Osvaldo Licini, nato a Monte Vidon Corrado (AP) nel marzo del 1894, è uno dei massimi pittori del Novecento.
Si è formato all’accademia di Bologna, avendo a compagno di corso Giorgio Morandi, quindi in quella di Firenze, dove studia scultura e pittura. A Firenze è preso dal clima futurista. I suoi lavori del tempo, tuttavia, sono figurativi e paesaggistici.
Volontario dal 1916 nella grande guerra, ne viene congedato l’anno successivo poiché gravemente ferito alla gamba destra. A Firenze conosce un’infermiera, Beatrice Muller, da cui avrà un figlio, Paolo. (Lo saprà molti anni dopo e lo riconoscerà subito).
Si trasferisce quindi a Parigi. Entra, così, nel clima artistico delle avanguardie internazionali di cui Parigi era punto di incontro. Conosce Modigliani, Picasso, altri, la pittura di Kandinskji, i surrealisti. E, nel 1925, Nanny Hellstrom, una pittrice svedese, che diventerà sua moglie. Alterna tra il 1920 e il 1930 i suoi soggiorni parigini con i ritorni a Monte Vidon Corrado, dove si stabilirà definitivamente attorno al 1930.
Insegnamento e lavoro artistico sono le sue occupazioni. E lunghe passeggiate sulle strade di colline che, come tali, saranno soggetti di quadri realistici, e – più tardi – costituiranno il profilo incantato in cui viaggiano le sue Amalassunte, l’Olandese Volante, gli Angeli Ribelli: le creature, insieme alle “astrazioni geometriche” degli anni tra il 1930 e il 1940 circa, che fanno di Osvaldo Licini il pittore che è, premiato alla biennale di Venezia con il massimo riconoscimento internazionale nel 1958.
Nel corso dei suoi anni Licini ha scritto liriche, mai pubblicate in volume, e racconti e riflessioni critiche (uscite su riviste), che oggi si trovano in Errante, erotico, eretico. Gli scritti letterari e tutte le lettere, a cura di G. Baratta, F. Bartoli, Z. Birolli (Feltrinelli, 1974).
La sua poesie e, nel complesso, la sua scrittura non aggiungono nulla alla grandezza dell’artista Licini, alla sua unicità nel panorama dell’arte del secolo passato. Permettono, però, di rintracciare una uguale sensibilità per la luna, per esempio, per la notte, per la vita vissuta nella sua dinamica intima e nello stupore di una natura introiettata nella sua essenza poetica con aspetti di tenore leopardiano.
Le lettere, indirizzate ad amici, critici, persone con cui era variamente in contatto, ci restituiscono un uomo attento non solo alle cose dell’arte e della cultura ma vivo dentro le cose della vita. Non è a caso, e certamente è un caso singolare, che Osvaldo Licini, per due legislature, dopo la liberazione ovviamente, sia stato sindaco comunista di Monte Vidon Corrado.
E’ morto nel suo paese nell’ottobre del 1958.
Si è formato all’accademia di Bologna, avendo a compagno di corso Giorgio Morandi, quindi in quella di Firenze, dove studia scultura e pittura. A Firenze è preso dal clima futurista. I suoi lavori del tempo, tuttavia, sono figurativi e paesaggistici.
Volontario dal 1916 nella grande guerra, ne viene congedato l’anno successivo poiché gravemente ferito alla gamba destra. A Firenze conosce un’infermiera, Beatrice Muller, da cui avrà un figlio, Paolo. (Lo saprà molti anni dopo e lo riconoscerà subito).
Si trasferisce quindi a Parigi. Entra, così, nel clima artistico delle avanguardie internazionali di cui Parigi era punto di incontro. Conosce Modigliani, Picasso, altri, la pittura di Kandinskji, i surrealisti. E, nel 1925, Nanny Hellstrom, una pittrice svedese, che diventerà sua moglie. Alterna tra il 1920 e il 1930 i suoi soggiorni parigini con i ritorni a Monte Vidon Corrado, dove si stabilirà definitivamente attorno al 1930.
Insegnamento e lavoro artistico sono le sue occupazioni. E lunghe passeggiate sulle strade di colline che, come tali, saranno soggetti di quadri realistici, e – più tardi – costituiranno il profilo incantato in cui viaggiano le sue Amalassunte, l’Olandese Volante, gli Angeli Ribelli: le creature, insieme alle “astrazioni geometriche” degli anni tra il 1930 e il 1940 circa, che fanno di Osvaldo Licini il pittore che è, premiato alla biennale di Venezia con il massimo riconoscimento internazionale nel 1958.
Nel corso dei suoi anni Licini ha scritto liriche, mai pubblicate in volume, e racconti e riflessioni critiche (uscite su riviste), che oggi si trovano in Errante, erotico, eretico. Gli scritti letterari e tutte le lettere, a cura di G. Baratta, F. Bartoli, Z. Birolli (Feltrinelli, 1974).
