Nato
a Cagli, vive ad Ancona e lavora in Urbino.
Diploma
di Perito Tecnico Industriale, specializzazione in Elettrotecnica, presso
l’ITIS E. Mattei di Urbino
Laureato
in Scienze Geologiche in Urbino
Già Ricercatore
Confermato nel settore disciplinare Geomatica (Disciplina che si occupa della
gestione automatizzata dell’informazione relativa al territorio).
Oggi
è Docente di GIS per i Beni Culturali – Corso di Laurea in Conservazione e
Restauro dei beni culturali presso L’Università di Urbino Carlo Bo. (Il GIS,
sistema informativo geografico, è una tecnologia che consente di associare
informazioni a una mappa. In questo caso riguarda informazioni di interesse dei
beni culturali.)
L’attività
scientifica di ricerca è stata svolta principalmente nei settori della
geomorfologia e sedimentologia con ricerche in Italia, Appennino centrale, e
nella Catena del Maghreb in Tunisia, nelle Kabylie in Algeria e nel Rif del
Marocco. I risultati sono riportati in numerose pubblicazione e presentati in
diversi convegni nazionali ed internazionali.
Da
sempre interessato allo studio dei Beni Culturali ha iniziato dal 1980 ad
interessarsi di Rilievo, Rappresentazione, Recupero e Conservazione del
patrimonio con lo studio dell’approvvigionamento idrico del Palazzo Ducale di
Urbino - Galleria Nazionale delle Marche.
Successivamente
ha svolto indagini svolte in Giordania, occupandosi di un importante sito come
Petra, e in Siria svolgendo ricerche a Ebla e Palmira.
In
Italia si è interessato per molti anni allo studio della Flaminia Romana, nel
tratto compreso tra la Gola del Furlo ed il confine Marche-Umbria, con lo scavo
e il recupero del Ponte Tre Archi in località Pontericcioli nel Comune di
Cantino.
In
questo ha cominciato ad applicare i Sistemi Informativi Geografici (GIS) allo
studio ambientale.
Le
ricerche e le consulenze sono state fornite anche per la realizzazione del
Piano di gestione della Riserva Statale delle Gola del Furlo (provincia di
Pesaro e Urbino) per il Parco del Monte San Bartolo e per Il Parco del Monte
Conero .
Nel
2005 è stato nominato consulente dalla Giunta della Regione Marche per un
Progetto denominato INIZIATIVA D.A.M.A.C. (Difesa Ambientale del Mare Adriatico
e Comunicazioni), che aveva l’obiettivo generale di organizzare un
significativo partenariato tra la Regione Marche e la Contea di Zara per
avviare concreti interventi utili ad innescare un processo di sviluppo
sostenibile tra l’area balcanica e quella mediterranea.
Queste
specifiche ricerche tendono ad applicare i concetti del Geoturismo in modo
specifico alla Regione Marche, ricordando che viene definito Geoturismo quel
turismo che sostiene e valorizza le caratteristiche geografiche del luogo
visitato: ambiente, cultura, estetica, tradizioni e benessere degli abitanti
locali.
Il
grande interesse internazionale verso il Geoturismo è testimoniato anche dal
supporto fornito dalla National Geographic Society attraverso la diffusissima
rivista National Geographic Traveler. Si può aggiungere che il Geoturismo
rappresenti l’evoluzione del più conosciuto Turismo Sostenibile con, qualche
attenzione in più. Il Geoturismo vuole salvaguardare non soltanto l’ambiente
ecologico ma le caratteristiche geografiche – la combinazione tra risorse
naturali e umane che fanno sì che un luogo si distingua da un altro.
Da
sempre interessato alla cartografia ed alla divulgazione scientifica ha
realizzato in collaborazione con altri autori anche due carte per la
valorizzazione e la conservazione dei siti geologici e geomorfologici relative
al “Parco del Monte Conero” ed al Parco della Gola della Rossa e Frasassi.
Molti
hanno la percezione che scienza e arte siano mondi in antitesi, separati e
distinti, anche se in realtà sono complementari e questo rapporto è reso
evidente dall’uso della tecnologia. Le varie APP tramite Smartphone consentono
una lettura dell’opera d’arte che può travalicare l’osservazione e ci consente
di avere anche una lettura scientifica dei materiali, delle tecniche e dei
fenomeni legati al degrado.
Il
precario stato di conservazione spinge la tecnologia ad esplorare applicazioni
inconsuete, o comunque “border line”, e in questo ambito le sue ricerche
condotte nell’ambito della Scuola di Conservazione e Restauro dell’Università
di Urbino utilizzano ArcMap ed ArcScene, che sono applicazioni della tecnologia
GIS, non solo per lo studio dei siti archeologici, cosa ormai consueta, ma
anche per l’analisi delle facciate nel restauro architettonico e per lo studio
morfometrico di dipinti su tavola, tele, affreschi e mosaici.
Continuando
sulla strada delle applicazioni GIS non consuete e in collaborazione con la
Galleria D’Arte Moderna di Palermo sono state condotte anche indagini
termografiche su un dipinto di M. Campigli, “Le nozze” (Olio su tela, 1934)
cercando di localizzare possibili disomogeneità termiche della superficie
pittorica quali indicatori di possibili difetti e/o danneggiamenti destinati
nel tempo a trasformarsi in usure irrimediabili. Molte ricerche su importati
opere di J. Bosh, Lorenzo Lotto, Carlo Crivelli, Vincent Van Gogh ecc. sono
ancora in corso o appena concluse .
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