19 marzo 2009 FABIANA GRILLI

“La Cooperazione Decentrata”Che cos’è lo sviluppo umano sostenibile?
Lo sviluppo è il processo sociale attraverso il quale le comunità umane organizzate cercano di dare risposta ai propri bisogni. Si qualifica come ‘umano’ se ha come obiettivo la soddisfazione equilibrata dei diversi bisogni di tutte le persone; e come ‘sostenibile’ se la soddisfazione di oggi non pregiudica quella di domani.

La cooperazione allo sviluppo
La cooperazione allo sviluppo può costituire uno strumento per mettere a punto le soluzioni innovative che devono accompagnare i processi di umanizzazione dello sviluppo. Per fare questo, però, essa deve superare i limiti che l’affliggono e che sono riconducibili ad un difetto di partecipazione effettiva della maggior parte della gente ai processi di sviluppo, difetto di partecipazione che si manifesta attraverso:
il centralismo: tutte le decisioni importanti che riguardano un gran numero di persone che vivono in aree diverse tra loro vengono prese in pochissime sedi centrali senza il coinvolgimento dei soggetti locali;
l’assistenzialismo: sono stati promossi interventi che, invece di formare capacità, alimentano la dipendenza e la passività dei beneficiari.

La cooperazione decentrata

Per cooperazione decentrata si intende un’azione di cooperazione allo sviluppo svolta dalle Autonomie locali (Regioni, Province, Comuni), singolarmente o in consorzio tra loro, attraverso il concorso delle risorse della società civile organizzata presente sul territorio (università, sindacati, ASL, associazioni, piccole e medie imprese….). Questa azione di cooperazione si realizza attraverso una sorta di partenariato con un ente omologo del Sud del mondo, vale a dire che due o più enti locali (al Nord e al Sud del mondo) concertano tra loro per la definizione e la realizzazione di un progetto di sviluppo locale. Si tratta di una forma di cooperazione che mira al coinvolgimento della società civile, tanto quella del “Nord” quanto quella del “Sud”, nelle fasi di ideazione, progettazione ed esecuzione dei progetti di sviluppo.
Più in particolare gli obiettivi perseguiti dalla cooperazione decentrata sono:
* mobilitare le popolazioni e tener conto maggiormente dei loro bisogni e delle loro priorità;
* rafforzare il ruolo e la posizione della società civile nei processi di sviluppo;
* favorire lo sviluppo economico e sociale – duraturo ed equo - attraverso la partecipazione.
La cooperazione decentrata, prevedendo la partecipazione diretta degli individui, sia quelli dei paesi donatori che quelli dei paesi beneficiati, riconosce l’esistenza di una molteplicità di soggetti dello sviluppo.
I programmi decentrati, per il loro carattere ristretto, sono più controllabili e proprio il fatto di aver puntato sullo sviluppo locale costituisce una garanzia di sostenibilità dell’intervento, ossia la sua capacità di sostenersi nel tempo attraverso le risorse umane, tecniche ed istituzionali locali, attraverso una capacità di gestione locale.

Un modello di cooperazione – Associazione “SottoSopra” o.n.l.u.s.

L’Associazione Socio-Culturale “SottoSopra” o.n.l.u.s. opera prevalentemente nel distretto di Thyolo, a sud del Malawi-Africa con progetti in ambito sanitario e sociale, collabora con i comitati locali eletti dai villaggi; finanzia solo i progetti da essi segnalati come prioritari, rispettando tempi, procedure, tecniche della tradizione locale; dopo un periodo di gestione mista le strutture e i mezzi passano alle comunità dei villaggi.

Con la convinzione che la carta vincente della cooperazione sta nel contatto diretto con le realtà del posto, i suoi partner in Malawi sono oggi Comitati di Gestione, rappresentativi di nove villaggi dei distretti di Thyolo e Mulanje.


I Comitati amministrano i fondi inviati dall’Associazione ‘SottoSopra’; controllano il funzionamento delle strutture; tengono i contatti periodici con l’Associazione in Italia o con il suo rappresentante in Malawi.


Tale metodo operativo di continuo confronto e coinvolgimento dei partner locali, rende la comunità parte attiva nell’assunzione di responsabilità riguardo alla realizzazione del progetto.


Per l’Associazione, un mediatore culturale italo-malawiano, si reca periodicamente in quel paese a verificare lo stato dei lavori, è lui il ponte che ha permesso nel tempo di entrare in un contatto sempre più profondo di fiducia con gli abitanti locali, di superare le inevitabili incomprensioni, di confrontarsi serenamente per individuare soluzioni condivise.


Cenni BibliograficiA.A.V.V. Cooperazione: inganno dei poveri. Emi, Bologna 1993
A.A.V.V. Dossier: Nuovi percorsi e nuovi assetti del volontariato Internazionale.
In volontari e Terzo Mondo, 1995 n 1-2
Bobbio N. Stato, Governo, società. Einaudi, Torino 1985
Chevalliker B. L’Abbé Pierre. Città Nuova Editrice, Roma 1980
Sen A. La diseguaglianza, Il Mulino, Bologna 1994
U.Co.De.P La cooperazione Decentrata Dossier, 1994
CESVOL - U.Co.De.P Attori e strumenti della cooperazione decentrata
Grafiche Sabbioni, Trestina (Pg) 2006
Zupi M. Sottosopra – La globalizzazione vista dal Sud del mondo Laterza, 2004


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