La sua poesie e, nel complesso, la sua scrittura non aggiungono nulla alla grandezza dell’artista Licini, alla sua unicità nel panorama dell’arte del secolo passato. Permettono, però, di rintracciare una uguale sensibilità per la luna, per esempio, per la notte, per la vita vissuta nella sua dinamica intima e nello stupore di una natura introiettata nella sua essenza poetica con aspetti di tenore leopardiano.
Le lettere, indirizzate ad amici, critici, persone con cui era variamente in contatto, ci restituiscono un uomo attento non solo alle cose dell’arte e della cultura ma vivo dentro le cose della vita. Non è a caso, e certamente è un caso singolare, che Osvaldo Licini, per due legislature, dopo la liberazione ovviamente, sia stato sindaco comunista di Monte Vidon Corrado.
E’ morto nel suo paese nell’ottobre del 1958.
Maria Lenti
Le opere di Licini
Le opere del periodo figurativoLe opere del periodo astratto
Maria Lenti è nata a Urbino e qui vive. Docente di lettere fino al 1994, anno in cui è stata eletta deputata al parlamento per rifondazione comunista, impegno continuato fino al 2001. Per questo partito oggi segue il settore della conoscenza e in particolare cultura e università-ricerca.
Studiosa di letteratura ed arte. Saggi, recensioni e interventi critici (su scrittori e pittori italiani contemporanei) e di politica si trovano in volumi collettanei, in riviste e su alcuni quotidiani (dal 1976 a tutt’oggi). Ha una lunga esperienza di insegnamento - lezioni e seminari di lingua, letteratura, cultura italiana - con studenti stranieri, in Italia e all’estero.
Ha pubblicato: raccolte poetiche [Un altro tempo, Albero e foglia, Sinopia per appunti, Versi alfabetici, Cambio di luci]; poesie in edizioni d’arte; un poemetto - Il gatto nell’armadio, poesie nell’ Almanacco Odradek; racconti: Passi variati, Due ritmi una voce e, su rivista, in antologie, su quotidiani, Giustina, Nostromo sull’81, Anni sessanta, Neve, Le ragazze di ieri, Alluminio e rosa fucsia, La Scrittrice, Nomen omen Andrea, Le ore di Jonella, L’estate del Gallo, Parole dolci, Un giro di sale un giro di sarde, Ago e filo. Mettici un punto, Ogo Vitalis Olabode, A raccolta, Raffaello declinato in mille modi, La logica delle cose, Gioca con tutto dai scacco alla vita, Ratatouille, Cinque sussulti eun congedo, Scaglie aguzze nell’orticello felice, Tarta e Ruga, ecc. Questi ed altri racconti sono in via di pubblicazione in volume.
Recente la monografia-studio Amore del Cinema e della Resistenza.
Ha curato, con Gualtiero De Santi e Roberto Rossini, il volume Perché Pasolini (1978).
Sulla sua poesia il regista Lucilio Santoni ha realizzato nel 2002 il film-video A lungo ragionarne insieme. Un viaggio con Maria Lenti. Molti i critici e letterati che hanno scritto sulla sua opera.
Studiosa di letteratura ed arte. Saggi, recensioni e interventi critici (su scrittori e pittori italiani contemporanei) e di politica si trovano in volumi collettanei, in riviste e su alcuni quotidiani (dal 1976 a tutt’oggi). Ha una lunga esperienza di insegnamento - lezioni e seminari di lingua, letteratura, cultura italiana - con studenti stranieri, in Italia e all’estero.
Ha pubblicato: raccolte poetiche [Un altro tempo, Albero e foglia, Sinopia per appunti, Versi alfabetici, Cambio di luci]; poesie in edizioni d’arte; un poemetto - Il gatto nell’armadio, poesie nell’ Almanacco Odradek; racconti: Passi variati, Due ritmi una voce e, su rivista, in antologie, su quotidiani, Giustina, Nostromo sull’81, Anni sessanta, Neve, Le ragazze di ieri, Alluminio e rosa fucsia, La Scrittrice, Nomen omen Andrea, Le ore di Jonella, L’estate del Gallo, Parole dolci, Un giro di sale un giro di sarde, Ago e filo. Mettici un punto, Ogo Vitalis Olabode, A raccolta, Raffaello declinato in mille modi, La logica delle cose, Gioca con tutto dai scacco alla vita, Ratatouille, Cinque sussulti eun congedo, Scaglie aguzze nell’orticello felice, Tarta e Ruga, ecc. Questi ed altri racconti sono in via di pubblicazione in volume.
Recente la monografia-studio Amore del Cinema e della Resistenza.
Ha curato, con Gualtiero De Santi e Roberto Rossini, il volume Perché Pasolini (1978).
Sulla sua poesia il regista Lucilio Santoni ha realizzato nel 2002 il film-video A lungo ragionarne insieme. Un viaggio con Maria Lenti. Molti i critici e letterati che hanno scritto sulla sua opera.
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