si lega d'amicizia con Agostino Ferrari, Ugo La Pietra e Arturo Vermi e con questi, insieme ad Angelo Verga, forma il Gruppo del Cenobio. Il gruppo esporrà nella Galleria il Cenobio a Milano una seri di mostre personali e collettive; l'anno successivo alla Saletta del Premio del Fiorino a Firenze e alla Galleria L'Indice di Milano; nel 1964 alla Galleria Cavallino di Venezia e in seguito in numerose altre occasioni fino alla mostra allestita nel 1981 al AAB, Museo Laboratorio di Arti Visive, di Brescia, a cura di Bruno Passamani, quando già da tempo il gruppo si era sciolto. Nel 1989 Angela Vettese riunirà di nuovo il gruppo del Cenobio nella mostra "Milano et Mitologia"( titolo ripreso da un quadro di Manzoni), una mostra sugli anni cruciali della ricerca artistica milanese tra il 1958 e il 1964, organizzata dal Centro Bellora di Milano. Una occasione che la Vettese ripeterà con la mostra "Un percorso, ricerca e ipotesi 1959-1994: il Gruppo del Cenobio" del dicembre 1994 a Palazzo Martinengo di Brescia e nel maggio 1995 alla Galleria Peccolo di Livorno.
Dopo la Biennale di Venezia del 1966, dove espone una serie di opere di preminente carattere grafico e monocromo, Sordini si stabilisce a Roma. Qui espone alla Galleria dell'Oca, alla Galleria Romero e a tutte le iniziative della Galleria La Salita, partecipando anche a grandi rassegne nazionali quali quella allestita nel Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1981 "Linee della ricerca artistica Italiana " e l' Esposizione Quadriennale di Roma nel 1986.
In questi anni l'artista approfondisce l'uso del colore e vincola il segno in più stringenti strutturazioni geometriche. Infatti nel 1970 espone le sue prime " Assonometrie" dalle forti tonalità.
Si apre una nuova fase che Bruno Passamani definisce "de/la emozione strutturata e del dialogo con la geometria".
Le esperienze plastiche giovanili e la naturale curiosità lo portano a interessarsi al rapporto tra pittura e architettura e tra pittura e illustrazione. Ha illustrato diverse raccolte di poesie e ha dedicato una mostra alla poesia di Delio Tessa "Finester". Nel 1988 realizza un Monumento ai Caduti per la Libertà nel comune di Montone. Nel 1990 realizza, in collaborazione con A.A.M.progetti per Roma, la Scultura per le Fontane nel Palazzo Mauro De Andre a Ravenna e nel 2003 una fontana policroma per il comune di Cagli.
Nel 2002 collabora con l' Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Perugina, realizzando, in coJlaborazione con Antonio Capaccio, un progetto dal titolo " Atlante Ragionato d' Arte Italiana" che prevede una serie di mostre dedicate ad artisti appartenenti ad un'area alternativa a quelle forme dell'arte contemporanea che ricercano un facile consenso comunicativo attraverso "stili internazionali" ed una acritica adesione allo spettacolo tecnologico e mediatico.
L 'iniziativa viene realizzata negli spazi del CERP (Centro Espositivo Rocca Paolina) e si conclude nel 2003 con una mostra antologica di Sordini.
In questi ultimi anni, soprattutto nei quadri più recenti, cerca una sintesi tra le due principali derive dell'arte moderna, quella surrealista e libertaria e quella astratta e formalista, arrivando talvolta, pur nella più totale astrazione, a risultati come di paesaggio di memoria quasi novecentista. Lampi di pittura visti e vissuti attraverso la lente della propria disciplina.
Ettore Sordini vive e lavora a Cagli ( Pesaro-Urbino )
Tra il '57 e il '58 redige e firma i manifesti " Per una pittura organica ", " Contro lo stile ", il Manifesto di Albissola e di Napoli. Nel '57 espone con Manzoni e Verga alla Galleria Pater con presentazione di L. Fontana. Già nelle prime opere traspare una sensibilità matura attraverso un grafismo del tutto originale e personalissimo. Sono immagini segniche intimamente complesse che trovano respiro nel campo incontaminato, "libero" della superficie.
