Adele Bei nasce a Cantiano il 4 maggio 1904 da Angela Broccoli e Davide Bei di professione boscaiolo, terza di 11 figli. La sua infanzia e la sua adolescenza furono fortemente caratterizzate dalle discussioni politiche che si facevano in famiglia. La sua particolare sensibilità, la presa di coscienza delle differenze economiche e di classe la portano a scelte di campo radicali. L’incontro con Domenico Ciufoli, già accreditato dirigente Politico, confermano i suoi convincimenti e le sue scelte.
Fu responsabile della Commissione femminile nazionale della Cgil e da questa organizzazione venne designata, unica donna, alla Consulta. La Consulta fu una sorta di primissimo parlamento italiano provvisorio, con competenze consultive. In quell'organismo fu presente anche il marito Domenico Ciufoli.
Dirigente di primo piano dell'Unione donne italiane venne eletta all'Assemblea Costituente il 2 giugno 1946 dove tenne un atteggiamento rigoroso a favore delle disposizioni a garanzia della parità fra uomo e donna, spendendosi per enucleare in maniera significativa tutta la parte dei principi della nostra carta costituzionale.
Nel 1948 venne eletta senatrice. Accanto all'impegno politico si dedicò anche all'attività sindacale guidando, dal 1952, con entusiasmo e passione per circa un decennio il sindacato nazionale delle lavoratrici del tabacco. Particolarmente attenta ai problemi del mondo femminile, si battè per il miglioramento della condizione carceraria femminile e per maggiori diritti alle donne lavoratrici.
Successivamente, nel 1953 e nel 58, fu eletta nelle fila del PCI alla Camera dei deputati dove rappresentò le Marche, con particolare attenzione alla sua provincia di origine, dimostrata dalle innumerevoli interrogazioni, interventi in aula e in commissione, caratterizzati da costanti riferimenti alla realtà marchigiana e pesarese. Era punto di riferimento solido e costante per tutti gli amministratori del territorio. Nell’attività parlamentare si occupò inoltre, delle condizioni del mondo del lavoro, della vita in fabbrica, delle assicurazioni e della previdenza dei lavoratori e delle loro famiglie. Nel 1963 al termine della legislatura, non pensò assolutamente di andare in pensione ma con lo stesso impegno continuò la sua lotta a favore dei più deboli, continuando a difendere in particolare la categoria delle lavoratrici nel lungo cammino della emancipazione e della parità.
Nel 1972 per la sua lunga storia fu nominata consigliere Nazionale della associazione perseguitati politici antifascisti. Si spense a ROMA il 15 ottobre 1976 all’età di 72 anni. Luigi Longo ed Enrico Berlinguer fecero pervenire alla figlia Angelina il seguente telegramma: "Con lei, muore una delle donne più “intrepide del nostro tempo”, una ”apprezzata dirigente sindacale sempre impegnata a difesa delle lavoratrici Italiane, con l’esempio di compagne come Adele Bei i lavoratori italiani hanno accresciuto la loro forza e la loro combattività”
Da una memoria di Zaia Carlo , Tansini Maurizio e Panico Martino
Da una memoria di Zaia Carlo , Tansini Maurizio e Panico Martino
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