12 DICEMBRE 2011 Maria LENTI

Maria Lenti presenta in venti righe i suoi racconti







Giardini d’ariaPostfazione di Enrico CapodoglioMarte, San Benedetto del Tronto, 2011Racconti
Una bambina, una donna si racconta, da piccola a grande, da ieri a oggi. Le vicende sue dentro le vicende della vita, che fluisce anche dal contesto.
Scrive Enrico Capodaglio nella “Postfazione”: «In un volume di racconti si cerca in genere un’unità di sguardo, tanto più essendo i personaggi discordi. Si guadagna così una persona, una maschera letteraria incarnata nel volto invisibile dell’autore. Questo libro imbocca un’altra strada: lascia che si mostri e si sfaccetti nel corso del tempo (si va dal 1949 al 2010) una personalità imprevedibile, una donna con la sua ambivalenza tra la memoria, risalente a un’infanzia ferita, e l’attualità della vita. Il presente è smemorato, ma vivo, vivissimo. E il passato, realtà parallela, è impressionante, perché caldo di un bisogno di verità inappagabile.»

Una donna, una bambina, Margherita o Magì, è la protagonista di questi miei racconti, scritti dal 1998 al 2010.
Autobiografici? Autobiografici in alcuni tratti, che - almeno nelle mie intenzioni - vengono assorbiti nelle e dalle vicende in cui sono inseriti e che si snodano dal lontano 1949 ai giorni d’oggi. Il più delle volte, infatti, la narrazione è calata nel tempo (verbale) presente, vivo di immagini, di fatti, di vissuto.
Una bambina, una donna ritaglia eventi, incontri, “esterni”, e li passa al vaglio del suo vivere interiore, quasi a volerne da un lato catturare l’essenza e dall’altro guardare dentro l’essenza che eventi e incontri sempre rilasciano, in luoghi non espressamente connotati, ma riconoscibili come luoghi in cui ci si perde e ci si ritrova, da cui ci si allontana e in cui si torna. Luoghi e spazi condivisi on i co-protagonisti, introiettati, non delimitati, ma resi in-finiti.
Magì-Margherita vi diventa, per la forza delle cose - e tutta sua in esse -, consapevole: con l’incoscienza della innocenza, con l’allegria del distacco, con l’ironia sul perduto, con il sentimento della gioia e del dolore. E con l’attenzione al suo sé, all’altro/a da sé, alla storia, anche minima, passata nei suoi giorni.





Maria Lenti è nata a Urbino. Vive tra questa città e Roma. Docente di lettere nelle superiori fino all’elezione alla camera dei deputati (1994-2001) per rifondazione comunista.
Studiosa di letteratura e di arte, ha pubblicato poesie [Un altro tempo (1972), Albero e foglia (1982), Sinopia per appunti (1997), Versi alfabetici (2004), Il gatto nell’armadio (2004), Cambio di luci (2009]), racconti [Passi variati (2003), Due ritmi una voce (2005), il recentissimo Giardini d’aria], la monografia-studio Amore del Cinema e della Resistenza (2009). In uscita i saggi Neodialettali romagnoli e altri dialettali.
Suoi saggi e studi si trovano in volumi collettanei, nelle riviste e nei quotidiani a cui collabora. Ha curato, con Gualtiero De Santi e Roberto Rossini, il volume Perché Pasolini (1978). Sulla sua poesia il regista Lucilio Santoni ha realizzato nel 2002 il video A lungo ragionarne insieme. Un viaggio con Maria Lenti.
Ulteriori informazioni sulla sua attività in
http://www.marialenti.it/

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