Sordini "si avvale di una tecnica tutta grafica per costituire sulla tela. campita di un solo tono, tracce rade e sottili di colore che rimandano a memorie di immagini antropoidi filamentose ", così da arrivare " al segno già attraverso un processo di azzeramento di una matericità di origine esistenziale come conquista di libertà lirica ". Verso la fine degli anni ' 50 attua un approfondimento del rapporto tra segno-gesto- natura e l' opera acquista così una spazialità lirica maggiore accompagnata da un cromatismo tenue e delicato. Si può dire che Sordini “parte dal segno per arrivare a/la pittura servendosi del colore in funzione spaziale e luminosa". Nella nuova serie di quadri " Paesaggi ", poi nei "Campi dei Paladini ", nelle " Annotazioni " e in seguito nelle " Battaglie ", Sordini lavora in un ' area di valori elementari sia sotto il profilo cromatico che grafico, cercando di portare sia il colore che il segno alle loro costitutive proprietà semantiche. I bianchi delle tele e le trasparenti campiture monocromatiche acquistano valenze spaziali, di uno spazio dilatato da una luce assoluta su cui vivono segni deputati, sequenze ritmiche orizzontali o ascendenti a significare presenze musicali, allusioni favolistiche, abbandoni intimistici.
Traduzioni grafiche di meditazioni e letture, crittogrammi collegabili anche alla cultura Zen. Nel 1962-63 tende a limitare, nei suoi quadri, la personale "corrività scritturale" e individua serie di lemmi variamente raggruppati e in rapporto tra loro e con la tela. Nel 1962 si lega d'amicizia con Agostino Ferrari, Ugo La Pietra e Arturo Vermi e con questi, insieme ad Angelo Verga, forma il Gruppo del Cenobio. Il gruppo esporrà nella Galleria il Cenobio a Milano una seri di mostre personali e collettive; l'anno successivo alla Saletta del Premio del Fiorino a Firenze e alla Galleria L'Indice di Milano; nel 1964 alla Galleria Cavallino di Venezia e in seguito in numerose altre occasioni fino alla mostra allestita nel 1981 al AAB, Museo Laboratorio di Arti Visive, di Brescia, a cura di Bruno Passamani, quando già da tempo il gruppo si era sciolto. Nel 1989 Angela Vettese riunirà di nuovo il gruppo del Cenobio nella mostra "Milano et Mitologia"( titolo ripreso da un quadro di Manzoni), una mostra sugli anni cruciali della ricerca artistica milanese tra il 1958 e il 1964, organizzata dal Centro Bellora di Milano. Una occasione che la Vettese ripeterà con la mostra "Un percorso, ricerca e ipotesi 1959-1994: il Gruppo del Cenobio" del dicembre 1994 a Palazzo Martinengo di Brescia e nel maggio 1995 alla Galleria Peccolo di Livorno.
Dopo la Biennale di Venezia del 1966, dove espone una serie di opere di preminente carattere grafico e monocromo, Sordini si stabilisce a Roma. Qui espone alla Galleria dell'Oca, alla Galleria Romero e a tutte le iniziative della Galleria La Salita, partecipando anche a grandi rassegne nazionali quali quella allestita nel Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1981 "Linee della ricerca artistica Italiana " e l' Esposizione Quadriennale di Roma nel 1986.
In questi anni l'artista approfondisce l'uso del colore e vincola il segno in più stringenti strutturazioni geometriche. Infatti nel 1970 espone le sue prime " Assonometrie" dalle forti tonalità.
Si apre una nuova fase che Bruno Passamani definisce "de/la emozione strutturata e del dialogo con la geometria".
Le esperienze plastiche giovanili e la naturale curiosità lo portano a interessarsi al rapporto tra pittura e architettura e tra pittura e illustrazione. Ha illustrato diverse raccolte di poesie e ha dedicato una mostra alla poesia di Delio Tessa "Finester". Nel 1988 realizza un Monumento ai Caduti per la Libertà nel comune di Montone. Nel 1990 realizza, in collaborazione con A.A.M.progetti per Roma, la Scultura per le Fontane nel Palazzo Mauro De Andre a Ravenna e nel 2003 una fontana policroma per il comune di Cagli.
Nel 2002 collabora con l' Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Perugina, realizzando, in coJlaborazione con Antonio Capaccio, un progetto dal titolo " Atlante Ragionato d' Arte Italiana" che prevede una serie di mostre dedicate ad artisti appartenenti ad un'area alternativa a quelle forme dell'arte contemporanea che ricercano un facile consenso comunicativo attraverso "stili internazionali" ed una acritica adesione allo spettacolo tecnologico e mediatico.
L 'iniziativa viene realizzata negli spazi del CERP (Centro Espositivo Rocca Paolina) e si conclude nel 2003 con una mostra antologica di Sordini.
In questi ultimi anni, soprattutto nei quadri più recenti, cerca una sintesi tra le due principali derive dell'arte moderna, quella surrealista e libertaria e quella astratta e formalista, arrivando talvolta, pur nella più totale astrazione, a risultati come di paesaggio di memoria quasi novecentista. Lampi di pittura visti e vissuti attraverso la lente della propria disciplina.
Ettore Sordini vive e lavora a Cagli ( Pesaro-Urbino )