Alla scoperta delle torri-colombaie di Cagli
A cura di Gianni Volpe
In epoca medievale le torri ebbero un grande risalto nella
storia dell’edilizia marchigiana, sia delle città che dei centri abitati più
modesti, così come lo ebbero nella difesa territoriale e nell’architettura extra
urbana.
Che fossero di pietra o di mattoni, a pianta circolare,
quadrata o rettangolare, si tratta di edifici caratterizzati da una robusta
muratura e da uno slanciato profilo verticale, punteggiati da strette feritoie,
portoni rialzati dal terreno e coronamenti fatti di merli e piombatoi
aggettanti, adatti soprattutto alla difesa da attacchi ravvicinati.
Il territorio dell’antico Ducato di Urbino presenta una
notevole serie di torri, più o meno monumentali, dislocate sulle colline così
come sui roccioni più imprendibili dell’Appennino; manufatti essenziale
all’avvistamento e alle segnalazioni, ma anche alla difesa delle vie e dei nodi
strategici delle comunicazioni,come ponti e guadi fluviali.
Le torri poi sono state funzionali anche alla sicurezze
delle dimore nobiliari di campagna, dei barchi ducali e dei casini di caccia,
soprattutto di quelli più appartati, ancora immersi in un paesaggio dominato da
selve e fitte foreste.
Per non parlare poi della loro associazione con quei mulini
- spesso concepiti come veri e propri organismi produttivi fortificati –
situati in angoli difficilmente controllabili dal castello di riferimento e
pertanto soggetti a rapine di malviventi occasionali o ai saccheggi delle
milizie di passaggio.
Ma la torre ha avuto successo come tipologia costruttiva
anche nel campo dell’edilizia rurale per un’esigenza direttamente connessa con
la nascente economia legata al podere mezzadrile. Infatti le sue
caratteristiche dimensionali risultavano perfettamente funzionali anche
all’allevamento dei colombi che, come si sa, è utile non solo all’alimentazione
col rifornire di carne fresca le mense dei contadini e dei proprietari
terrieri, ma allo sviluppo delle coltivazioni garantendo il concime necessario
per la messa a coltura delle terre.
Sin dall’antichità, la colombina (così si chiama il guano
dei piccioni) era infatti considerata uno dei più potenti concimi naturali, tanto
potente da dover essere opportunamente diluito. Per questo motivo, a partire
dai secoli XII-XIII, l’allevamento dei colombi caratterizzò in larga misura
l’affermarsi della mezzadria ed il conseguente sviluppo dell’insediamento
rurale e delle coltivazioni, degli orti, dei frutteti e delle piante tessili
come il lino e la canapa.
Con la costruzione della torre-colombaia o con il successivo
adattamento della torre militare a ricovero dei colombi, la dimora contadina
marchigiana si dotò quindi di un elemento architettonico del tutto particolare,
coronato alla sommità di rosoni, alveoli, posatoi, cordoli e tanti altri
elementi apparentemente decorativi, come le sagome dei piccioni in terracotta o
i “vasi rovesci” che servivano ad ostacolare la risalita di animali nocivi
(donnole, topi e lucertole).
Il tipo edilizio “a torre”, soprattutto nei secoli d’oro
dello sviluppo mezzadrile (XVI-XVIII), marcò pian piano lo skyline delle colline, così come fecero sul terreno i segni delle
arature, le trame geometriche delle piantate, i filari dei vigneti o le quinconce degli uliveti.
Molte di queste architetture furono così importanti e
monumentali – simboli di potere e ricchezza – da dar nome persino alle contrade
rurali (vedi la diffusione dei toponimi Colombara e Palombara), connotando in
maniera indelebile, precisa ed inconfondibile, tanti angoli delle nostre
campagne.
Le foto che accompagnano questo testo sono state fatte nei
primi anni Ottantaa corredo del volume di Gianni Volpe, Case-torri-colombaie. Itinerari attraverso l’architettura rurale delle
Marche. Maroni, Ripatransone 1984. Sono tutte località del territorio di
Cagli e vengono riproposte in questa sede per fornire elementi di confronto e
riflessione tra come queste architetture apparivano a quell’epoca e come
appaiono oggi.
Per ragioni di tempo e di difficoltà di accesso è stata possibile la visita di solo alcune torri-colombaie nei dintorni di Cagli. Grazie alla cortesia ed alla disponibilità dei proprietari è stato possibile anche visitare internamente quelle case con colombaia che a seguito di sapienti restauri e rispettosi adattamenti sono diventate eleganti ed accoglienti dimore.
Queste sono le condizioni attuali delle strutture visitate:
TORRE DI PORTA MASSARA
TORRETTA PRESSO PONTE MALLIO
CASA COLOMBAIA A PIAN DI SASSO DI SOTTO
CASA COLOMBAIA A SANTA CROCE DI SOPRA
COLOMBAIA DELLE FOCI
Prima di concludere, pur non essendo stata possibile una visita, non si può non citare la torre-colombaia di Pigno, che per il valore architettonico e per la collocazione geografica non è seconda a nessun'altra delle citate torri-colombaie del territorio di Cagli
TORRE-COLOMBAIA DI PIGNO
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